Gasteropodi Marini, ...discussioni varie su gasteropodi e organismi marini med!

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granchiocorridore
view post Posted on 15/1/2011, 20:49     +1   +1   -1




Ciao Fabri :D ,
passo ad un'altra specie marina la Smaragdia viridis, che forse stà tentando di stabilirsi in ambienti meno marini, ma certamente salmastri, ho letto da qualche parte in rete, che conchiglie simili si sono trovate sui bordi di vasche d'acqua dolce localizzate vicino alle foci dei fiumi! Ricordo che ci sono varie discussioni sui forum realtive alle conchiglie di questa famiglia che in mediterraneo dovrebbero essere più d'una.
Spero che la foto che ho fatto agli esemplari trovati in certo detrito della Sardegna, possa essere postata, in quanto il programma di fotoritocco di cui disponevo, con il nuovo sistema operativo installato nel p.c. stranamente non funziona più, quindi al momento sono sguarnito di programma che mi permetta di ridurre di peso le foto!!
Saluti-Granchio

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view post Posted on 16/1/2011, 00:29     +1   -1
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Grazie Granchio, bellissima foto di gruppo :) Se puoi, posta anche un singolo esemplare (recto e verso) per osservare bene i dettagli, e le splendide striature!

Il gruppo è utilissimo, per mostrare la grande variabilità di questa Specie.

-Aggiungo che appartengono alla Famiglia Neritidae, che molti utenti del forum conoscono grazie a specie/generi 'acquaristici' dulciaquicoli: Neritina, Vittina, Clithon.. anche Septalia, a volte,

Si tratta di una famiglia 'primitiva', molto interessante per la sovrapposizione di caratteri arcaici (come il tratto terminale dell'intestino che attraversa i cuore, o le lunghe appendici sensorie -come nei Trochidae-, e altri più 'avanzati', come la branchia (ctenidio) singola.

-E le Smaragdia viridis, a trovarne alcune vive, sarebbero ottimi soggetti di studio in quanto secondo me adattabilissime in un acquario, anche molto semplice!!

-Caratteristica ecologica della Famiglia, è proprio la eurialinità, presente in grado differente in molte specie. Spesso vivono infatti in paludi di mangrovie, o presso foci, dove sbalzi di salinità sono notevoli, e variano anche in dipendenza a cicli circadiani e annuali.
Ma questo spesso comporta un grosso problema per la riproduzione captiva: non si sa con sicurezza a quali livelli di salinità, e con quali variazioni degli stessi schiudano le uova/sviluppino le larve (per quanto la deposizione avvenga di norma in acque dolci al 100% )

-Con le piccole Smaragdia si potrebbe invece tentare un allevamento, mantenendole in acqua costantemente salata... oppure in acqua salmastra, potendo accedere ai loro biotopi sarebbe infatti agevole misurare la salinità, e come questa varia (se varia) nel corso dell'anno.

-Sarebbe poi molto interessante accertare se queste popolazioni 'dulciaquicole' o quasi sono geneticamente segregate, se stanno avviando una speciazione a dar origine a una specie 'continentale', stabilmente dulciaquicola - come per es. è Theodoxus fluviatilis (Linnaeus, 1758), piccola specie affine ma di acque 'solo dolci' presente in Italia.

-Ammesso di riuscire ad ambientarli insieme (per accoppiarli) in condizioni di salinità 'intermedie', si potrebbero accoppiare esemplari da acque salmastre X salate, e valutare la adattabilità della prole... ma siamo già troppo avanti :D

Edited by fabrizio3 - 16/1/2011, 00:46
 
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granchiocorridore
view post Posted on 16/1/2011, 14:28     +1   +1   -1




Ciao Fabri :D ,
sono tra le prime foto che tento di fare con il trinoculare, ma penso che occorra molta esperienza....
Pertanto al momento non posso di più!!
Ecco i lati dorsale e ventrale di una delle viridis, come da te richiesto.
Saluti-Granchio

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p.s. Ora mi accorgo che forse occorrerebbe un foto ritocco che eliminasse tutto quello che c'è di più attorno al perimetro del soggetto (le proiezioni di ombre)!!
 
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view post Posted on 17/1/2011, 01:11     +1   -1
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Belllissime, grazie Granchio :D

anche se 'sforma' un po' la pagina (forse riuscirò a integrarla, non preoccuparti) penso che valga la pena di tenerle anche così, in bella evidenza!
 
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granchiocorridore
view post Posted on 22/3/2011, 21:51     +1   +1   -1




Ciao ragazzi,
vi propongo il nicchio di una specie che non è che si trovi molto facilmente sia nei detriti raccolti in mare che lungo le nostre coste, nella fattispecie dovrebbe trattarsi di quello della specie nominata "Mitromorpha (Mitrolumna) mediterranea Mifsud,2001 ". Trattasi di una specie che possiede un piccolo nicchio (conchiglia), che può raggiungere gli 8 o poco più mm, quella nelle foto è lunga 3.3 mm e pur se nascosto dalle foto, possiede a metà della sua lunghezza un foro di predazione molto caratteristico, tondo e con lati conici, riconosciuto come quello di qualche altro gasteropode, che evidentemente non aveva niente di meglio da fare che quel di cibarsi del mollusco di questa piccola conchiglia. Questa specie e quelle del suo genere rientrano anch'esse tra quelle con abitudini alimentari di tipo carnivoro, quindi in questo caso un animale carnivoro piccolo predato da un carnivoro più grande, è l'infinito "gioco" che in natura privilegia gli animali più grandi rispetto ai piccoli... E' la prima della specie che trovo lungo la costa laziale, in detrito proveniente dal litorale di Marina di Palo, da un luogo chiamato dai locali "fortino" e la prima in uno stato di consevazione discreto, con un buon colore e con le sculture del nicchio ben evidenti sia la spirale che la assiale, nonchè con protoconca (parte apicale della conchiglia) integra di circa due giri, poco più poco meno. Riterrei che debba trattarsi della specie su nominata, in quanto le sculture su dette si incrociano tra loro a formare un reticolo del tipo detto a cancellata ed in quanto presenta n° 5 cordoni spirali sopra la linea di sutura che divide le sue successive spire. Ora il dubbio, visto che in un recente passato ho avuto già a che fare con conchigliette di questa specie, è che pur essendo stata trovata a riva in detrito portato sulla battigia da una recente mareggiata, questa possa appartenere alla specie "Mitromorpha (Mitrolumna) olivoidea (Cantraine, 1835) ", che in pratica dovrebbe essere simile alla prima su nominata, ma che vive in fondali più profondi del mare nostrum??
Qualcheduno sa se le due specie del genere su nominate, possano tra loro distinguersi per diversi particolari presenti sui loro rispettivi nicchi, oltre per il fatto che vivono in habitat situati su fondali diversi, M. Mediterranea su bassi fondali , M. Olivoidea su alti fondali?
In Mediterraneo attualmente vivono in tutto n° 5 specie del genere Mitromorpha, di cui vi sottespongo i nomi e rispettivi scopritori:
Mitromorpha (Mitrolumna) karpathoensis (Nordsieck, 1969)
Mitromorpha (Mitrolumna) mediterranea Mifsud,2001
Mitromorpha (Mitrolumna) melitensis (Mifsud, 1993)
Mitromorpha (Mitrolumna) olivoidea (Cantraine, 1835)
Mitromorpha (Mitrolumna) wilheminae (Van Aartsen, Menkhorst & Gitt..., 1984)
Attendo con interesse qualche vostra risposta,
saluti- granchiocorridore

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view post Posted on 23/3/2011, 15:33     +1   -1
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Domanda altamente specialistica, Granchio.... :unsure: :blink:

Ma ti prometto -è poco o nulla- di aiutarti con ricerche di testi in Rete, se qualcosa si può trovare... e intanto ti ringrazio moltissimo per la pubblicazione di questa interessante specie, che mai ebbi modo di reperire in zona (come sai, sono molto vicino a Palo laziale qui); negli anni passati trovai sì nel detrito spiaggiato bellissimi esemplari della stessa Famiglia (Turridae, come erano classificate al tempo), ma questa specie in particolare non la ho davvero mai incontrata.
E' un contributo prezioso!


-Diciamo, così intanto per 'inquadrarla' , da renderla meglio 'interpretabile' anche agli appassionati non-specialisti del Forum, che si tratta di un piccolo Gasteropode marino predatore, della Famiglia Turridae (oggi però inclusa nella Famiglia Conidae , sotto forma di diverse 'Sottofamiglie')

-Va detto che i 'veri' Conidae, come tradizionalmente intesi, oltre che per la morfologia della conchiglia, abbastanza tipica, si differenziano anche per la radula, che conserva il solo dente centrale, che può essere eiettato a mo' di arpione e, collegato a una ghiandola velenifera, paralizza e uccide la preda.

-Anche le (tradizionali) Turridae hanno una radula simile, sempre di tipo 'toxoglosso' (= lingua-velenosa), con ghiandola velenifera annessa (non sempre però); ma la loro radula è meno 'specializzata', ha tre dentini per fila e, da quanto ne so, non c'è un dente utilizzabile a mo' di 'arpione avvelenato'.
-Le piccole (ex) Turridae comunque, come la specie in foto, si nutrono specialemente di piccoli Anellidi e invertebrati di taglia compatibilmente piccola; possono anche essere spazzine/necrofaghe.


-Per inquadrare ora la Famiglia su scala più ampia, aggiungo che essa è nell'Ordine Neogastropoda (lo stesso di Muricidae, Buccinidae ecc ecc, tutti carnivori o quasi), l'Ordine più evoluto, nell'ambito della Sottoclasse (o 'clade') Caenogastropoda, che comprende la maggior parte delle specie marine, spesso con conchiglia robusta; ne fanno però parte anche moltissime dulciaquicole, (Ampullaria, Melanoides ecc ecc), e molte terrestr, tra cui la più nota per noi è Pomatias elegans.
 
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granchiocorridore
view post Posted on 23/3/2011, 18:39     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio :D ,
vedo che gli altri amici/che del forum, stentano ad intervenire in argomenti simili, specializzati si, ma non troppo, penso comunque con un po di buona volontà accessibili a tutti. Le microconchiglie da come evidenziano le foto su esposte, sono veramente belle ed interessanti, anche perchè gli studi sulle stesse in molti casi sono tuttora in corso e molte di queste devono ancora essere scoperte, forse anche per il Mediterraneo. Grazie per la tua integrazione di dati, veramente valida ed utile, spero comunque che o te od altri mi aiutino a comprendere le diversità morfologiche tra le due specie su citate, che nel passato sono state oggetto di refusi e diversi studi. Ogni contributo al riguardo è ben accetto.
Aggiungo inoltre che comprendo che questo forum forse è nato più per discutere sui gasteropodi terrestri, ma quelli marini da cui presumibilmente i terrestri hanno origine, non vedo perchè non possano disporre di una sezione interamente a loro dedicata, forse ciò aumenterebbe l'interesse verso questo forum!
Anche i gasteropodi marini possono essere allevati in appositi piccoli acquari, dando luogo alla nascita di nuovi esemplari, che possono così essere studiati nella loro biologia ed etologia sin dai primi stadi della loro crescita.
Saluti-Granchiocorridore

Edited by granchiocorridore - 23/3/2011, 18:53
 
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view post Posted on 23/3/2011, 18:49     +1   -1
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Grazie ancora a Te Granchio, che contribuisci pian piano a stimolare questo interesse, ne sono sicuro!
Verissimo che sopratutto a livello di micro-gasteropodi, specie da scoprire potrebbero ancora essercene (più quelle che si 'spostano' da areali più caldi, come Nodilittorina echinata, o anche Eastonia rugosa tra i bivalvi)

Cerco con le mie osservazioni 'generaliste' di creare un raccordo e avviare un possibile interesse, che può benissimo estendersi a casi specifici, spero senza nessun timore di essere 'troppo' specialisti!

-Questa sezione sul forum ancora stenta a decollare, ma stai aggiungendo materiale prezioso che contribuisce al raggiungimento di un livello critico, ti ringrazio :)
 
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granchiocorridore
view post Posted on 23/3/2011, 18:59     +1   -1




Ciao Fabrizio :D ,
se è necessario il livello d'interesse per i marini possiamo renderlo critico al massimo, ovvero basta inserire nuovi argomenti. L'Italia è una penisola contornata da circa 4000 km di coste, e forse l'interesse per le conchiglie marine, in più casi facili da reperire, oggi è notevolmente sviluppato!!
Saluti-Granchiocorridore
 
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granchiocorridore
view post Posted on 26/3/2011, 19:54     +1   +1   -1




Clathromangelia granum - Autore: (Philippi, 1844)
trovata a Marina di Palo lazile tra detrito spiaggiato il 05-03-11, lunga circa 5 mm.
Incremento l'argomento "conchiglie marine" con questa foto, di un esemplare che trovo per la prima volta ed all'inizio scambiato per la più comune Mangelia stosiciana.
Prego Fabrizio se può di ridurre la foto come dimensioni, al momento io non posso.
Saluti-Granchiocorridore

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granchiocorridore
view post Posted on 27/4/2011, 18:47     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio :D ,
aggiungo la foto di un particolare Calliostoma laugieri di colore viola, trovato questo mese a Marina di Palo lazile. Ne ho trovati diversi di questo tipo, non sono rari come molti dicono occorre insistere nella ricerca nel detrito.
Saluti-granchiocorridore

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granchiocorridore
view post Posted on 4/2/2013, 19:58     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio :rolleyes: ,
aggiungo la foto di una Ovatella che per il colore posseduto sembra la firmini, ma per la forma delle pliche sul labbro di columella parrebbe la myosotis, lunga 8 mm, da detrito sardo. a te l'ardua sentenza!
Un saluto-Granchio
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view post Posted on 5/2/2013, 03:11     +1   -1
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Ciao Granchio :)

Ovatella (Myosotella) firminii dovrebbe avere il terzo dente molto pronunciato, e una scultura ''reticoata'', non so se
in questo esemplare sia presente..

-Trovai molti anni fa qualche guscio spiaggiato di O. myosotis nel detrito prima della Torre, ma purtroppo ricerche (attuali)
in loco non mi hanno permesso di reperirne, né viventi né altri gusci... :(

Il Genere è di grande interesse, quasi di ''transizione'' tra specie marine e specie (Stylommatophora) terrestri, di
cui ricorda verosimilmente un lontanissimo 'antenato'. Pur essendo anfibie, dotate di cavità polmonare, queste
chioccioline si riproducono in acqua, e presentano una fase larvale veliger (non so se tutte le specie).

Dovrebbero essercene alle saline di Tarquinia, mi diceva Subpoto... ma purtroppo pare siano inaccessibili :(
 
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granchiocorridore
view post Posted on 19/11/2018, 17:48     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio :) ,
è un po che non mi faccio vivo, ma in pensione pare che abbia più da fare che prima, comunque qui tutto bene. Ti informo che non riesco a vedere più le foto dei post, stessa situazione di qualche tempo fa, non so da cosa possa dipendere? Ho riletto questo Link, in particolare ho messo a fuoco la discussione che hai avuto con la Simovit, relativa alla difficoltà di reperire le Bulma rugosa, prima Astrea rugosa, tipiche dei bassi fondali del Mediterraneo. Ho letto che Simovit è di Napoli, pertanto visto che le conoscenze che ho di questa specie sono relative al litorale laziale, non so quanto ciò che esporrò possa tornarle utile, certamente però a riguardo dell'habitat tipico di A. rugosa, forse ciò la potrà orientare nella sua ricerca o eventualmente in quella di altri amici interessati a trovare questo mollusco vivo. Diversi anni fa seppi, da un caro amico, che a fianco dell'ex scarico del nucleare di Latina, ora demolito, c'era una secca vicina alla costa, ad una profondità variabile dai 5 ai 10 m, dove si potevano reperire esemplari maturi di questa specie. Andai nella località e a seguito di una immersione in apnea circa a 6 m di profondità, potei raccogliere 5 stupende Bulma rugosa vive e diversi gusci di altre ormai morte.
La secca esiste ancora, basta recarsi sul luogo e cercarla molto vicino alla riva. Inoltre proprio vicino a Torre Flavia a Ladispoli, dopo le mareggiate non è infrequente reperire spiaggiati i gusci di questa specie, sia di conchiglie morte da poco che di altre fossili, inclusi i rispettivi opercoli. Di fianco a torre Flavia vi sono delle secche che ho intravisto a pochi m di profondità, ma che si inabissano velocemente, secche abitate anche da un'altra specie, oggetto di diversi post che abbiamo curato insieme, le Stramonita haemastoma, molte in forma consul. Di Bulma rugosa inoltre trovai, circa 3 estati fa, presso un basso fondale di 1 m di profondità, in località Baia del Porticciolo, Alghero, Sardegna, due esemplari vivi, di cui uno notevolmente grande, purtroppo non li potei riportare vivi a Roma, ma di entrambi conservo i nicchi ed i loro opercoli. Inoltre durante una gita giornaliera, fatta con la mia famiglia presso l'isola di Ventotene, questa vicina a Napoli, trovai diversi esemplari morti di tale specie, sempre in un basso fondale vicino al porto dei pescatori, dove c'è un faro, fondali profondi al massimo 7 m. In quell'occasione raccolsi anche delle Stramonita haemastoma morte, lunghe circa 8 cm, con nicchio completamente conico e liscio, un paio di Cerrizi vulgatum, di dimensioni ragguardevoli ed anch'essi morti e cosa rara una Cypraea spurca, morta da poco perché il suo guscio era ancora molto lucido. La Cypraea la vidi su un fondale di circa 6 m e rovesciata tra sassi bianchi, fu proprio un avvistamento fortunato. Tornando alle Bulma rugosa di Ventotene, mentre ci avvicinavamo al traghetto che ci riportava a Formia, passammo su una stradella che costeggiava il porticciolo dei pescatori dove ce ne era uno intento a pulire le reti. E' classico per appassionati di conchiglie chiedere ai pescatori se dispongono di qualche guscio di conchiglia, così feci con questo signore, il quale mi disse che non aveva conservato le conchiglie, recuperate durante la pesca con il tramaglio a bassa profondità, ma soltanto gli opercoli di alcune, che prontamente si tolse da una tasca, non avendo nessuna difficoltà nel regalarmeli, erano di Bulma rugosa! Certi pescatori sono molto gentili, era quasi dispiaciuto di non aver conservato le conchiglie con il mollusco per poterle poi regalare! Tutto quanto sopra, per informare che Bulma rugosa vive sicuramente su fondali poco profondi e che per recuperarne degli esemplari vivi, occorre soltanto cimentarsi in una ricerca snorkeling, fatta a bassa profondità su fondali con scogli di vario tipo, rocciosi, ma anche di tipo mammellonare a vermeti, cosparsi di alghe di vario tipo.
Al prossimo intervento,
Granchiocorridore
 
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