Marmorana serpentina, (Apocalypse)

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view post Posted on 8/7/2011, 22:58     +1   +1   -1
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non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)
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Marmorana serpentina (Fèrussac, 1821)


Regno: Animalia
Phylum: Mollusca
Subphylum: Conchifera
Classe: Gastropoda
Sottoclasse: Orthogastropoda
Superordine: Heterobranchia
Ordine: Pulmonata
Sottordine: Eupulmonata
Infraordine: Stylommatophora
Sottinfraordine: Sigmurethra
Superfamiglia: Helicoidea
Famiglia: Helicidae
Sottofamiglia: Helicinae
Tribù: Murellini
Genere: Marmorana
Specie: M. serpentina


Esemplare sub-adulto raccolto ad Alghero (Sardegna), località Capo Caccia, in mezzo a rocce calcaree.


Nome scientifico: il nome attualmente in uso ed accettato globalmente è Marmorana serpentina, mentre in passato le è stato attribuito anche Helix serpentina. Il nome di questa specie deriva probabilmente dal fatto che abita spesso interstizi e fratture nel marmo o nei minerali del gruppo serpentino.

Biotopo d’origine: specie endemica della Sardegna e della Corsica, importata accidentalmente anche in Toscana a causa dei trasporti di rocce provenienti dalle isole e destinati alla costruzione di chiese e palazzi.


Esemplare adulto raccolto a Tempio Pausania (Sardegna) su un muro di granito.


Riconoscimento: non è l’unica Marmorana presente in Italia, ma è facilmente confondibile solo con M. muralis; purtroppo non possono essere fatte delle identificazioni certe senza esame del DNA. Solitamente, però, un paio di differenze aiutano a distinguere le due specie, anche se molto variabili: la presenza di un callo scuro piuttosto marcato per tutto lo stoma (di solito assente nella M. muralis) e la presenza di una banda di accrescimento in più nella M. serpentina. Entrambe le specie hanno l’ombelico chiuso. Talvolta, oltre le classiche chiocciole con la conchiglia striata, si possono reperire esemplari dal nicchio completamente bianco: questa variazione è stata denominata M. serpentina var. isilensis da Marianna Paolucci (1882).


Esemplare adulto di M. serpentina var. isilensis, raccolto ad Alghero (Sardegna), località Capo Caccia, in mezzo a rocce calcaree.


Dimensioni: di solito gli esemplari adulti arrivano ai 2cm di diametro della conchiglia, ma sono riportati dati di chiocciole che raggiungono i 3cm.

Abitudini: specie facilmente rintracciabile su mura (negli interstizi delle pietre/mattonelle, dietro grondaie, sotto davanzali…) o negli anfratti tra le rocce. Preferisce terreni calcarei, ma è possibile rintracciarla anche in zone con rocce granitiche, basaltiche o metamorfiche. Passa anche interi mesi in riposo durante i periodi più caldi e freddi dell’anno (in estivazione o in ibernazione) per poi svegliarsi al ritorno di temperature/umidità ottimali.

Alimentazione: in natura si nutre di licheni crostosi/fogliosi e di foglie secche semi-marciscenti ammorbidite dalla pioggia. In cattività gradisce carote a fettine e piccole porzioni di lattuga romana. Mangia avidamente l’osso di seppia, utilissimo per il corretto sviluppo della conchiglia.

Riproduzione: È una specie ermafrodita insufficiente, non in grado cioè di autofecondarsi. Nella fase del corteggiamento, M. serpentina trafigge il partner con dardi calcarei per stimolare l’emissione di sperma. In natura, personalmente, non ho mai osservato né accoppiamenti né covate, ma in cattività ho assistito a una riproduzione con presenza di dardi calcarei, anche se non è stato deposto nessun uovo. Solitamente si accoppiano in primavera e in autunno, depongono le uova una settimana circa dopo la copulazione e queste si schiudono al massimo dopo un mese, dando alla luce dei piccoli già completamente autosufficienti.


Esemplare adulto raccolto a Tempio Pausania (Sardegna) su un muro di granito.


Allevamento: specie poco prolifica e non adatta ai neofiti. Richiede un terrario abbastanza spazioso sviluppato anche in altezza; andrà benissimo un fauna-box, un box portaoggetti o un contenitore per vestiti con delle prese per l’aria (fessure o fori ricoperti da una retina non metallica a maglia fine, da attaccare con colla a caldo o silicone). Il fondo dovrà essere alto una decina di cm ed essere composto per metà da terreno humifero e per metà argilloso/calcareo. Sarà gradita la presenza di molteplici pietre di vari tipi, disposte solidamente in modo da formare fessure e cavità anche nel substrato. Come elementi di arredo secondari, qualche corteccia in decomposizione, un pezzo di sughero, del muschio e dei licheni crostosi/fogliosi sulle pietre (che verranno anche avidamente mangiati dalle chiocciole). Si potrà nebulizzare più o meno una volta a settimana con dell’acqua decantata (ovvero normale acqua del rubinetto ma lasciata “riposare” qualche giorno in un catino, in modo che evaporino le sostanze dannose come il cloro), ma si dovrà interrompere la fornitura di cibo e la nebulizzazione nei periodi più caldi e freddi dell’anno in modo da favorire l’estivazione e l’ibernazione e quindi i ritmi naturali di queste chiocciole. Consiglio di tenere il terrario non in casa, ma fuori, a riparo da sole e piogge diretti; starà benissimo in un ambiente con temperatura mite, quali un garage, un box o una terrazza riparata.

Guida realizzata interamente da »Apocalypse} (Nicolò Sotgiu).
E' severamente vietato modificare e/o riprodurre questa Scheda senza il consenso e il permesso del sopracitato autore.



Edited by Acha-Roby - 9/7/2011, 00:27
 
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