Testacella scutulum (Sowerby, 1821)
Testacella è un Genere di 'limacce' davvero molto particolari, che presentiamo qui sul forum per la prima volta.
E' molto difficile reperirle, anche se forse sono molto, molto meno 'rare' di quanto non si creda; e approfittando delle piogge (e temperature al contempo in salita) di questi giorni,
vorrei sollecitare tutti quanti a cercarne, nei rispettivi luoghi di residenza; cosa questa utile anche a 'mapparne' la distribuzione, che temo sia ancora poco chiara, per le ragioni che poi spiegherò.
Ma occorre una premessa sull'originalità di queste affascinanti 'limacce', su ciò che le rende così 'speciali'.
Come già scrissi molte altre volte, non esiste una 'famiglia' che raggruppi assieme tutte quelle che comunemente chiamiamo 'limacce'; ma al contrario, la loro condizione è il risultato della progressiva riduzione/atrofia/scomparsa della conchiglia, che si è verificata in modo indipendente e autonomo, diciamo 'parallelo', in diverse famiglie di 'normali' chiocciole, che avevano un tempo la conchiglia.
Questa riduzione è oggi osservabile in tutte le sue fasi: a partire dagli
Arionidae, che conservano solo piccoli granuli residui di carbonato di calcio dispersi nei tessuti dorsali, vestigia della antica conchiglia di loro ormai lontanissimi antenati, fino a specie in cui il processo è appena all'inzio, come le
Hemiplecta e affini, che pur presentando ancora una 'normale' conchiglia, già mostrano in questa evidenti segni di riduzione (come nel nostrano
Cantareus apertus, che la ha sottile, ridotta quanto a numero di spire e notevolmente aperta, come il nome stesso suggerisce).
Testacella scutulum è una di queste forme 'intermedie', uno di questi "quasi 'anelli di congiunzione" (almeno in senso morfologico); un "anello" che, nella ideale 'catena' di continuità morfologico/evolutiva /chiocciola--->limaccia/, è sito ormai vicino alla 'estremità terminale', ossia alla condizione di 'vera e propria limaccia'; ma con una traccia eloquente del suo passato.
Infatti, le
Testacella ancora presentano, all'estremità posteriore del corpo, un residuo esterno di conchiglia, piccolissima e ridotta in pratica all'ultimo giro, slargato e appiattito 'a orecchio' (quasi sempre la riduzione della conchiglia segue questo stesso, identico percorso: anche
Cantareus apertus ha l'ultimo giro che prevale su tutto il resto, e se fosse 'schiacciato' -e tutto ridotto di dimensioni- in un'ipotetico procedere della lungo il suo percorso evolutivo, ricorderebbe molto proprio la conchiglia vestigiale delle
TestacellaCome già detto, le diverse famiglie di 'limacce' traggono spesso origine da altrettanto diverse famiglie di 'chiocciole'. Per esempio, le più comuni
Limax e
Limacus, hanno come 'parenti col guscio' gli
Oxychilus, per citare un genere abbastanza noto.
-Le
Arion, molto diverse anatomicamente (limacce-pomodorino), sono invece 'imparentate' con i minuscoli
Discus, chioccioline piatte e dall'aspetto e dimensioni di una lenticchia!
-
Le Testacella, invece, sono 'parenti' delle Euglandina, le famose 'wolf -snails' rosa, predatrici di altre chiocciole.(La Superfamiglia è la stessa:
Testacelloidea http://en.wikipedia.org/wiki/Testacelloidea )
E proprio come le
Euglandina e affini, anche le
Testacella sono predatrici, seppure in modo molto diverso (la tendenza all'alimentazione animale è abbastanza frequente, nel percorso evolutivo 'chiocciola ---> limaccia' )
-Al contrario delle loro più note 'parenti' americane ancora provviste di conchiglia, note per essere voraci, agili e velocissime, e con un ciclo vitale assai rapido (circa un anno, pare), le nostrane
Testacella sono invece bestiole assai lente, specializzate nel cacciare lombrichi.
E questo comporta anche un'altra loro singolare caratteristica: quella di essere
specie 'ipogèe', ossia viventi sempre (o quasi sempre) nel sottosuolo, a mo' di talpa, per intenderci. Sempre a caccia di lombrichi; che però, come mi spiegava l'amico Piergy (di Forum Aracnofilia
http://forum.aracnofilia.org/index.php?sho...la&fromsearch=1) che le allevò, pare che si limitino ad attenderli, restando a lungo in appostamento per poi catturarli solo quando questi giungono casualmente a portata di 'bocca', quasi a cozzar loro contro! Una strategia molto diversa quindi, da quella delle 'predatrici attive' loro cugine, le
Euglandina (o le nostrane
Poiretia). Una volta catturata la preda, però, dentelli radulari a uncino la trattengono, impedendo così al lombrico di sparire ritirandosi nel terreno come di norma farebbe, rapidissimo.
Le catture sono però relativamente rare, come è facile intuire; e infatti, le effettive esigenze alimentari delle
Testacella (come in generale accade per i 'predatori passivi') sono piuttosto ridotte. Di qui, la (presunta) lentezza dell'accrescimento e la loro scarsa attività, oltre a una probabile scarsa prolificità, di sicuro inferiore a quella di 'limacce' più note.
-Forse, come spesso capita a quelle specie che vivono in ''felice isolamento' in piccoli ecosistemi insulari, senza competitori attivi, il fatto di occupare una nicchia ecologica così isolata e 'tranquilla' perché relativamente poco frequentata (il sottosuolo), è ciò che concede alle
Testacella il 'lusso' di vivere con lentezza, di 'prendersela comoda' (anche per quanto riguarda la riproduzione, temo ...
); è raro infatti che debbano competere per il cibo o fuggire a predatori (forse talpe?), e il loro ambiente resta più o meno sempre lo stesso, con condizioni stabili; protetto com'è da escursioni termiche e mutamenti stagionali in genere.
Altra caratteristica anatomica notevole è la posizione dello
pneumostoma (apertura respiratoria): questo è di consueto sito sul lato (destro) del corpo, sia nelle 'chiocciole' che nelle varie 'limacce' (più anterirmente negli
Arion e affini, più indietro nelle
Limacidae )
Nelle
Testacella, invece, lo
pneumostoma è sito pressappoco all'estremità posteriore del corpo : una adattamento provvidenziale, che consente loro di respirare l'aria residua negli spazii che si lasciano dietro penetrando nel terreno.
Gli occhi delle
Testacella, ormai pressoché inutili data l'esistenza ipogea, sono quasi atrofici: dalle foto più sotto, si può notare come i tentacoli oculari terminino a punta, senza il caratteristico ingrossamento a globo (l'occhio) che di norma presentano, sia in chiocciole che in 'limacce'.
La speciale nicchia ecologica delle
Testacella, condivisa da pochissime altre specie di Gasteropodi (ricordo da noi la minuscola
Cecilioides acuta), le rende anche specie 'misteriose' e difficili da studiare, ma anche solo da determinare come presenza/assenza, per una data località.
Potrebbero essercene, insomma, letteralmente 'sotto i nostri piedi', e noi potremmo però non accorgercene mai!
Per quanto mi riguarda, per anni le cercai invano senza riuscire a vederne mai neppure una: Piergy mi diceva di averle trovate (presso Pescara) sollevando grossi massi poggiati su terreni argillosi (=ricchi di lombrichi) incolti, dopo forti piogge.
Non persi occasione di cercare nella mia zona, dopo piogge, nel modo indicatomi da Piergy; ma in anni e anni, non trovai mai nulla... ero ormai convinto che non ce ne fossero affatto, dalle mie parti.
Ma meno di un mese fa, dopo un violento acquazzone cui seguì repentino un pomeriggio assolato e caldo, mi recai in visita a un grande vivaio vicino casa, a Roma (zona Monte Mario), come spesso faccio, attratto dalle sempre interessanti novità botaniche che questo eccellente vivaio offre.
Si tratta di un ''vecchio'' vivaio, nel quale, nonostamte i necessarii trattamenti di manutenzione, riesce a sopravvivere un ''campionario'' di Flora spontanea locale, della quale spesso ho così l'occasione di raccogliere campioni. E allo stesso modo, vi si trovano ''naturalizzate'' piccole erbe esotiche, come
Eclypta alba, che scoprii proprio quest'anno.
Un esempio felice di coesistenza di specie locali e non, che si estende anche alla microfauna: così, per quanto riguarda le chiocciole, vi è insediata una
Monacha sp., pare di specie tipica delle regioni meridionali, forse pervenuta con qualche zolla di agrumi.
-Per l'occasione, come è mia consuetudine, feci anche quella volta un piccolo sopralluogo lungo i bordi ''incolti'', in cerca di
Oxychilus e qualche eventuale limaccia.
Sollevando con attenzione un mattoncino di tufo appoggiato sul terreno, alla 'periferia' poco disturbata dell'appezzamento del vivaio, stentai a riconoscere.... la 'mia' prima
Testacella scutulum!
Non me la aspettavo lontanamente...
Quello che notai subito, nella 'limaccia' che in un primo istante avevo creduto essere un
Arion, fu proprio il lombrico, saldamente trattenuto nella bocca!
Forse sono arrivate di recente con la zolla di qualche pianta al vivaio; ma forse (ipotesi assai più probabile) erano là da anni, 'da sempre' magari... eppure non le avevo mai viste!
-Non volendo prelevare un esemplare 'singolo' -miro sempre alla riproduzione-, mi misi alacremente alla ricerca, ispezionando tutti i possibili ''nascondigli'', sempre con la massima attenzione a non spostare o danneggiare nulla. Mi limitai quindi a isèpezionare gli oggetti non troppo pesanti; ma ben presto, scrutando con attenzione sotto un vaso di plastica, -anch'esso direttamente appoggiato sul terreno, umido e argilloso -, ecco apparire altre due
Testacella, molto più piccole della precedente
-Purtroppo sono limacce difficili da allevare, ancora più delle altre; anche se riuscirci non è impossibile. A parte il substrato, che dev'essere profondo, di argilla grassa e fessurata, occorre assicurare nel medesimo una fitta presenza di di lombrichi, soprattutto di taglia medio-piccola.
Disgraziatamente però non riuscii a trovarne; e i pochi lombrichi (giganti) che avevo raccolto in sito per l'occasione, sperando che proliferassero dando ben presto vita ad abbondanti mini-prede, morirono invece per sovraffollamento uccidendo così anche le Testacella...
-Una nuova piccola incursione, la settimana scorsa, mi permise di trovarne altre quattro... ma non riuscendo ancora a reperire nei negozi di esche vermetti di taglia adatta (a parte pochissimi, reperiti a mano setacciando il suolo), le ho poste a riposo in frigo, a 5 gradi, dove sembra stiano bene (ma intanto sto cercando ovunque questi mini-lombrichi... alla peggio, lo stesso Piergy, gentilissimo, riuscirebbe presto a procurarmene).
Il fatto che ce ne fossero di grandi, medie e piccole, anche se concentrate tutte in una zona del vivaio (quella più 'incolta' e umida), mi fa pensare che non si tratti di un arrivo accidentale e neppure troppo recente, ma che una pur piccola popolazione vi si sia già stabilita. O almeno lo spero...
Non lesino le foto, e anzi ve le propongo nel formato diretto, perché ho molta premura che tutti quanti lle 'memorizzino' bene e da subito, magari mettendosi alla loro ricerca finché le ultime piogge pre-estive lo consentiranno!
Do anche un esempio di '
dove' trovarle, come tipologia di terreno (almeno nel mio caso): questo deve essere argilloso, 'grasso', che appaia lucido quando bagnato e con consistenza pastosa, tipo creta; la cosa importante è che vi siano lombrichi in abbondanza, perché sono questi a consentire la sussistenza delle popolazioni di
Testacella (sulla cui dinamica non sappiamo ancora nulla di preciso, temo..)
Noto anche che si concentrano (almeno per quello che ho constatato finora) nella parte più 'bassa' del vivaio (che è in pendenza), in un'area che è quasi costantemente tenuta umida, quasi bagnata, dalle acque reflue degli annaffiamenti, che vi confluiscono. Però il terreno si asciuga, periodicamente, almeno in alcune parti; e può anche inaridire molto, in superficie.
-
Ottimo cercare dopo piogge forti, magari brevi ma molto intense, soprattutto se poi torna sole e caldo; e comunque non le troveremo mai allo scoperto (anche se la pioggia le spinge fuori, un po' come accade coi lombrichi), ma tenderanno sempre a restare sotto massi, di tufo ma meglio ancora 'pieni', silicei, a contatto col terreno; occorre sollevarli, e scrutare sotto. In posti come vivai, dove forse grazie alla concimazione e all'abbondanza di nutrienti (=lombrichi) possono perfino prosperare (restando sottoterra sfuggono anche a pesticidi e trattamenti varii); è bene guardare (con cautela) sotto grossi vasi, soprattutto di plastica, come quello in foto; sempre che siano a diretto contatto con la superficie argillosa; anche lastre di marmo o altra pietra possono essere rifugi, se ben a contatto col suolo.Orti, vivai e simili (se vi sono strutture impermeabili, pesanti ma sollevabili, come pietre piatte, teloni neri in PVC e grossi vasi di plastica), sono anzi a mio parere i siti più favorevoli, perché ricchi di materia organica e quindi di lombrichi.Le
Testacella si riconoscono facilmente (anche se sulle prime possono apparire come
Arion o altro), grazie alla conchiglietta squamiforme residua, caratteristica inequivocabile (resta poi da stabilire di quale delle tre specie di
Testacella presenti in italia si tratti). Poi, ribaltandole, il piede presenta in contrasto col dorso bruno, un brillante colore giallo-arancione, che appare anche sugli orli, lateralmente.
Eccovi le foto... e spero di ricevere presto notizie di altri ritrovamenti!!
Se intendete prelevarne un paio per studiarle/riprodurle, fate però sempre in modo di assicurarvi un approvvigionamento di mini-lombrichi; mi raccomando!Ecco la visione ventrale (purtroppo sfuocata ma il colore è quello -la testa è l'estremità più stretta)
Piccolo e (?) adulto
Come può apparire un esemplare giovane, contratto:
Dettaglio dei tentacoli appuntiti, senza occhi evidenti all'estremità
Luoghi di rinvenimento; massi (di tufo) a terra, e vaso
Clicca qui per accedere alla discussione https://mondogasteropodi.forumfree.it/?t=55497756Edited by fabrizio3 - 6/12/2012, 19:37