Chiocciola marina gigante Cesenatico: identificazione, aiuto, Salve, sono un apneista, vedo spesso chiocciole grandi quanto il pugno di un uomo, sin dagli anni 90; che specie è?

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Emy-meggy
view post Posted on 18/8/2016, 10:46     +3   +1   -1




:cry: :sick: :cry:
 
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manuel.lucchi1
view post Posted on 18/8/2016, 17:22     +2   +1   -1




Credo di si.

Il mio compagno di pesca le utilizza per fare il sugo. Io no l'ho mai assaggiato. Lui dice che è buono. Esistono anche ricette orientali inerenti a questo mollusco. Da noi, in Romagna, non è ancora riconosciuto a livello gastronomico; anche se ce ne sono veramente tanti.
Alla stregua della Scapharca, erroneamente riteuta inmangiabile, ma che in realtà è ottima e prelibata.
Secondo me, queste specie alloctone, ormai inserite dagli anni sessanta, saranno oggetto di rinnovate politiche di rilancio gastronomico, come al nord delle Marche; ma per ora, i residenti, le diffidano.
 
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view post Posted on 18/8/2016, 21:36     +1   -1
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non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)
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Anche se sono vegetariano penso che dopotutto sia una buona cosa, che trovi
un utilizzo gastronomico!
Cosa pessima invece se decidessero -per quanto difficile, per fortuna- di eradicarla
come si accingono a fare con altre specie ''alloctone'' :angry: - quasi sempre
innocue e, oltretutto, mai viste '''in giro''!! -_-

Se la pesca umana (anche per la conchiglia, che è stupenda) aiuta a mantenerne sotto
controllo il numero, forse anzi si scongiura che diventino mai ''troppe'' e che quindi a
qualcuno venga mai l'ideuzza balorda -_-

E' invece, come molte altre specie combattute, è un prezioso arricchimento alla nostra
fauna, che -rispetto ad altri continenti, anche a pari latitudine, è davvero scarsa :che cavolo si ''tutelano'' non si capisce :( :angry: Magari entrassero conchiglie così
da altri mari, una volta ogni tanto!!!
Mi dispiace solo che non sia reperibile anche qui sul Tirreno : ho sulla costa qui davanti
le bellissime Stramonita loro affini, ma mi piacerebbe un giorno trovare anche loro!
Magari qualche mercato del pesce, con pescato di provenienza adriatica... speriamo :)

-Le Scapharca le conosco, le trovavo dai pescatori a Vasto (Abruzzo ) da bambino
(andavo sempre a rompergli le scatole in cerca di conchiglie e altri animaletti :lol: ) e, da
quello che poi lessi, forse le mie furono tra le prime segnalate in Adriatico, verso
fine anni '70 (le prime credo che furono segnalate nel '74, non so esattamente dove).

DI provenienza indopacifica, anche loro hanno ''parenti'' nostrane, tra cui le notissime e
particolarissime Arca noeae.
Entrambe hanno una caratteristica quasi unica, tra i Bivalvi (e rarissima tra i Gasteropodi, solo le Planorbidae la hanno) : ossia, il ''sangue rosso'', contenente
emoglobina come il nostro!
-Questo colore rosso (bellissimo) del molliusco, sembra che sia poco apprezzato e, sia
pure senza fondamento, alla base del rifiuto di usarle come alimento.

E' invece una soluzione evolutiva vincente, perché lì'emoglobina permette loro di
respirare bene in acque anche calde e povere di ossigeno, dove altri molluschi morirebbero
prestissimo.
-E ricordo, io che da piccolo prendevo sempre chioccioline marine e bivalvi sperando
(invano ) di farle vivere a lungo, che 3 Scapharca le trovai sopravvissute, addirittura
in un sacchetto con acqua salata con cui me le ero riportate in città e che avevo ''perso''
in macchina, ritrovandolo dopo un paio di giorni con loro ancora vive :blink:

E' un altro mollusco interessante... e anche se ne preferisco la versione ''vivente - in acquario'' per la bellezza, devo dire che chi ne fa un uso gastronomico si dimostra
intelligente e concreto, al contrario dei tanti politicastri (e ''biologi'' da strapazzo al soldo di questi :angry: ) che non sanno vedervi altro che un ''problema'' ; come se una Specie in più
trasgredisse qualche Ordine divino... -_- Se non ci fossero state migrazioni non ci
sarebbe stata nessuna evoluzione, e anzi prima delle recenti glaciazioni, il nostro Mare
era pieno, di specie che oggi si trovano solo ai Tropici :cry: .... e questi deficienti, fanno tragedie se UNA specie dai tropici finalmente, ogni tanto, rifà capolino da noi....
 
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view post Posted on 18/8/2016, 21:52     +1   +1   -1

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Mancavano i tuoi messaggi :lol:
Certo esistono specie alloctone dannose (nutrie ad esempio, scoiattolo grigio un altro), ma se come queste non arrecano alcun danno perché eradicarle?
Anzi a me piacciono :lol:
Qui da me si mangiano anche terrestri, tradizioni...
Ma sono contrario alla caccia in natura, solo da allevamento :tafazzi: :tafazzi:
Purtropoo vedo spesso venditori ambulanti, nel mio paesello da 4000 abitanti, vendere sacchetti di plastica pieni si chiocciole prese in natura :angry: :angry:
Come molti sanno qui è tradizione. <_< <_< :angry:
Sì sono deficienti :angry:
Non andare più via fabrizio!
Qui servi!
Ciao :D ;)

Edited by Reptilia00003 - 19/8/2016, 00:25
 
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view post Posted on 18/8/2016, 22:48     +1   +1   -1
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cercherò di restare Rep , più che posso :lol:
(in questo periodo ho anche morie inspiegabili di rettili e nemmeno ho ancora capito
perché :( è preoccupante, e soprattutto, davvero demoralizzante e frustrante :cry: )

Per le specie ''alloctone'' il discorso è complicato, .... ma nella maggior parte dei casi si attribuiscono
a loro dei danni prodotti da attività umana -_- e si usano come '''capro espiatorio'' :(

-Diciamo che il 99% del nostro territorio è ''innaturale'', le specie selvatiche sono
comunque costrette a sloggiare, che sia per urbanizzazione o per agricoltura...

-Gli scoiattoli grigi per es, ''competerebbero'' sì con i nostrani rossi MA.... dove questi
ultimi vivono, cioè in pochissimi posti!!!

-Diciamo che i grigi sono più adattabili e , per es, provvederebbero a una ''presenza
scoiattolesca'' in posti e città e regioni dove il ''rosso'' mai e poi mai si ambienterebbe...!

-Mangiano qualche rametto (di cui un milione di volte tanto però finirebbe come 'scarto
potatura comunale''o segatura o legna da ardere), qualche seme....saranno più
prolifici, ma diamo il tempo agli equilibri naturali di riassestarsi e anche loro saranno di
nuovo limitati e contenuti, sicuro :)
-E' piuttosto l'attività umana che toglie spazi e risorse al -più esigente- scoiattolo rosso
nativo, diciamo che questo grigio ha il ''torto'' di esser più di bocca buona e riuscire a insediarsi in posti meno ospitali ...forse ci si spaventa vedendolo anche dove prima non
c'erano scoiattoli, ma se è così. benvenuto :)
Devo dire anche in questo caso, che in tutta la vita (tranne un paio di fugaci apparizioni da piccolo in vacanza in Abruzzo), non ho MAI visto UNO scoiattolo libero, né rosso, né grigio ... né violetto né a pois -_- :angry: :cry:

-E ora questi idioti hanno fatto di tutt'erba un fascio, e messo in lista di eradicazione anche
le innocuissime Tamia :cry: :angry: di cui è ora vietata la riproduzione, e che quindi
andranno tristissimamente a estinguersi (spero vivamente che non accada :angry: )
-Dove sarebbero i tamia 'infestanti'? Forse qualche sporadico fuggiasco avvistato qua e
là nel nord italia (anche io ne trovai -senza riuscire a prenderlo-uno fuggitivo da bambino
in strada, a Roma, e però mica si sono acclimatati -altrimenti ora dovrebbero essercene a milioni :angry: )

-Così, chi da noi non vive in una di quelle pochissime regioni o aree specifiche dove esiste ''naturalmente'' lo scoiattolo rosso
(immaginando che l'altro venga distrutto), non può più nemmeno ''compensare'' questo
vuoto ospitandone e creandogli un microhabitat (voliera ecc ) in casa o giardino, visto che anche quelli in cattività sarebbero condannati all'estinzione... è delirante :cry: :cry: :angry:

_le nutrie hanno sì prodotto qualche danno sui fossi, in alcuni posti, canali e cedimenti ma... sono fossi
su cui si va col trattore e con la motozappa, la ''natura'' non esiste più manco dipinta
su quelle sponde... :cry:
-Diciamo che può provocare qualche danno agricolo indiretto, e allora si prende il pretesto
che sono ''alloctone''.... ma i cinghiali, per es, che sono nostranissimi, di danni ne possono fare moltissimi, e infatti li odiano e se ne invoca lo sterminio... anche se qui non possono attaccarsi alla scusa che sono ''alloctoni'' -_-

-Devo dire che qui, fra due importanti oasi umide costiere del Lazio, il fosso vicino
ospitava molti uccelli acquatici, anche i Martin pescatore... e vidi raramente qualche
nutria.. Poi, con gli anni, hanno preso a radere i canneti sulle sponde, rusparle
barbaramente, raschiare terra ecc per ''pulire'''.... rusultato : non cii sono più nutrie
(rarissimamente ne vedevo cmq), e non ci sono più nemmeno uccelli, di nessuna specie,
e i pesci sono tutti spariti per gli scarichi dei vinifici, acido solforico per pulire le botti -_-
-Ecco chi fa il 99% dei danni :angry:
-e il peggio, è che ''risolvono''.... eliminando le poche cose ''belle'' che ci sono (e molto meno diffuse di quanto si creda, poi :( )

Non desidero nessun danno agli ecosistemi : ma dove sono ormai oggi gli ecosistemi, e
quanto sono poveri? :cry:

-E spesso l'immigrazione di questo tipo compensa proprio le situazioni più tristi : il Nord
Adriatico è ''povero'' come numero di specie, anche perché sabbioso-poco salato, più
freddo del resto del Mediterraneo; e guarda caso, è proprio in questo areale ''povero'',
quindi, come dire, con 'molti posti liberi', che si sono insediate moltissime specie
interessanti, favorite anche dal traffico navale, dai molluschi ai crostacei e non solo!

-Per i Naturalisti intelligenti è un arricchimento, nel vero senso del termine ; e anche
per gli altri, l'impiego gastronomico dimostra ''fantasia'' e adattamento, aspetti anche
questi di Intelligenza ; dopotutto, anche se il burocrataccio ue o il biologaccio prezzolato potranno condannare la specie in quanto ''aliena'', la persona di Buon Senso capisce benissimo che, come sono commestibili crostacei e molluschi ''nostrani'', così lo sono quelli., e che anzi rappresentano una variazione e una novità anche sotto questo aspetto ... e
il problema si risolve da sé, nel più naturale dei modi ;)


_Poi altro problema è il depauperamento delle popolazioni naturali, di specie ''nostrane'' ; spero che i ''lumacari'' che vedi tu Rep, non contribuiscano a
questo :unsure: :(
 
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granchiocorridore
view post Posted on 19/8/2016, 19:51     +2   +1   -1




Ciao a tutti,
ho appena letto questo link, veramente interessante, vorrei intervenire partendo dall'ultima osservazione fatta da Fabrizio, che mi ha fatto venire in mente qualcosa di diverso, ma interessante, la possibilità che una specie aliena per il Mediterraneo come Rapana venosa, possa alterare l'equilibrio di qualche specie autoctona, che vive in ambienti simili. In tal caso, la specie che mi preoccupa di più è quella di "Stramonita haemastoma", che può condividere il medesimo habitat della R. venosa, ma pare che quest'ultima specie tardi a colonizzare le acque del mar Tirreno, dove S. haemastoma staziona regolarmente su quelle parti di costa che dispongono di roccia. Pare di ricordare che un esemplare di R. venosa sia stato reperito nel lago costiero di Paola (RM), ma poi non ci sono state altre notizie simili, quindi un fatto episodico, per fortuna perché in quel lago vi sono diversi allevamenti di Vongole e di Mitili, di cui pare che R. venosa sia ghiotta. Ho letto che i pescatori di Vongole dell'alto Adriatico sono preoccupati della presenza di questa specie aliena, in quanto come su accennato prediliga cibarsi di Vongole, ma ciò dovrebbe essere dimostrato e documentato, non penso comunque che un mollusco che staziona abitudinariamente sui frangiflutti di roccia, poi per cibarsi abbandoni questo habitat è vada a fare veloci o lente scorrerie in un ambiente totalmente diverso quale quello dei fondali sabbiosi dove vivono le vongole!! Probabilmente se c'è una specie veramente a rischio a causa della predazione di R. venosa , questa è il Mytilus galloprovincialis, quella che noi in modo dialettale chiamiamo cozza,
un fatto che avvalora questa mia ipotesi, è che il colore interno alla fauce di R. venosa è rosso, come rosso è il colore di detta zona anche in S. haemastoma, pare per quest'ultima proprio per questa sua analoga abitudine alimentare di cibarsi prevalentemente di M. galooprovincialis. Chissà se in uno dei prossimi anni avremo la possibilità di vedere le due citate specie vivere in un medesimo habitat, quale delle due potrebbe prevalere sull'altra, oppure se tra le stesse, si possa stabilire una sorta di equilibrio, nel modo di predare gli altri molluschi di cui si nutrono e se quest'ultimi saranno sufficienti a mantenere in vita entrambe le specie??
A riguardo di R. venosa, la cui origine è il mare del Giappone, sarebbe interessante conoscere gli areali di tale mare in cui questa vive, tenuto conto che le isole più a nord dell'arcipelago dispongono di temperature del mare piuttosto basse, mentre quelle a sud dispongono di un clima tropicale, con temperature del mare che raggiungono i 30° C, probabilmente la specie se presente in ambo le condizioni climatiche su citate ha la capacità di tollerare notevoli sbalzi di temperatura ovvero sopporta più o meno bene le variazioni della temperatura.
Ciò che ho appena detto fa riflettere circa la capacità della specie d'adattarsi al clima del mare nostro, in questo caso il mar Adriatico dove d'inverno le temperature si aggirano intorno ai 10 °C, quindo R. venosa da qualunque zona del mar del Giappone da cui possa provenire, dovrebbe avere insita la capacità d'adattarsi repentinamente a qualsiasi temperatura del mare gli si possa presentare!! Nell'ipotesi che quanto suddetto possa corrispondere alla realtà degli habitat originari di R. venosa, la capacità insita di cui la stessa disporrebbe nell'adattarsi a diversi habitat, implicherebbe l'assenza nella stessa di un'indole evolutiva, in quanto la natura l'avrebbe già fornita di sistemi adattivi ai diversi ambienti in cui la stessa può trovarsi a vivere, dove il fattore temperatura è uno dei caratteri più importanti tra quelli che la stessa incontra in detti ambienti.
Saluti-Granchio
 
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view post Posted on 19/8/2016, 20:20     +1   +1   -1

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Buonasera GranchioCorridore!
Ho letto spesso tuoi messaggi e devo dire che sei un mito in gasteropodi marini!
E' la prima volta che leggo e rispondo a un tuo messaggio, mi sento onorato!
Interessantissima spiegazione!
Ciao, Reptilia :D
P.S. Spero tu resti attivo ;)
 
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view post Posted on 20/8/2016, 02:10     +1   +1   -1
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Sì Rep, Flavio (Granchiocorridore) è un appassionato malacologo di vecchia data, con
pluridecennale esperienza di immersioni, e pazienza certosina nello
scoprire, al microscopio, chioccioline mlillimetriche tra i detriti raccolti in spiaggia,
e -cosa ancor più difficile- , riesce con meticolosissimo studio a distinguere specie similissime, sulla base di dettagli infinitesimi :blink:
Ci siamo anche incontrati qui da me, Granchio mi ha regalato alcune piccolissime
specie stupende di Lampedusa tra cui un CLausilidae endemico, e grazie a me sta prendendo sempre più interesse alle specie terrestri, accettando come dono gradito dei gusci di alcune delle mie Achatinidae :)

-Dovremmo anche presto rivederci e forse perlustrare i dintorni, Granchio conosce la mia costa ma ''da
subacqueo', e forse mi permetterà di reperire esemplari viventi di Conus e altre specie
interessanti, per future osservazioni in acquario!

- Interessanti come sempre Flavio le tue osservazioni :) (devo risponderti per mail, entro domani lo farò!)
Sono varii in effetti gli scenari possibili, ma
io tendo a essere ottimista, pensando che sarà comunque presto o tardi raggiunto un equilibrio tra le varie specie
('proprio perché il Mediterraneo di oggi ne ha ''meno'' di quante dovrebbe, causa crisi salinità, glaciazioni, isolamento....)

-Rapana e Stramonita sono affini, e anche 'simili'' : cerchiamo di capire cosa le
differenzia.

Rapana direi che è ''euriecia'' ossia adattabile a una vasta gamma di temperature,
salinità e forse anche substrati ;
Stramonita è, al contrario, ''stenoecia'' ( da stenòs = stretto, oikos(ecio-) = casa,
ambiente , habitat) ; ossia, è compatibile con una gamma di condizioni più ristretta
e specifica.

-Questo vuol dire, in teoria, che mentre Rapana potrebbe vivere dove vive Stramonita,
non è detto che Stramonita riesca a vivere in tutti gli habitat che sono invece
accessibili a Rapana.


-Spesso però le specie euriecie, più ''plastiche e adattabili'', sono anche meno specialiste;
possono cioè vivere ''un po' dappertutto'' ma, non essendo specialiste, non dovrebbero
arrivare a competere in modo pericoloso con le occupanti specializzate.

( se qualcuno è ''bravo a far tante cose'', difficilmente però, in ciascuna di esse,
sarà a un tale livello da superare chi quella specifica cosa la fa ''da esperto'', per intenderci).

Così forse non è un caso, che Rapana si sia insediata in Alto Adriatico, perché appunto
in Adriatico Stramonita è assente ( tranne sud della Puglia); anche se forse Rapana
è tendenzialmente più legata alle sabbie, forse attratta dai banchi di bivalvi come suggerivi....

E forse invece sugli scogli e substrati rocciosi. è meno a proprio agio di Stramonita;
sicuramente riesce ad andarci, ma ''ìpenso'' che sia , appunto, avventizia, non
a proprio agio come la cugina locale; se ''gioca in casa'', non credo che Stramonita
debba temere le Rapana, anche se più grosse :)

-interessante l'ipotesi del rosso della fauce, forse carotenodi assimilati dalle cozze,
quindi?
Possibile, dovremmo verificarlo..! Potrebbe anche essere ''endogeno'', perché molti
Murici (ma anche altre Famiglie, con diete diverse) presentano stoma o fauce rosso,
rosato o arancione (anche molte specie terrestri), e questo anzi è un aspetto che mi
ha sempre incuriosito e a cui finora non trovo risposta :unsure:

Ci sarebbe , con esperienza in acquario :

1) somministrare cozze, e altri bivalvi e notare se sono apprezzate, e in che misura
percentuale (e quali specie sono predilette);

2) far crescere delle piccole Rapana con / senza dieta di cozze, dopo provato che le
gradiscono... e riscontrare se ciò influenza poi la colorazione della fauce (lo stesso
esperimento si potrebbe fare anche con Stramonita, ovviamente!)

Spero che in alto Adriatico l'attuale equilibrio si conservi ; fa ben sperare il fatto che,
in diversi decenni dall'insediamento, danni sensibili alle colture di bivalvi non ve ne
siano; ma in questo senso è anche bene che Rapana sia ''pescata'', come cibo o per
bellezza della conchiglia, ciò contribuendo a frenarne eventuali boom demografici,
vedremo!

Edited by fabrizio3 - 20/8/2016, 03:45
 
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view post Posted on 20/8/2016, 09:13     +1   +1   -1

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Sembriamo all'università, imparo tante cose :)
Oggi Castel di Tusa mi regalerà qualche gasteropode marino interessante spero :)
Dimmi una cosa Fabrizio, il Clausiilidae Lampedusano è Lampedusa lopadusae?
Appena vado sull'isola la cercherò, voglio allevarla!
Ciao :)
 
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view post Posted on 20/8/2016, 12:27     +1   +1   -1
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sì credo sia proprio lei ma devo ricontrollare (e ritrovare, nel caos)
scatolino prezioso :D
Allevale senz'altro se riuscirai a trovarle :)

-Avevo anche speranza che potessero essere ancora vive-sigillate (resistono per mesi
anche grazie al clausilium) ma ahimè erano di oltre un anno prima , e provando a
bagnare la fauce e aspettando, non accadde nulla :(

( non poche volte ho fatto sogni in cui, alcune bellissime conchiglie marine come
Harpa, Strombidae varii ecc che ho in ''collezione'' fin da piccolissimo, rimesse in
acqua di mare si 'svegliavano' e dopo poco ne riemergeva il mollusco :( )

E a proposito, cerca di portare con te una tanichetta anche da 15 litri per prendere
acqua marina, potresti benissimo allevare qualche gasteropode più piccolo anche
in una vaschetta, posso darti tutti i consigli a riguardo :)
 
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granchiocorridore
view post Posted on 20/8/2016, 12:47     +2   +1   -1




Ciao Fabrizio e Reptilia 00003 :D,
come su accennato da Fabrizio, nel recente passato gli ho donato alcune specie di gasteropodi terrestri che vivono a Lampedusa, un'isola interessantissima per chi è appassionato di natura sia quella marina che la terrestre. Non ricordo a quale specie appartenga il Clausilidae a cui si riferisce Fabrizio, ma leggo caro Reptilia che sei intenzionato a recarti a Lampedusa, li non dovresti avere difficoltà a reperire detto mollusco, che ricordo raccolsi su una media parete rocciosa cosparsa d'umidità, durante la risalita dalla baia del Pulcino, una parete con centinaia di questi esemplari, ma in fase di riposo, forse con opercolo sericeo. Fatto sta che i pochi esemplari raccolti, li sistemai a casa in una scatola di plastica credendoli senza mollusco-ormai morti-, quelle utilizzate per conservare gli esemplari in collezione, dopo qualche tempo li trovai attaccati alle pareti, ora purtroppo saranno sicuramente morti. Durante quell'escursione alla baia del Pulcini, mi capitarono alcune cose che ricordo ancora , tra cui l'aver sentito in mare a bassa profondità un suono che pare emettano le cernie per difendersi da altri predatori, una sorta di clac-clac, molto metallico e sonoro, un suono che prima non avevo mai avuto la possibilità d'udire, che nel momento mi preoccupò un po', dato che il mare intorno all'isola quell'anno era frequentato dagli Squali, ma comunque tutto ciò che è nuovo in mare, può destare preoccupazione. Poi nella lunga risalita verso il parcheggio della macchina, circa 1 km di stradella sterrata, con passaggi difficili ed arrampicate varie, vidi dei massi di roccia di un colore marrone corniola con varie tonalità, che mostravano nelle loro sezioni diversi fossili, di cui alcuni li riconobbi come Blemniti, quindi l'isola dovrebbe avere anche giacimenti di fossili di epoche molto antiche, forse Giurassico.
A riguardo invece di Stramonita haemastoma, caro Fabrizio, ancora ricordo quell'annosa discussione in altro Forum, dove difendesti allo strenuo, la tua posizione circa la possibilità d'utilizzare una diversa e nuova terminologia per definire alcuni particolari dei nicchi della specie suddetta. Purtroppo ti scontrasti con dei malacologi del vecchio stampo, che giudicarono negativamente quella tua iniziativa, (all'epoca ebbi l'impressione che avessero dei pregiudizi verso te, che ti conoscessero già, o sbaglio...... ? Forse s'erano già confrontati con te in altra opccasione, dove parimenti gli devi aver dato del filo da torcere!!) forse perché in malacologia ogni nuovo termine adottato deve ricevere il consenso, l'approvazione di qualche organismo superiore preposto a tale funzione, non so, comunque se l'adottare delle cautele simili, comporta una fruizione più chiara della terminologia malacologica in uso, dico che tutto ciò ben venga, perché in questa scienza di confusione ce ne è già tanta e non penso che sia te che io vogliamo al riguardo essere i promotori di ulteriori errori. Comunque piacerebbe sapere quali sono i limiti della terminologia malacologica e se ve ne sono realmente, perché nel tradurre alcuni lavori fatti da noti malacologi, mi sono accorto che vengono spesso coniate nuove parole, non presenti nei vocabolari malacologici, che rendono difficoltosa la traduzione, in specile modo dalla lingua inglese, prestandosi a diverse interpretazioni del senso dei periodi.
Stasera se posso, vorrei dire alcune cose al riguardo del colore delle fauci delle Stramonite haemastoma, ora sono chiamato a pranzo....
Un saluto a tutti, Granchio

Edited by granchiocorridore - 20/8/2016, 18:12
 
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view post Posted on 20/8/2016, 14:05     +1   +1   -1
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Buon Pranzo Flavio, aspettiamo il nuovo post :D

Hai ragione, confusione ce ne è tanta già adesso...!
Termini equivalenti a quei miei usati non li ho mai incontrati, eppure sarebbero
utili per descrivere, grosso modo, tipologie morfologiche o deviazioni dal
modello consueto.... che comunque per esserci, ci sono :) Dobbiamo capire
come interpretarle

-Pensate che proprio ieri, su Mondogasteropodi di facebook, è stata pbblicata
la foto di una Lissachatina fulica.... piatta :blink: A vederla, pareva una piccola
Cornu o Eobania, e abbiamo risposto, probabilmente la hai immessa con le insalate
da piccolisssma senza accorgertene... e invece, foto più nitide ci mostrano colori
e tessuti tipici della fulica :blink:

-Speriamo che il piccolo mutante sopravviva, e che sia ereditabile...!
-Chiederò al ragazzo di poterle pubblicare qui sul forum :D

-E anche qui ci stiamo decidendo sulla ''terminologia' da usare, è ''a spira bassa''
ma io suggerirei '' brachizzata''', dato che ha l'asse columellare raccorciatissimo
rispetto al tipo normale delle fulica.


.... E pensare che molti, molti anni fa avevo, in un topici qui sul forum, ipotizzato
come possiibile mutante proprio una fulica ''piatta'' :blink:
 
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granchiocorridore
view post Posted on 20/8/2016, 19:34     +2   +1   -1




Ciao Fabrizio :) ,
a riguardo del colore delle fauci di Stramonita haemastoma, faccio presente alcune mie osservazioni fatte in mare, qui diciamo in due diverse località o stazioni di tale mollusco, ma nella realtà ho esplorato quasi tutto il litorale laziale e di analoghe osservazioni ne ho fatte in diversi luoghi dello stesso.
Uno di queste stazioni è quella presente sui frangiflutti a sinistra del nuovo porto turistico di Ostia, dove a bassa profondità ho raccolto alcune S. haemastoma che vivono su scogli che presentano colonie di vermeti, sai quelle che formano il trottoir. Le S. haemastoma ho avuto occasione di vedere che predavano tali vermeti, inserendo tra le suddette formazioni il loro organo di predazione, infatti quando le spostavo, detto organo veniva forzatamente fuori, mostrandosi. Queste S. haemastoma, la cui dieta doveva essere costituita solo o quasi da detti vermeti, avevano la fauce di un bel colore giallo chiaro, inoltre le stesse non presentavano i classici tubercoli tipici della forma "consul", ma invece disponevano di una superficie del nicchio quasi liscia, con lievi accenni di tubercoli. Le altre S. haemastoma di cui vi parlo sono quelle delle stazioni di Palo Laziale, presenti lungo tutto il litorale di Marina di Palo laziale, fino a davanti il castello di Palo L. I nicchi di queste ultime S. haemastoma, presentano invece una fauce che appena raccolte, è di un forte colore rosso acceso brillante e dispongono di superficie del nicchio con due file di tubercoli sopraelevati, dove di più, dove meno. Le Stramonita di Palo L., ho avuto modo d'osservare che si nutrono prevalentemente di Mytilus galloprovincialis ed in minore quantità di Patella caerulea di cui gli scogli della zona sono ricoperti. Quindi forse non occorre effettuare esperimenti in acquario per avere un'idea circa l'origine del colore interno alle spirali di questa specie, se credete a ciò che ho visto, opinione peraltro condivisa da altri malacologi.
Ora di questa specie la cosa che mi intriga di più è la presenza o meno sui loro nicchi dei suddetti tubercoli, che differenzia le due varietà citate di tale conchiglia, perché su alcune popolazioni si presentano detti tubercoli e su altre no? E' un fattore dipendente dall'alimentazione, dalla loro posizione sulle scogliere che le ospitano oppure è un qualcosa che dipende dal loro DNA????
Sapere questo, ci aiuterebbe a capire non solo i vari perché che tale specie pone, ma estenderebbe queste eventuali nuove conoscenze anche verso altre specie che presentano tubercoli più o meno accennati, tipo alcune della famiglia dei Muricidae quali: Hexaplex trunculus, Bolinus brandaris, Muricopsis cristata e Murexsul cevikeri; un fenomeno quasi simile si presenta anche su alcune specie di Mangelia, che possono avere le coste assiali più o meno spallate, tipo la M. vauquelini che frequentemente presenta anche il fenomeno della varicosità, ovvero della presenza di più varici lungo la sua spira, che espandono le citate coste assiali. Anche per questo ultimo genere di conchiglie citate, da mie osservazioni fatte su esemplari che vivono sulle scogliere a vermeti di Palo Laziale e di Torre astura (Ladispoli (RM), ho visto che detti luoghi sono soggetti a frequenti e violente mareggiate durante il periodo invernale.
Ci sentiamo prossimamente, sperando che le mie osservazioni non annoino nessuno, ma presto riprenderò la mia attività lavorativa e non potrò intervenire con frequenza nei forum!! Sig,Sig.
Granchio
p.s.
vi devo dire a riguardo di S. haemastoma qualcosa su alcuni fossili della specie trovati da amici presso giacimenti di antichi laghi costieri in località Massaciucoli , se ricordo bene in toscana, a presto.
 
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view post Posted on 20/8/2016, 21:13     +1   +1   -1
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non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)
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Spero Flavio che la tua ripresa attività lavorativa non c privi dei
tuoi interventi, che anche se fossero saltuari sarebbero sempre di
grandissimo interesse :)

Su Stramonita (e generi affini, per confronto) avremo moltissimo
ancora da dire, ho l'impressione :D ....non a caso è una delle Specie
che più colpirono la mia immaginazione, quando da bambino piccolissimo
presi a interessarmi di chiocciole-conchiglie, marine e non :)

Preziosissime le tue osservazioni, e Stramonita con fauce gialla non ne ho
mai viste...! Ammettendo che la dieta a base di vermetidi sia un'eccezione,
è altamente probabile che sia legata al colore della fauce.

Ma sarebbe comunque utile una controprova, facendo crescere dei giovani di
quella colonia con dieta controllata, a base di mitili.
Perché non si sa mai, il giallo potrebbe essere legato anche alla genetica di quella
popolazione ; però le Stramonita ''dovrebbero'' avere una fase veliger
abbastanza lunga, quindi difficile pensare a una popolazione ''stanziale'', e l'ipotesi
dieta di vermetidi resta la più verosimile.

Influenza della dieta sulla pigmentazione di Muricidae sono per es documentate
per la ectoparassita Coralliophila meyendorffi, di cui allevai con successo un
esemplare per oltre due anni in un piccolo acquario.
La mia era -come di norma sonp- tutta bianca-avorio, pur nutrendosi sui rossissimi
''pomodori di mare'' (Actinia equina) ; ma ho letto che esemplari reperiti su
Astroides calycularis, madreporario arancione, sviluppano sfumature arancioni sulla conchiglia, specialmente sulla fauce.

-Diciamo che anche la ''assimilabilità'' o meno di un dato pigmento, ha base genetica:
per esempio, pensiamo ai Fenicotteri rosa.
Essi traggono la loro colorazione dai carotenoidi contenuti nei crostacei planctonici
di cui si nutrono (che a loro volta li traggono da micro alghe ).

-Se un fenicottero vien allevato in cattività., con un cibo completo nutrizionalmente
MA privo di carotenoidi, il suo piumaggio resterà bianco-grigio.

- Viceversa però, se prendessimo un'oca bianca e la alimentassimo, appositamente,
con cibo ricco di carotenoidi, essa resterebbe bianca, perché il suo metabolismo
(per regolazione genetica) non le permette di incorporare il pigmento nel piumaggio
.
, anche se disponibile in abbondanza .

QUale è la situazione nei ''murici'''? Non lo so con certezza, ma penso che entrambi i
fattori possano concorrere.
Penso che una attività ''sintetica'' possa esistere : non dimenticando che i Murici, specie
più specie meno, sono capaci di metabolizzare l'indolo, derivandone la preziosa Porpora:
varii composti intermedii possono avere colorazioni diverse, gialle, blu, arancioni o
violette, come quel violetto che spesso ''sfiata'' da Murici raccolti o sofferenti.

Per es le Drupa, genere di piccole 'cugine' indopacifiche delle Stramonita, anch'esse
legate a scogliere, presentano fauce blu oltremare ( Drupa morum), oppure gialla
(Drupa ricinus -anche sottospecie bianche però), o arancione ( Drupa grossularia), o magenta chiaro
( Drupa rubusidaeus ).
-Non sarebbe difficile allevare queste piccolissime specie (e quindi sperimentare-osservare) se solo fossero reperibili viventi in commercio.... :(
E sarebbe prezioso sapere di cosa esattamente si nutre in habitat ogni specie
(Anche se credo non sia un fattore cruciale per allevarle, n.b.)

-Resta il ''mistero'' delle fauci rosse-arancioni-violette di tante Famiglie non
correlate ai Murici, anche terrestri, come Helicidae o Achatinidae.

Per es ha fauce (e a volte tutto l'ultimo giro) rosso-rosato anche Theba pisana,
pur non nutrendosi di cibi con carotenoidi ; oppure Archachatina marginata (arancione),
Archachatina degneri (porporino), Archachatina puylaerti ( vinaccia), anche seguendo
tutte la stessa dieta-base di insalata cetrioli banane e qualche croccantino... Ma poi,
a cosa ''servono'' dei colori che diventano visibili, in genere, solo dopo che l'esemplare
è morto, perché situati in una zona interna o quasi della conchiglia?


Ne accennai in questo articoletto https://mondogasteropodi.forumfree.it/?t=43696837

-Anche quello dei tubercoli, pronunciati o irregolari (come nelle consul) o invece
addirittura assente, la questione non è affatto banale ; e anche se i professori
liquidano il tutto come 'variabilità'', sappiamo bene che lo sviluppo di tubercoli
comporta molto maggior dispendio energetico, anche poi pe trasportare una
conchiglia molto più pesante!
Quindi, è normale pensare che abbia qualche significato... che cercheremo di
scoprire!

Edited by fabrizio3 - 21/8/2016, 01:51
 
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granchiocorridore
view post Posted on 22/8/2016, 11:31     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio :D ,
io non sono metodico come te nelle risposte, ovvero non riscontro le tue osservazioni in modo consecutivo ed anzi alcune le tralascio, mi scuso per questo. Ho letto il tuo precedente post, un'osservazione che m'è venuta subito in mente è quella che ricevetti da un grande della malacologia su altro forum, il caro Enzo Campani, che disse che le conchiglie vanno stimate in quanto al loro colore nei toni del grigio, ovvero che le conchiglie in ambito alla medesima specie possono presentarsi colorate in modo diverso! Interessante la tua osservazione, relativa al colore interno della spirale di Stramonita haemastoma, che estendo anche per Hexaplex trunculus, ecc, infatti dato che le pareti interne dei gusci di dette conchiglie contengono il mollusco delle stesse, a cosa serve tale colore?? In che modo può essere utile alla vita di tali specie? Effettivamente anche questa osservazione si presta a diverse ipotesi, p.es. che quando il mollusco si ritrae nel suo nicchio, chiudendo con l'opercolo la sua apertura, un buon tratto di spirale resta scoperto, ed essendo molto liscio si presta con difficoltà alla presa di altri molluschi predatori, oppure che faccia parte di un sistema semplice e complesso nello stesso tempo, d'attuare una difesa chimica della zona d'apertura della conchiglia, la quale potrebbe emettere delle sostanze chimiche repellenti per difendersi dai suoi predatori, sostanze che fuoriuscendo dallo stoma, poi non si arresterebbero in quell'ambito, causa l'eventuale porosità delle pareti della fauce, ma invece trovando in dette pareti delle superfici molto levigate avrebbero facilità nello spandersi nelle aree circostanti al mollusco. La lotta chimica deve per forza essere attuata dai molluschi, alcune osservazioni da me fatte in mare , ma anche sui nicchi che ho in collezione, mi portano a pensare tanto.
Infatti caro Fabrizio, come ci si spiega che gli attacchi predatori attuati da quasi tutti i gasteropodi, avvengono all'esterno dei vari giri delle spirali delle loro prede, ma mai in prossimità degli opercoli di queste ultime??
Evidentemente i gasteropodi predatori trovano conveniente aggredire le loro prede, in zone dove non possono riceve resistenza di alcune genere, forse inclusa quella chimica!
Anche i Polpi che sono voraci predatori di diversi generi di molluschi, quando hanno difficoltà ad aprire alcuni bivalvi per cibarsene, forse per il motivo suddetto, ma più probabilmente per la resistenza che i bivalve oppongono, effettuano dei caratteristici fori sulle loro valve, fori che se osservati al microscopio trinoculare presentano una circonferenza formata da diversi segmenti, che conferiscono a tali fori un aspetto poligonale. Perché i polpi non effettuano i detti fori sugli opercoli dei vari gasteropodi di cui si nutrono, o vicino alle zone del mantello dei bivalve, che è preposto al loro accrescimento?? Visto p.es. che gli opercoli dei Muricidae sono di tipo cartilagineo, risparmierebbero con un attacco frontale di questo tipo, molte energie , che devono prodigare invece per forare gli spessi gusci di tali prede!!!
Il colore interno alle fauci delle specie suddette, oggetto della discussione, proprio il colore è stato un po' trascurato, forse i vari colori messi in campo dalle diverse specie, potrebbero contribuire alla loro difesa, magari per fattori di carattere mimetico (che veramente ora non comprendo), oppure possedere un colore rispetto ad altro, potrebbe anche voler dire che quel colore può causare repulsione ai vari predatori di tale specie; in tutto ciò c'è da considerare che i colori delle fauci dei vari gasteropodi, come li vediamo noi fuori dal mare, poi in mare per fenomeni fisici, potrebbero assumere tonalità e significati del tutto diversi!!!
Caro Fabrizio, l'osservazione nell'habitat di come vivono le varie specie che lo occupano, la loro interdipendenza ed il confronto tra i diversi habitat che le medesime specie occupano in natura, comporterebbe un aumento sulla conoscenza del loro ciclo vitale, permettendoci forse di avere le idee più chiare di come le stesse eventualmente si evolvono, comprendere i meccanismi che regolano la vita penso che sia una cosa affascinante. Comunque l'allevamento in acquario di alcune entità malacologiche, potrebbe risolvere in parte alcuni interrogativi che le varie specie ci pongono, ma ciò comporta un bell'impegno a meno che uno non si affidi solo alla fortuna, ma credo poco alla fortuna, ma piuttosto al controllo della: durezza dell'acqua , dell'acidità, dei nitriti e nitrati, della pulizia degli acquari e quant'altro serva per la loro corretta conduzione, tutte cose che implicano impegno e conseguentemente tempo!!! Un mio sogno sarebbe quello di costruirmi un acquario di discrete dimensioni per sperimentare sulle Stramonita haemastoma, che non sono difficili d'allevare in tale contesto. Ricordo le informazioni che mi arrivavano da Grosseto dal caro amico Vittorio, circa l'immissione in una vasca del locale acquario (ora purtroppo dismesso) di vari esemplari di S. haemastoma, dopo qualche tempo le pareti di tali acquari erano cosparse dei "pulcini" juvenis di questa specie, che perdurarono poi per diverso tempo nelle vasche, il seguito non lo conosco.....
Saluti, Granchio
 
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