ciao Mario
ci sono diverse specie che mal si adattano alla ''cattività'', diciamo essenzialmente a un ambiente chiuso e stabile, e possono reagire con comportamenti anomali -essenzialmente, iperattività iniziale e poi crollo rapido; è il caso di varie specie eliofile, rupicole (ma con sorprendenti eccezioni), use ad ambienti soleggiati, aridi e con forti escursioni termiche.
Per le Cantareus, il problema è essenzialmente nel gradiente giusto di umidità e nella stabilità (relativa) del medesimo. L'argilla è importante perché assorbe acqua senza esser ''bagnata'', agisce un po' come un tampone, un ''buffer'' dell'umidità, impedendo alla chiocciola inglobatavisi di disidratarsi ma anche di esser svegliata da presenza di acqua libera circolante.
Chiaro che in natura è piu facile, perché piu è profondo il suolo, più è facile mantenere condizioni stabili.
Però anche qui mi chiedo, come sopravvivano svernando in terreni, argillosi si, ma che spesso in inverno si impantanano, almeno in superficie....
Non è ancora tutto chiarito, certamente, sulla fisiologia di questa particolare (ma anche di tantissime altre) specie...
-Le piccole, come correttamente osservi, sono piu resistenti grazie anche a un metabolismo piu attivo, che le rende piu compatibili con le condizioni di ''perenne primavera'' di un terrario umido e a temperatura domestica, costantemente mite. Questo è senz'altro favorevole, finché permangono nella fase di crescita attiva.
Notiamo comunque che in genere svernano anche piccolissime; ne trovai, scavando, nel mese di marzo, del diametro di appena 3-4 mm.