Riproduzione di Neritine e affini : protocollo orientativo sperimentale

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 20/2/2021, 01:35     +3   +1   -1
Avatar

non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)
****************

Group:
Administrator
Posts:
11,863
Reputation:
+2,914
Location:
Roma

Status:


Le "Neritine", in senso lato, sono piccole e graziosissime chiocciole acquatiche afferenti ad alcuni distinti Generi : Neritina, Vittina, Septaria, Clithon e altri.
Ospiti colorati e interessanti per l'acquario, il cui unico difetto consiste nella mancata riproduzione in cattività.
Per alcuni - preoccupati della eccessiva proliferazione delle chiocciole - ciò potrà addirittura rappresentare un ''pregio''.

Ma costituisce in ogni caso un problema : ''etico'', per chi preferisce animali appositamente riprodotti , contro i prelievi in natura. Prelievi, che poi spesso seguono logiche 'pazze' e passano in batter d'occhi dalla totale sregolatezza, al blocco/ban improvviso e definitivo ; lasciando ingiustamente e di colpo innumerevoli appassionati nel mondo privi di sempre più specie, spesso sovrabbondanti nel mercato fino al giorno prima....

E' quindi sempre imperativo, oltre a rappresentare una delle maggiori soddisfazioni dell'acquarista ( o terrarista e non solo) ottenere la riproduzione di ogni specie allevata : magari anche solo con piccoli numeri.
Un imperativo 'etico' , di soddisfazione personale ma anche ''pratico''.

Purtroppo è comune e diffuso un pessimismo categorico, parte di uno strano masochismo pseudo-virtuoso, che sempre più affligge la categoria degli allevatori di ''pet'' inusuali;
questo porta a dar per scontata l'impossibilità di allevamento e riproduzione di molte specie, col solo risultato di scoraggiare e bloccare a priori possibili ricerche di soluzioni.

Ne sono vittime anche le Neritine, la cui riproduzione domestica è considerata intrinsecamente impossibile. Circolano affermazioni - non verificate, per quanto mi risulta- riguardo alla non-schiusa delle uova negli usuali acquari di acqua dolce : quelli cui le Neritine sono (erroneamente, va detto) di regola destinate.

Si tratta infatti, anzitutto, di Gasteropodi di acque salmastre/salate e con cicli biologici che vedono spesso l'alternanza tra acque con livelli di salinità differenti. Gasteropodi spesso notevolmente eurialini, ciò che li rende capaci di adattarsi e ''vivere''/sopravvivere in acque totalmente dolci come quelle dei comuni acquarii ; ma appunto, si tratta di mera sopravvivenza, con probabile limitazione della longevità potenziale.
La riproduzione poi ne risulterebbe del tutto preclusa.

Ma cominciamo a osservare quanto segue :

- A differenza di Planorbis / Helisoma / Physella ecc ecc le Neritine ( appartenenti a un ''clade'' dei Gasteropodi molto antico ) hanno sessi separati.

In mancanza di un dimorfismo sessuale evidente, è quindi anzitutto necessario introdurre in una stessa vasca un numero quanto più possibile elevato di soggetti della stessa Specie.
In molti casi (presenza di pochi soggetti - sole femmine) potrebbero quindi esser semplicemente prodotte uova sterili : da ciò, la frettolosa conclusione dell'impossibilità di riproduzione in acquario.

Sembra pure che esista una 'sex-ratio' sbilanciata - le femmine sarebbero statisticamente più numerose dei maschi - motivo in più per tenerne ''molte'' di una stessa specie, sperando che almeno un maschio capiti nel gruppo.

-La deposizione delle Neritine (almeno per alcune specie) avviene comunque regolarmente in acquario, anche in acqua dolce.

Anzi le capsule ovigere risultantine, dall'aspetto di ''squamette'' o dischetti chiari di 2-3 mm di diametro attaccati ai vetri o ai legni ornamentali, rappresentano spesso un cruccio estetico per l'acquarista...

-NON ne segue però - almeno apparentemente- lo sviluppo in vasca di nuovi esemplari.

-E' tuttavia da presumere che la schiusa possa avvenire ugualmente (sempre ammesso che almeno un maschio sia presente n.b.!) , nonostante le uova siano state deposte in acqua dolce o appena salmastra.

-Se notassimo dopo poche settimane un piccolo foro al centro delle ''squamette'' , questo testimonierebbe inequivocabilmente l'avvenuta schiusa delle uova, microscopiche e contenute in gran numero all'interno di ciascuna capsula.

(In ogni caso, e specialmente con pH < 7 , in capo a qualche mese le capsule si eroderebbero lasciando solo un piccolo ''cerchio'' di calcare bianco a stento visibile- spesso ne risulta un pattern di ''cerchietti'' uniti l'uno all'altro).


-Il vero problema consiste verosimilmente nel fatto che le larve planctoniche , appena schiuse (microscopiche e pressoché invisibili a occhio nudo e forse presto aspirate dal filtro/divorate da pesci) , richiederebbero a partire da allora una salinità via via crescente per sopravvivere e svilupparsi ; in natura, tutto questo sarebbe assicurato dalla corrente del fiume, che le trasporterebbe velocemente (come veliger = larve planctoniche) verso la foce , in acque via via più salate.

-Le Neritidae rappresentano non a caso un'eccezione tra le famiglie di Gasteropodi dulciacquicole, che di regola non producono mai larve planctoniche : proprio per evitare che siano trasportate al mare.
Vi sono tuttavia eccezioni : nel genere Theodoxus si ha la schiusa di micro-chiocciole, e infatti questo Genere comprende specie -o almeno popolazioni/ecotipi- ormai stabilmente insediate nelle acque dolci, per es nel lago di Garda : queste popolazioni ovviamente non hanno alcuna fase ''marina''. E' anche possibile che alcune delle specie commerciate siano integralmente dulciacquicole : forse è il caso di alcuni Clithon, un Genere non a caso affine a Theodoxus .

Ma nella stragrande maggioranza dei casi, una ''fase marina iniziale'' è assolutamente imprescindibile.

Cosa possiamo fare dunque?

Dovremo fondamentalmente cercare di simulare, almeno in modo approssimativo, ciò che accade in natura.

-Si dovranno predisporre almeno DUE vaschette (quelle di plastica per alimenti ecc vanno benissimo) :
-Una di allevamento-deposizione, e
-Una di schiusa.


La prima potrebbe avere una capienza di soli 10 litri, per la seconda meglio 15 - 20.
-Occorre dotare entrambe di una pietra porosa e aereatore ( comoda soluzione è acquistare uno di quelli a due uscite, reperibili comunque a pochi euro), fissata sul fondo in posizione più o meno centrale, e di una

-lampada fluorescente, lineare, almeno da 12 watt ( o striscia led di intensità / lumen equivalente. Meglio quelli blu-rossi appositi per acquarii : con lampade a led normali per quanto potenti noto che la crescita delle alghe è scarsa...).

-Pacco di sali marini per acquario ( almeno da 25 litri - in genere acquistabile per pochi euro anche online).

-Legni per acquario, sassi piatti (facoltativi).


-Se dovessero insistere a deporre prevalentemente sulle pareti, si inseriranno lastrine plastiche trasparenti o semitrasparenti (anche ritagliabili su misura) da appoggiare alle pareti, così da poterle rimuovere con tutte le uova a deposizione avvenuta, magari anche ''ciclandole'' man mano che avviene la schiusa.

-NO filtri.

-Si partirà dalla prima vaschetta, ripiena di acqua dolce (la stessa di provenienza dell'acquario delle Neritine adulte, o di simile composizione), ''salandola'' poi poco alla volta DOPO l'introduzione delle chiocciole, fino ad arrivare a 3 grammi per litro (misura del tutto indicativa n.b.) ; questo, non tanto per stimolare la deposizione - (anche se è possibile che produca marginalmente pure questo effetto , forse le alte maree e l'arrivo di acqua salata in alto negli estuari potrebbero coincidere con picchi riproduttivi ) ; ma essenzialmente lo consiglierei per garantire condizioni ottimali alle riproduttrici, e far sì -a compensare la nostra sostanziale ignoranza di quanto realmente accade -, che le capsule ovigere siano deposte in ambiente già appena salino.

-PRIMA di introdurre le Neritine, in ogni caso, si dovrà attendere per alcuni giorni che la luce, tenuta accesa anche senza interruzione, abbia prodotto una abbondante crescita di alghe sulle pareti ; potremo avvolgere la vaschetta con fogli di alluminio per ''concentrare'' ulteriormente la radiazione luminosa.
Meglio ancora coadiuvare questo processo con l'aggiunta, in piccolo dosaggio, di comune fertilizzante liquido -in questo caso però, l'acqua andrà assolutamente cambiata del tutto prima di introdurre le chiocciole ; sempre usandone, preferibilmente, altra prelevata dell'acquario di provenienza delle stesse.

-Si potrà utilizzare acqua di rubinetto + fertilizzante per questa prima fase, per poi gettarla via a crescita algale avvenuta ; sostituendola quindi con l'acqua dell'acquario di origine delle Neritine , solo al momento di introdurvele.
-Insieme con le chiocciole, si introdurranno legni immergibili di vario tipo, meglio se vere radici di mangrovia, e con superfici piatte disponibili.
Questi sono importanti in quanto sembrano rappresentare il sito di deposizione generalmente preferito, se disponibile ; ed è essenziale, perché eventuali capsule deposte sui vetri non potrebbero esser rimosse.

Possibile introdurre anche sassi piatti sul fondo, e anche addossati alle pareti, sempre per la stessa ragione (ridurre possibilità di deposizione sul vetro - meglio comunque usare le sopraddette lastrine di plastica).

-Per questa prima vaschetta , si potrà partire riempiendola con 10 litri prelevati (idealmente) dall'acquario d'origine, e poi aggiungervi, gradualmente, una soluzione salina concentrata.

-Si preparerà e si userà questa soluzione concentrata nel seguente modo :

si scioglieranno 30 grammi di sale in un litro d'acqua, conservandola in una bottiglia ; ogni giorno, a partire da quello dell'introduzione, si aggiungerà un bicchiere di plastica (circa 80ml) di quest'acqua alla vaschetta delle Neritine, versandola molto lentamente sulla pietra porosa, mai direttamente addosso alle chiocciole.
Meglio ancora, disponendo di tempo, se lo stesso bicchiere d'acqua potesse esser frazionato nel corso della giornata, per rendere il passaggio il più possibile graduale.
In circa 10-12 giorni, si sarà così ottenuta una salinità di poco meno di 3 grammi per litro, nella vaschetta.

-SECONDA VASCHETTA :
si partirà direttamente con una salinità di circa 3 grammi per litro, la stessa della vaschetta di deposizione (per evitare shock osmotico alle capsule ovigere, che procederemo a trasferirvi poco dopo la deposizione).
Useremo una vaschetta da 20 litri circa, riempiendola inizialmente con 11 litri d'acqua + 35 grammi di sale.
(salinità risultante, circa 3 per 1000).
Andrà bene acqua di rubinetto, anzi è meglio che sia calcarea.

Aggiungeremmo goccia a goccia del fertilizzante liquido - fin quando le alghe verdi non avranno totalmente ''tappezzato'' le pareti a mo' di velluto.

-Quando ciò sarà avvenuto, rimuoveremo l'acqua presente e la sostituiremmo con nuovi 11 litri di acqua+35 grammi di sale.

-Prepareremo intanto a parte una soluzione, di circa 400 grammi di sale in 5 litri d'acqua, da conservare in bottiglie.
--------------------------------------------
Avvenuta la deposizione, si sposteranno lamine plastiche / sassi / legni interessati, in questa vaschetta di schiusa.

Si dovrà quindi attentamente controllare ogni giorno, anche con una lente, la schiusa delle capsule ; dovrebbe apparire un forellino sulla superficie bianca della capsula.
Anche se forse non riusciremo a vederle, dovrebbero a quel punto esserci le piccolissime larve - veliger - natanti nell'acqua.

Solo da allora si potrà iniziare a ''salare'' ulteriormente l'acqua della vaschetta di schiusa, versandovi circa 6 bicchieri al giorno dell'acqua salata preparata a parte - idealmente, circa 1 bicchiere ogni due ore, nell'arco della giornata.
(Dosaggio eventualmente da correggere, se divenissero disponibili dati precisi su gradienti salini / distanza dalla foce e velocità media dei fiumi interessati).

-Se la schiusa iniziale riguardasse solo una piccola percentuale delle capsule, conviene comunque iniziare subito, ma, a mo' di ''compromesso'', salare più lentamente (es solo 3 bicchieri al giorno), fino a salire a regime pieno quando la maggior parte delle capsule sarà schiusa.

Arriveremo così gradualmente a una concentrazione finale di circa 26-27 grammi per litro, prossima a quella delle paludi salmastre dove in natura i veliger giungono e metamorfosano.
Il processo di metamorfosi /settlement dovrebbe richiedere al massimo qualche settimana, trascorso il qual tempo i veliger ''cadranno'' sul fondo ora in forma di minuscole chioccioline.
Ricordiamo ancora che le larve -veliger- sono planctoniche, spesso semitrasparenti e probabilmente invisibili o quasi a occhio nudo (alcuni veliger si vedono, ma non credo questi, davvero molto piccoli).

-Si alimenteranno con fitoplancton : per questo è importante mantenere sempre luce e crescita attiva delle alghe. Sarà probabilmente necessario integrare con Spirulina in polvere ( pochissima per volta) o piccole aggiunte di ''acqua verde'', colture di fitoplancton ecc, (spesso acquistabili da privati o a volte in negozi specializzati) aggiungendole eventualmente nei limiti di capienza della vaschetta e correggendo, in caso, la salinità (per compensare la diluizione, se le colture fossero in acqua dolce).

- Quando le prime minuscole chioccioline inizieranno a comparire, su pareti e sul fondo, si potrà lentamente procedere a un abbassamento della salinità, più lento però dell'innalzamento iniziale.
Questo perché , mentre le larve / veliger appena schiuse sono trasportate verso il mare dalla corrente, che per quanto lenta dovrebbe trascinarle alla foce al massimo entro pochi giorni, il percorso inverso, ossia la 'risalita' verso il fiume delle chioccioline ormai striscianti dovrebbe essere intuibilmente molto più lenta, avendo come massimo 'teorico' la velocità di locomozione delle chiocciole stesse, comprensibilmente assai ridotta.
------------------------------
PROBLEMI SUPPLEMENTARI :

- DEPOSIZIONI CONTINUE : potremmo spostare i legni nella stessa vaschetta di schiusa, ma se in questa la 'salatura' è in fase avanzata, subirebbero un possibile shock osmotico - possibile prevedere una terza vaschetta anche di sola ''transizione osmotica'', se si riscontrasse spesso questo problema.

- NERITINA PULLIGERA : in questa specie, le capsule ovigere vengono di solito deposte sulla conchiglia delle conspecifiche, che andrebbero quindi 'spostate' esse stesse - oppure occorre monitorare, aspettare schiusa per quindi versare nella vaschetta predisposta TUTTA l'acqua delle adulte, che dovrebbe allora contenere le larve, ancorché invisibili .

-Da notare che si tratta di un semplice schema d'azione, scarno e puramente indicativo : ulteriori dati acquisiti sulla biologia delle singole specie e sull'idrogeografia dei biotopi, permetteranno di aggiustare in modo ideale ( o in alcuni casi correggere radicalmente) i singoli parametri, incluse possibili variazioni di temperatura -parametro per ora non preso in considerazione.

Edited by fabrizio3 - 14/9/2021, 01:28
 
Contacts  Top
view post Posted on 20/2/2021, 10:17     +1   +1   -1

Curioso

Group:
Member
Posts:
6
Reputation:
+6

Status:


Grazie Fabrizio. Molto interessante! Leggerlo mi ha fatto venir voglia di provare a seguire il tuo protocollo e riuscire in questa difficile impresa. Mi salvo la guida per sviluppi futuri!😉
 
Top
view post Posted on 20/2/2021, 15:59     +1   +1   -1
Avatar

non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)
****************

Group:
Administrator
Posts:
11,863
Reputation:
+2,914
Location:
Roma

Status:


ne sono felicissimo Valentina :) Facci sapere quando eventualmente avvierai questo ''esperimento'' :)
Intanto aggiornaci con tutto ciò che riguarda l'acquarietto attuale :)
 
Contacts  Top
2 replies since 20/2/2021, 01:35   740 views
  Share