Coralliophila Meyendorffii

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fabrizio3
view post Posted on 12/4/2008, 00:12 by: fabrizio3     +1   -1
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non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)
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Ma Coralliophila Meyendorffii, avendo perso al radula, come lascera i tessuti dell'ospite per "infilarci" la proboscide?
Giustissima domanda Andrea!!! ...e finora non ne so nulla; posso provare a ricontattare quell'esperto di Murici, che mi aveva mandato anche due articoli extra; ma è un genetista, non un anatomista per quanto ne so, forse però potrà indirizzarci a qualche altra pubblicazione...
In ogni caso, qui la "radula" non serve: la radula è una specie di "nastro raschiante", ricoperto da file di dentelli il cui numero e forma è essenziale per la classificazione, ce l'hanno sia le "terrestri" che le "acquatiche-marine", ma serve fondamentalmente a "raspare", mentre la Coralliophila si limita a succhiare fluidi, come da una cannuccia. Di sicuro, come tu dici deve perforare i tessuti, può darsi che abbia qualche sottile stiletto, o l'estremità della proboscide forgiata a mo' di ago, potrebbe essersi formato un inspessimento calcareo sulla punta... io vedevo solo questa sottile "cannuccia", dall'aspetto molle, che sprofondava nei tessuti dell'attinia.

Poi, ho trovato che effettivamente i Buccinidae (quindi forse anche Anentome) hanno secrezioni velenose nella radula, "ammine quaternarie", usate per uccidere la preda, e potenzialmente nocive (solo in quantità elevate) anche per noi; la proboscide l'avrà lunga, perché deve "aggirare" la conchiglia delle prede; cmq sarai tu fra tutti noi il primo fortunato a vederle "in azione"!!!


CITAZIONE
potrebbe anche esserci qualche "gene migrante" che le Attinie nel corso del tempo hanno finito per "inserire" nel genoma dei loro ospiti, modificandone caratteristiche e comportamento, non sarebbe un caso unico.....

Questa cosa la vedo molto improbabile...dovrebbero solo esserci 2 "esseri" in grado di spostare DNA, i batteri (che hanno oltre al dna nucleare, del dna su un anello esterno al nucleo detto plasmide...poi possono duplicare e scambiarsi questo plasmide...passandosi quindi informazioni anche vitali...così nascono le resistenze batteriche agli antibiotici...) e i virus (il loro materiale nucleico si inserisce nel genoma della cellula "ospite"...vegono sfruttati dall'ingegneria genetica per questa loro caratteristica...)


Anche qui hai perfettamente ragione: e in effetti, io supponevo l'intervento di batteri, o di (retro)virus, come possibili "mediatori" di un tale scambio! Virus e retrovirus sono ovunque, e questo potrebbe essere in realtà un processo molto più diffuso, in natura, di quanto non immaginiamo... Io lo "intuii" per la prima volta 12 anni fa, essendo appassionato di "piante grasse", tipologia che come è noto riguarda in modo "trasversale" un gran numero di Famiglie botaniche del tutte "diverse", come Cactaceae e Euphorbiaceae, che subiscono il fenomeno evolutivo noto come "convergenza ecologica" ( e morfologica). Poi, si sa che l'habitat desertico è un fattore di "pressione selettiva" per l'evoluzione di succulente, ma altre specie (anche nella stessa famiglia) si evolvono adottando strategie distinte, come "tuberi" (o caudex) sotterranei fatti a mo' di fiasco, oppure sviluppando il cosiddetto "habitus ericoide", ossia foglioline piccole e aghiformi che riducono al massimo la traspirazione. Nei deserti del Sudafrica (Namib, Kalahari), si trovano tutte quante queste tipologie, anche in una stessa famiglia; gran parte delle Euforbie locali (ma anche delle "margherite" o delle Apocynaceae (oleandri ecc), hanno aspetto di Cactus. Nei sub-deserti d'America, i Cactus dominano, ma esistono anche specie minori di Euforbie, anch'esse "succulente". Il Deserto più grande del mondo si trova in Australia; a rigor di logica dovrebbero esservisi "evolute" succulente più o meno "cactiformi", dalle famiglie locali, e invece... le "succulente" endemiche in Australia sono praticamente inesistenti! Ci sono sì delle specie di Euforbie, adattate al deserto, ma tutte queste hanno "optato" per il già detto habitus ericoide, piccole foglioline per ridurre la traspirazione, niente parti "succulente" che accumulano acqua... Non riuscivo proprio a capire il motivo... anche perché, una volta trasferite in Australia, "Fichi d'India", altre Cactacee ed Euforbie succulente si sono trovate benissimo, diventando anzi un flagello e un serio problema di infestazione; allora perché in milioni di anni non se ne era "evoluta" nessuna simile sul posto?
Mi ci arrovellai per mesi, poi mi venne in mente che la prima "mutazione-succulenza" potesse essere avvenuta in una singola specie in Africa o America (quando erano ancora unite o quasi), poi, grazie a virus (e agli onnipresenti Afidi o "pidocchi verdi", che ne sono efficientissimi vettori), questa "succulenza" avrebbe potuto "contagiare" a caso varie linee evolutive colpite, anche in Famiglie molto diverse; l'Australia, distante, ne sarebbe rimasta semplicemente tagliata fuori...
La "succulenza" può manifestarsi a carico di varii tessuti, ma è fondamentalmente una ipertrofia delle cellule del "parenchima acquifero"; così pensai che potesse anche non essere un "trasferimento di geni", ma addirittura l'effetto di un'infezione, cioè la "manifestazione patologica" (ma vantaggiosissima, in habitat aridi) di un virus; che come tale, potrebbe aver ugualmente "contagiato" famiglie diverse, senza passare attraverso i gameti (trasmissione "orizzontale"), per integrarsi infine nel Genoma, come un qualunque "gene"; tanti virus provocano riduzioni, aplasie o al contrario crescite abnormi di singoli tessuti o organi.... Tutto questo lo scrissi nel '99 su un articolo per un giornale dell' Adipa, un'associazione botanica amatoriale (ma anche con studiosi, biologi ecc), e quasi mi presero per matto, quei pochi che ne capivano... Ma già nel 2002, un simile "trasferimento orizzontale" fu accertato nel genere Gnetum, cosmopolita, e gli autori lo attribuivano proprio ad afidi vettori a loro volta di virus. Poi i casi di riscontro hanno preso rapidamente a moltiplicarsi, sia per Piante che per Animali (prima come dici tu si riteneva possibile in natura solo per i Procarioti), e ad esempio si è scoperto che la Placenta si forma grazie a un Retrovirus (che guarda caso anche qui i Marsupiali, "isolati" in Australia o Sudamerica, non hanno), e su questo ho pochi giorni fa scritto -polemicamente :P - proprio sul forum di Simovit! C'è ora addirittura un interessantissimo sito che se ne occupa, http://www.panspermia.org/archindex.htm --> insieme ad altre questioni "di frontiera".
Ancora non so però, se sia vera la storia della "succulenza virale" da cui ero partito... ma il "principio" parrebbe valido; perciò, chissà che non ci sia anche in questo caso un gene-virale o veicolato da virus, che, nel corso dell'evoluzione (quindi non in modo "immediato ed automatico") l'Attinia è riuscita a trasmettere ai propri ospiti-commensali? Potrebbe agire sull'attivazione-disattivazione di uno dei due cromosomi X, anche parziale, da far "mascolinizzare" o "femminilizzare" l'ospite (ad esempio negli insetti -come le api- il maschio ha semplicemente una "X" in meno, niente "Y").
Cmq è solo per ora una mia remota e azzardatissima ipotesi, tanto per dire; spero che presto ci siano studi e approfondimenti genetici...

Edited by fabrizio3 - 12/4/2008, 20:51
 
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