Theba pisana, estivazione e polimorfismi, (fabrizio3)

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view post Posted on 11/7/2008, 17:24     +1   +1   -1
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non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)
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Theba pisana, estivazione e polimorfismi

Tipica specie mediterranea, Theba pisana ha la caratteristica di "estivare" in posizioni esposte, molto più esposte della maggior parte delle specie con cui condivide habitat e distribuzione geografica Come molte altre Helicidae, anche questa è una specie molto variabile, e sarà interessante cercare di capire come il grande "polimorfismo" che caratterizza le sue popolazioni possa trovarsi in correlazione con la scelta di supporti di estivazione più o meno "esposti", o di natura differente.

Altre chiocciole che estivano in posizioni così "esposte", includono ad esempio i generi Sphincterocheila (Fam Sphincterocheilidae, affine a Clausilidae) o Albinaria (Clausilidae), entrambi caratterizzati, non a caso, da una piccola conchiglia di un bianco intenso, atta a riflettere meglio i raggi solari evitando il surriscaldamento; in Theba, conchiglie completamente bianche sono spesso osservabili, ma con incidenza inferiore a quanto ci si aspetterebbe; Le chiocciole qui rappresentate appartengono tutte a una numerosa popolazione campestre che abita un incolto di roma, monte mario; le chiocciole completamente bianche sono presenti in una percentuale stimabile fra il 5 e il 10%, e non sembrano scegliere collocazioni particolarmente più "esposte" delle altre, come sarebbe ragionevole aspettarsi... trovandosi frammiste alle altre, e (pressappoco) nelle stesse condizioni, se il carattere "conchiglia bianca" fosse davvero tanto favorevole, dovrebbe essere presente nella popolazione in percentuali sicuramente superiori L'unico dettaglio osservabile, è che nei pochi casi in cui ho notato chiocciole "solitarie", queste erano prevalentemente "bianche", comunque in una percentuale nettamente più alta di quella complessiva della popolazione (direi oltre il 50%)

(Invece, una elevatissima percentuale di "bianche pure", e dalla tipica forma globosa (oltre il 96%), si osservano nelle popolazioni di un habitat completamente differente; la duna litoranea, dove vivono a contatto con sabbie marine nere e ferrose (osservazioni sulla costa centro-nord-laziale), facilmente surriscaldabili; queste popolaizioni spesso estivano addirittura "seppellite" nella sabbia stessa, a qualche cm di profondità e al riparo dal calore più intenso. Solo attraverso l'allevamento, ossia in una situazione "sperimentale", si potrà concludere se questa specifica modalità di reazione al calore -l'interramento- sia "innato" nel bagaglio comportamentale delle popolazioni costiere-dunali, o sia invece "attivabile" anche in esemplari prelevati da habitat differenti, una volta posti in una situazione ambientale sperimentale riproducente le condizioni della duna marittima)

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Theba pisana "dunale"


Da queste poche foto esemplificative, non mi aspetto che si possa dedurre una qualunque, sia pur approssimativa relazione fra cromatismo della conchiglia, e tipo/livello/esposizione del supporto scelto per estivare; sono da intendere come semplice introduzione per avere un'idea della variabilità della specie, oltre che del modo caratteristico in cui essa "estiva".

Il luogo prescelto può trovarsi prossimo al livello del suolo, come nel caso di questi "grappoli" di chiocciole radunate su questa bassa Asteracea

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Ma la maggior parte di loro sceglie supporti più elevati, come robusti steli di graminacee secche, che offrono anche il vantaggio di una maggiore rigidità rispetto a erbe "fresche"


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Notiamo qui come le chiocciole non siano però del tutto assenti, benché più rare e sporadiche, su graminacee "fresche" e di altezza modesta

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Le graminacee secche sembrano essere anche, almeno dalle mie limitate osservazioni, il "luogo prediletto" da parte degli esemplari "bianchi-solitari" cui accennavo sopra


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Una pianta particolarmante gradita da questa specie sembra essere il finocchio selvatico, Foeniculum vulgare; come si può notare si tratta di erbacee molto alte, fino a circa tre metri, e sporadiche chiocciole possono trovarsi collocate fino a due terzi circa dell'altezza totale della pianta (troppo in alto, sarebbero eccessivamente esposte alle oscillazioni prodotte dal vento; ma su rami legnosi possono raggiungere altezze maggiori, sugli Olmi ne ho osservate fino a oltre tre metri d'altezza) Sembra che gli esemplari che prescelgono Foeniculum, non formino mai gruppi "fitti" come negli altri casi, mantenendosi relativamente distanziati gli uni dagli altri,,, il risultato finale, però, in questa come nelle altre soluzioni, sembrerebbe essere quello che garantisce una -almeno parziale- esposizione al sole delle chiocciole
(nelle mie -finora limitatissime- esperienze colturali con questa specie, ho notato che le chiocciole allevate "al chiuso" muoiono, purtroppo, dopo pochi giorni... si può supporre che, -come tipicamente accade in molte specie tropicali "arboree", come quelle del genere Liguus-, anche le Theba abbiano la necessità di ricevere una quota di raggi Ultravioletti... ma finora non ho trovato conferme in rete a questa mia supposizione)
Notiamo, nelle foto di destra, come la pianta sia anche attivamente appetita, come stanno a provare gli steli rosi,,, le Graminacee invece, non sono affatto consumate -almeno da quanto posso osservare-, limitandosi a fornire un supporto inerte alle chiocciole in riposo. E' possibile che la maggior "distanza" tra esemplari su Finocchio, sia dovuta anche al fatto che questa pianta viene invece anche attivamente consumata come cibo.

...E quasi già a smentire l'ipotesi-ultravioletti, ecco come alcuni esemplari (una minoranza rispetto alla popolazione complessiva) prediligano almeno in apparenza "ripararsi" dal sole, aderendo alla pagina inferiore di queste Phragmites,,,, si tratta di esemplari a prima vista più "colorati", o perlomeno più intensamente pigmentati della norma, anche se la deviazione non sembra molto rilevante... e si notano perfino due "quasi-bianche", in questo gruppetto di chiocciole "solifughe"!
Nella fila di foto inferiori, si nota un'altra piccola specie locale, Cochlicella acuta (insieme alla affine Cochlicella barbara, Famiglia Hygromiidae, oggi Cochlicellidae); per quanto anch'essa xerofila, e reperita in estivazione spesso proprio sulle medesime piante prescelte da Theba, Cochlicella tuttavia predilige sistematicamente le porzioni più basse e più in ombra delle stesse, occupandone una "nicchia" differente e senza perciò competere per lo spazio con Theba.
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Per finire, almeno per questa prima rassegna, ecco i due esemplari più grandi di Theba, nettamente più voluminosi degli altri; entrambi reperiti "solitari", a circa un metro di altezza sullo stelo rigido di un Aster
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Un dettaglio di uno dei due esemplari, che mostra la bella conchiglia con riflessi "porcellanacei" tipica delle Theba, un'altra strategia forse utile a ridurre l'insolazione (eventuali raggi ultravioletti sarebbero assorbiti attraverso i tessuti molli, anche se fosse valida l'ipotesi che figuravo)
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Per chiudere, un dettaglio di questi esemplari su un basso stelo di una Asteraceae (della tribù Cichoraeae), dalla conchiglia elegantemente screziata
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Articolo e foto realizzate da: fabrizio3

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Edited by Andrea&Emy - 18/7/2008, 19:01
 
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