Votes taken by fabrizio3

view post Posted: 24/10/2011, 01:36     +1Archachatina autofecondata - ACHATINA & altre Esotiche
Congratulazioni :D
Non occorre nulla, in genere per 2-4 giorni neppure mangiano e se ne restano accucciate nell'umidità; ma va benissimo insalata, la più tenera che trovi ma in pratica già mangiano quella degli adulti; l'osso va benissimo, anche se in genere all'inizio recuperano il calcio dal loro stesso guscio (se lo hanno mangiato).
Aggiornaci :)
view post Posted: 22/8/2011, 00:24     +1Le foto degli utenti del forum! - PRESENTAZIONI, REGOLAMENTO E FAQ
Felice di conoscerti anche d'immagine, Benvenuto di nuovo :)

(Lo stesso per Emaciha... ma purtroppo la foto è pressoché invisibile, dovresti forse riprovare a caricarla.. :unsure: )
view post Posted: 8/7/2011, 22:58     +1Marmorana serpentina - Gasteropodi terrestri

Marmorana serpentina (Fèrussac, 1821)


Regno: Animalia
Phylum: Mollusca
Subphylum: Conchifera
Classe: Gastropoda
Sottoclasse: Orthogastropoda
Superordine: Heterobranchia
Ordine: Pulmonata
Sottordine: Eupulmonata
Infraordine: Stylommatophora
Sottinfraordine: Sigmurethra
Superfamiglia: Helicoidea
Famiglia: Helicidae
Sottofamiglia: Helicinae
Tribù: Murellini
Genere: Marmorana
Specie: M. serpentina


Esemplare sub-adulto raccolto ad Alghero (Sardegna), località Capo Caccia, in mezzo a rocce calcaree.


Nome scientifico: il nome attualmente in uso ed accettato globalmente è Marmorana serpentina, mentre in passato le è stato attribuito anche Helix serpentina. Il nome di questa specie deriva probabilmente dal fatto che abita spesso interstizi e fratture nel marmo o nei minerali del gruppo serpentino.

Biotopo d’origine: specie endemica della Sardegna e della Corsica, importata accidentalmente anche in Toscana a causa dei trasporti di rocce provenienti dalle isole e destinati alla costruzione di chiese e palazzi.


Esemplare adulto raccolto a Tempio Pausania (Sardegna) su un muro di granito.


Riconoscimento: non è l’unica Marmorana presente in Italia, ma è facilmente confondibile solo con M. muralis; purtroppo non possono essere fatte delle identificazioni certe senza esame del DNA. Solitamente, però, un paio di differenze aiutano a distinguere le due specie, anche se molto variabili: la presenza di un callo scuro piuttosto marcato per tutto lo stoma (di solito assente nella M. muralis) e la presenza di una banda di accrescimento in più nella M. serpentina. Entrambe le specie hanno l’ombelico chiuso. Talvolta, oltre le classiche chiocciole con la conchiglia striata, si possono reperire esemplari dal nicchio completamente bianco: questa variazione è stata denominata M. serpentina var. isilensis da Marianna Paolucci (1882).


Esemplare adulto di M. serpentina var. isilensis, raccolto ad Alghero (Sardegna), località Capo Caccia, in mezzo a rocce calcaree.


Dimensioni: di solito gli esemplari adulti arrivano ai 2cm di diametro della conchiglia, ma sono riportati dati di chiocciole che raggiungono i 3cm.

Abitudini: specie facilmente rintracciabile su mura (negli interstizi delle pietre/mattonelle, dietro grondaie, sotto davanzali…) o negli anfratti tra le rocce. Preferisce terreni calcarei, ma è possibile rintracciarla anche in zone con rocce granitiche, basaltiche o metamorfiche. Passa anche interi mesi in riposo durante i periodi più caldi e freddi dell’anno (in estivazione o in ibernazione) per poi svegliarsi al ritorno di temperature/umidità ottimali.

Alimentazione: in natura si nutre di licheni crostosi/fogliosi e di foglie secche semi-marciscenti ammorbidite dalla pioggia. In cattività gradisce carote a fettine e piccole porzioni di lattuga romana. Mangia avidamente l’osso di seppia, utilissimo per il corretto sviluppo della conchiglia.

Riproduzione: È una specie ermafrodita insufficiente, non in grado cioè di autofecondarsi. Nella fase del corteggiamento, M. serpentina trafigge il partner con dardi calcarei per stimolare l’emissione di sperma. In natura, personalmente, non ho mai osservato né accoppiamenti né covate, ma in cattività ho assistito a una riproduzione con presenza di dardi calcarei, anche se non è stato deposto nessun uovo. Solitamente si accoppiano in primavera e in autunno, depongono le uova una settimana circa dopo la copulazione e queste si schiudono al massimo dopo un mese, dando alla luce dei piccoli già completamente autosufficienti.


Esemplare adulto raccolto a Tempio Pausania (Sardegna) su un muro di granito.


Allevamento: specie poco prolifica e non adatta ai neofiti. Richiede un terrario abbastanza spazioso sviluppato anche in altezza; andrà benissimo un fauna-box, un box portaoggetti o un contenitore per vestiti con delle prese per l’aria (fessure o fori ricoperti da una retina non metallica a maglia fine, da attaccare con colla a caldo o silicone). Il fondo dovrà essere alto una decina di cm ed essere composto per metà da terreno humifero e per metà argilloso/calcareo. Sarà gradita la presenza di molteplici pietre di vari tipi, disposte solidamente in modo da formare fessure e cavità anche nel substrato. Come elementi di arredo secondari, qualche corteccia in decomposizione, un pezzo di sughero, del muschio e dei licheni crostosi/fogliosi sulle pietre (che verranno anche avidamente mangiati dalle chiocciole). Si potrà nebulizzare più o meno una volta a settimana con dell’acqua decantata (ovvero normale acqua del rubinetto ma lasciata “riposare” qualche giorno in un catino, in modo che evaporino le sostanze dannose come il cloro), ma si dovrà interrompere la fornitura di cibo e la nebulizzazione nei periodi più caldi e freddi dell’anno in modo da favorire l’estivazione e l’ibernazione e quindi i ritmi naturali di queste chiocciole. Consiglio di tenere il terrario non in casa, ma fuori, a riparo da sole e piogge diretti; starà benissimo in un ambiente con temperatura mite, quali un garage, un box o una terrazza riparata.

Guida realizzata interamente da »Apocalypse} (Nicolò Sotgiu).
E' severamente vietato modificare e/o riprodurre questa Scheda senza il consenso e il permesso del sopracitato autore.



Edited by Acha-Roby - 9/7/2011, 00:27
view post Posted: 26/6/2011, 00:37     +1Problema guscio - MALATTIE E TRAUMI
ciao e benvenuto :)

In sole due settimane difficile che possano aver risentito di carenze di calcio, che oltretutto le piccole nostrane richiedono in quantitivi esigui. Sempre meglio dare osso di seppia anche a loro, senz'altro!

A volte si 'ripuliscono' la conchiglia, e non è chiaro il prrché. Lo ho notato spesso con le Cepaea nemoralis (che poi la hanno molto lucida).
Non so bene a cosa serva... entrambe le specie (soprattutto Theba pisana( vivono in posizioni soleggiate, e -notai una volta in un articoletto- la loro conchiglia a volte è molto liscia e lucida, quasi porcellanacea. Ipotizzavo che fosse utile a riflettere meglio i raggi solari. E così potrebbe attivarsi, in condizioni particolari, questo processo di 'pulizia' della conchiglia.
Se poi questo comportamento istintivo possa degenerare, magari proprio per 'anormalità' dello specifico esemplare, non saprei dirlo..

Dovremmo vederle e cercare di capire meglio in che condizioni sono.

Come dato generico, per ora posso solo suggerirti di tenere la teca molto arieggiata, con qualche sprazzo di sole, come amano (specialmente la Theba)

Aspettiamo allora le foto...e auguri con le tue nuove chiocciole, e la ritrovata passione :)
view post Posted: 28/5/2011, 04:04     +1Planorbis o Planurbarius? - GASTEROPODI D' ACQUA DOLCE
Sembra una Helisoma, ma bisognerebbe vederla meglio...
view post Posted: 5/5/2011, 02:16     +2Testacella scutulum - Articoli
jshfsiufhiuhf

Testacella scutulum (Sowerby, 1821)

Testacella è un Genere di 'limacce' davvero molto particolari, che presentiamo qui sul forum per la prima volta.

E' molto difficile reperirle, anche se forse sono molto, molto meno 'rare' di quanto non si creda; e approfittando delle piogge (e temperature al contempo in salita) di questi giorni, vorrei sollecitare tutti quanti a cercarne, nei rispettivi luoghi di residenza; cosa questa utile anche a 'mapparne' la distribuzione, che temo sia ancora poco chiara, per le ragioni che poi spiegherò.

Ma occorre una premessa sull'originalità di queste affascinanti 'limacce', su ciò che le rende così 'speciali'.

Come già scrissi molte altre volte, non esiste una 'famiglia' che raggruppi assieme tutte quelle che comunemente chiamiamo 'limacce'; ma al contrario, la loro condizione è il risultato della progressiva riduzione/atrofia/scomparsa della conchiglia, che si è verificata in modo indipendente e autonomo, diciamo 'parallelo', in diverse famiglie di 'normali' chiocciole, che avevano un tempo la conchiglia.
Questa riduzione è oggi osservabile in tutte le sue fasi: a partire dagli Arionidae, che conservano solo piccoli granuli residui di carbonato di calcio dispersi nei tessuti dorsali, vestigia della antica conchiglia di loro ormai lontanissimi antenati, fino a specie in cui il processo è appena all'inzio, come le Hemiplecta e affini, che pur presentando ancora una 'normale' conchiglia, già mostrano in questa evidenti segni di riduzione (come nel nostrano Cantareus apertus, che la ha sottile, ridotta quanto a numero di spire e notevolmente aperta, come il nome stesso suggerisce).

Testacella scutulum è una di queste forme 'intermedie', uno di questi "quasi 'anelli di congiunzione" (almeno in senso morfologico); un "anello" che, nella ideale 'catena' di continuità morfologico/evolutiva /chiocciola--->limaccia/, è sito ormai vicino alla 'estremità terminale', ossia alla condizione di 'vera e propria limaccia'; ma con una traccia eloquente del suo passato.

Infatti, le Testacella ancora presentano, all'estremità posteriore del corpo, un residuo esterno di conchiglia, piccolissima e ridotta in pratica all'ultimo giro, slargato e appiattito 'a orecchio' (quasi sempre la riduzione della conchiglia segue questo stesso, identico percorso: anche Cantareus apertus ha l'ultimo giro che prevale su tutto il resto, e se fosse 'schiacciato' -e tutto ridotto di dimensioni- in un'ipotetico procedere della lungo il suo percorso evolutivo, ricorderebbe molto proprio la conchiglia vestigiale delle Testacella

Come già detto, le diverse famiglie di 'limacce' traggono spesso origine da altrettanto diverse famiglie di 'chiocciole'. Per esempio, le più comuni Limax e Limacus, hanno come 'parenti col guscio' gli Oxychilus, per citare un genere abbastanza noto.

-Le Arion, molto diverse anatomicamente (limacce-pomodorino), sono invece 'imparentate' con i minuscoli Discus, chioccioline piatte e dall'aspetto e dimensioni di una lenticchia!

-Le Testacella, invece, sono 'parenti' delle Euglandina, le famose 'wolf -snails' rosa, predatrici di altre chiocciole.
(La Superfamiglia è la stessa: Testacelloidea http://en.wikipedia.org/wiki/Testacelloidea )

E proprio come le Euglandina e affini, anche le Testacella sono predatrici, seppure in modo molto diverso (la tendenza all'alimentazione animale è abbastanza frequente, nel percorso evolutivo 'chiocciola ---> limaccia' )

-Al contrario delle loro più note 'parenti' americane ancora provviste di conchiglia, note per essere voraci, agili e velocissime, e con un ciclo vitale assai rapido (circa un anno, pare), le nostrane Testacella sono invece bestiole assai lente, specializzate nel cacciare lombrichi.

E questo comporta anche un'altra loro singolare caratteristica: quella di essere specie 'ipogèe', ossia viventi sempre (o quasi sempre) nel sottosuolo, a mo' di talpa, per intenderci. Sempre a caccia di lombrichi; che però, come mi spiegava l'amico Piergy (di Forum Aracnofilia http://forum.aracnofilia.org/index.php?sho...la&fromsearch=1) che le allevò, pare che si limitino ad attenderli, restando a lungo in appostamento per poi catturarli solo quando questi giungono casualmente a portata di 'bocca', quasi a cozzar loro contro! Una strategia molto diversa quindi, da quella delle 'predatrici attive' loro cugine, le Euglandina (o le nostrane Poiretia). Una volta catturata la preda, però, dentelli radulari a uncino la trattengono, impedendo così al lombrico di sparire ritirandosi nel terreno come di norma farebbe, rapidissimo.
Le catture sono però relativamente rare, come è facile intuire; e infatti, le effettive esigenze alimentari delle Testacella (come in generale accade per i 'predatori passivi') sono piuttosto ridotte. Di qui, la (presunta) lentezza dell'accrescimento e la loro scarsa attività, oltre a una probabile scarsa prolificità, di sicuro inferiore a quella di 'limacce' più note.

-Forse, come spesso capita a quelle specie che vivono in ''felice isolamento' in piccoli ecosistemi insulari, senza competitori attivi, il fatto di occupare una nicchia ecologica così isolata e 'tranquilla' perché relativamente poco frequentata (il sottosuolo), è ciò che concede alle Testacella il 'lusso' di vivere con lentezza, di 'prendersela comoda' (anche per quanto riguarda la riproduzione, temo ... :unsure: ); è raro infatti che debbano competere per il cibo o fuggire a predatori (forse talpe?), e il loro ambiente resta più o meno sempre lo stesso, con condizioni stabili; protetto com'è da escursioni termiche e mutamenti stagionali in genere.

Altra caratteristica anatomica notevole è la posizione dello pneumostoma (apertura respiratoria): questo è di consueto sito sul lato (destro) del corpo, sia nelle 'chiocciole' che nelle varie 'limacce' (più anterirmente negli Arion e affini, più indietro nelle Limacidae )
Nelle Testacella, invece, lo pneumostoma è sito pressappoco all'estremità posteriore del corpo : una adattamento provvidenziale, che consente loro di respirare l'aria residua negli spazii che si lasciano dietro penetrando nel terreno.
Gli occhi delle Testacella, ormai pressoché inutili data l'esistenza ipogea, sono quasi atrofici: dalle foto più sotto, si può notare come i tentacoli oculari terminino a punta, senza il caratteristico ingrossamento a globo (l'occhio) che di norma presentano, sia in chiocciole che in 'limacce'.

La speciale nicchia ecologica delle Testacella, condivisa da pochissime altre specie di Gasteropodi (ricordo da noi la minuscola Cecilioides acuta), le rende anche specie 'misteriose' e difficili da studiare, ma anche solo da determinare come presenza/assenza, per una data località.
Potrebbero essercene, insomma, letteralmente 'sotto i nostri piedi', e noi potremmo però non accorgercene mai!


Per quanto mi riguarda, per anni le cercai invano senza riuscire a vederne mai neppure una: Piergy mi diceva di averle trovate (presso Pescara) sollevando grossi massi poggiati su terreni argillosi (=ricchi di lombrichi) incolti, dopo forti piogge.
Non persi occasione di cercare nella mia zona, dopo piogge, nel modo indicatomi da Piergy; ma in anni e anni, non trovai mai nulla... ero ormai convinto che non ce ne fossero affatto, dalle mie parti.

Ma meno di un mese fa, dopo un violento acquazzone cui seguì repentino un pomeriggio assolato e caldo, mi recai in visita a un grande vivaio vicino casa, a Roma (zona Monte Mario), come spesso faccio, attratto dalle sempre interessanti novità botaniche che questo eccellente vivaio offre.
Si tratta di un ''vecchio'' vivaio, nel quale, nonostamte i necessarii trattamenti di manutenzione, riesce a sopravvivere un ''campionario'' di Flora spontanea locale, della quale spesso ho così l'occasione di raccogliere campioni. E allo stesso modo, vi si trovano ''naturalizzate'' piccole erbe esotiche, come Eclypta alba, che scoprii proprio quest'anno.
Un esempio felice di coesistenza di specie locali e non, che si estende anche alla microfauna: così, per quanto riguarda le chiocciole, vi è insediata una Monacha sp., pare di specie tipica delle regioni meridionali, forse pervenuta con qualche zolla di agrumi.
-Per l'occasione, come è mia consuetudine, feci anche quella volta un piccolo sopralluogo lungo i bordi ''incolti'', in cerca di Oxychilus e qualche eventuale limaccia.

Sollevando con attenzione un mattoncino di tufo appoggiato sul terreno, alla 'periferia' poco disturbata dell'appezzamento del vivaio, stentai a riconoscere.... la 'mia' prima Testacella scutulum! :woot: :woot:

Non me la aspettavo lontanamente... :blink: Quello che notai subito, nella 'limaccia' che in un primo istante avevo creduto essere un Arion, fu proprio il lombrico, saldamente trattenuto nella bocca!

Forse sono arrivate di recente con la zolla di qualche pianta al vivaio; ma forse (ipotesi assai più probabile) erano là da anni, 'da sempre' magari... eppure non le avevo mai viste!

-Non volendo prelevare un esemplare 'singolo' -miro sempre alla riproduzione-, mi misi alacremente alla ricerca, ispezionando tutti i possibili ''nascondigli'', sempre con la massima attenzione a non spostare o danneggiare nulla. Mi limitai quindi a isèpezionare gli oggetti non troppo pesanti; ma ben presto, scrutando con attenzione sotto un vaso di plastica, -anch'esso direttamente appoggiato sul terreno, umido e argilloso -, ecco apparire altre due Testacella, molto più piccole della precedente

-Purtroppo sono limacce difficili da allevare, ancora più delle altre; anche se riuscirci non è impossibile. A parte il substrato, che dev'essere profondo, di argilla grassa e fessurata, occorre assicurare nel medesimo una fitta presenza di di lombrichi, soprattutto di taglia medio-piccola.

Disgraziatamente però non riuscii a trovarne; e i pochi lombrichi (giganti) che avevo raccolto in sito per l'occasione, sperando che proliferassero dando ben presto vita ad abbondanti mini-prede, morirono invece per sovraffollamento uccidendo così anche le Testacella... :( :( :(

-Una nuova piccola incursione, la settimana scorsa, mi permise di trovarne altre quattro... ma non riuscendo ancora a reperire nei negozi di esche vermetti di taglia adatta (a parte pochissimi, reperiti a mano setacciando il suolo), le ho poste a riposo in frigo, a 5 gradi, dove sembra stiano bene (ma intanto sto cercando ovunque questi mini-lombrichi... alla peggio, lo stesso Piergy, gentilissimo, riuscirebbe presto a procurarmene).
Il fatto che ce ne fossero di grandi, medie e piccole, anche se concentrate tutte in una zona del vivaio (quella più 'incolta' e umida), mi fa pensare che non si tratti di un arrivo accidentale e neppure troppo recente, ma che una pur piccola popolazione vi si sia già stabilita. O almeno lo spero...

Non lesino le foto, e anzi ve le propongo nel formato diretto, perché ho molta premura che tutti quanti lle 'memorizzino' bene e da subito, magari mettendosi alla loro ricerca finché le ultime piogge pre-estive lo consentiranno!

Do anche un esempio di 'dove' trovarle, come tipologia di terreno (almeno nel mio caso): questo deve essere argilloso, 'grasso', che appaia lucido quando bagnato e con consistenza pastosa, tipo creta; la cosa importante è che vi siano lombrichi in abbondanza, perché sono questi a consentire la sussistenza delle popolazioni di Testacella (sulla cui dinamica non sappiamo ancora nulla di preciso, temo..)
Noto anche che si concentrano (almeno per quello che ho constatato finora) nella parte più 'bassa' del vivaio (che è in pendenza), in un'area che è quasi costantemente tenuta umida, quasi bagnata, dalle acque reflue degli annaffiamenti, che vi confluiscono. Però il terreno si asciuga, periodicamente, almeno in alcune parti; e può anche inaridire molto, in superficie.



-Ottimo cercare dopo piogge forti, magari brevi ma molto intense, soprattutto se poi torna sole e caldo; e comunque non le troveremo mai allo scoperto (anche se la pioggia le spinge fuori, un po' come accade coi lombrichi), ma tenderanno sempre a restare sotto massi, di tufo ma meglio ancora 'pieni', silicei, a contatto col terreno; occorre sollevarli, e scrutare sotto. In posti come vivai, dove forse grazie alla concimazione e all'abbondanza di nutrienti (=lombrichi) possono perfino prosperare (restando sottoterra sfuggono anche a pesticidi e trattamenti varii); è bene guardare (con cautela) sotto grossi vasi, soprattutto di plastica, come quello in foto; sempre che siano a diretto contatto con la superficie argillosa; anche lastre di marmo o altra pietra possono essere rifugi, se ben a contatto col suolo.Orti, vivai e simili (se vi sono strutture impermeabili, pesanti ma sollevabili, come pietre piatte, teloni neri in PVC e grossi vasi di plastica), sono anzi a mio parere i siti più favorevoli, perché ricchi di materia organica e quindi di lombrichi.

Le Testacella si riconoscono facilmente (anche se sulle prime possono apparire come Arion o altro), grazie alla conchiglietta squamiforme residua, caratteristica inequivocabile (resta poi da stabilire di quale delle tre specie di Testacella presenti in italia si tratti). Poi, ribaltandole, il piede presenta in contrasto col dorso bruno, un brillante colore giallo-arancione, che appare anche sugli orli, lateralmente.

Eccovi le foto... e spero di ricevere presto notizie di altri ritrovamenti!!
Se intendete prelevarne un paio per studiarle/riprodurle, fate però sempre in modo di assicurarvi un approvvigionamento di mini-lombrichi; mi raccomando!


kkkkkkkx

Ecco la visione ventrale (purtroppo sfuocata ma il colore è quello -la testa è l'estremità più stretta)

kjhuhweuhehiu

jshfsiufhiuhf

nnnnvm

jiojoijj

jfwjfiuwufj

kkmm

Piccolo e (?) adulto

jffoejo

jhfwhfwh

jqjdqiowdjiqowj

Come può apparire un esemplare giovane, contratto:

jfiojeiofjieo

Dettaglio dei tentacoli appuntiti, senza occhi evidenti all'estremità

tentacoliocularitestace

Luoghi di rinvenimento; massi (di tufo) a terra, e vaso

vasol

1005059v


Clicca qui per accedere alla discussione https://mondogasteropodi.forumfree.it/?t=55497756

Edited by fabrizio3 - 6/12/2012, 19:37
view post Posted: 8/12/2010, 19:45     +1Papillifera bidens - SPECIE NOSTRANE
No, dovrebbe essere un Papillifera bidens , specie della Famiglia Clausilidae , una famiglia complessa e con specie difficili spesso da determinare! Ma questa dovrebbe essere 'lei' :) soprattutto se la hai trovata a Roma, dove è la specie di sicuro predominante di questa Famiglia (per la verità è l'unica specie di Clausilidae che personalmente abbia mai incontrato a Roma...)

-è poi questa una Famiglia abbastanza 'diversa', non solo da quella di Cochlicella, ma anche in generale da tutte le altre terrestri che incontriamo da noi: per esempio, hanno il Clausilium, che è una specie di piccolissima lamella calcarea (diversa da una specie all'altra e importante per riconoscerle), che usano per 'sigillare' l'apertura della conchiglia quando sono in riposo (altre invece, ad es le Helix, Eobania ecc, secernono di volta n volta l'Epifragma, quella sottile pellicola che vediamo sigillare la conchiglia in riposo).

-Queste invece dispongono di una 'chiusura' già pronta, un po' come l'Opercolo delle specie marine (ma anche di molte di acqua dolce, come Melanoides, Ampullaria ecc, o addirittura di terra, come Pomatias elegans).

Il Clausilium però ha origine del tutto diversa, lo hanno evoluto attraverso un percorso assolutamente 'autonomo'!


-Immagino la avrai trovata su un muretto vecchio, ricco di crepe, fratture, muschi, licheni o comunque inverdito di patina di alghe... di cui di norma si nutrono. Escono dalle crepe dei muri solo in caso di piogge o tempo umido, e passano invece la maggior parte dell'anno rintanate nelle medesime, così da riuscire del tutto invisibili dall'esterno!
view post Posted: 4/12/2010, 19:19     +1Lumache carnivore - SPECIE NOSTRANE
In italia ce ne sono alcune specie ma non facili da reperire... :(

-La più diffusa è forse Oxychilus draparnaudi, dal corpo blu grigio, che è onnivora e preda spesso piccoli insetti, forse anche altre chioccioline e le loro uova;

-Rumina decollata, variamente carnivora (ma può vivere anche di soli vegetali -credo molto dipenda anche dai diversi ceppi-popolazioni)

-Poiretia cornea e Poiretia dilatata, esclusivamente carnivore (sciolgono la conchiglia delle prede, spesso Pomatias elegans, con secrezioni acide).
-Ma sono entrambe molto localizzate: verso il confine orientele su rocce carsiche, oppure sul Gargano (sempre su rocce calcaree ricche di asperità), nella zona di Bari... oppure in Sicilia, soprattutto sui rilievi calcarei del nord dell'Isola.

-Testacella (haliotidea, scutulum, e un'altra endemica della Sardegna), sono 'limacce' (affini alla precendente specie, ma con conchiglia ridotta a una piccola 'orecchia calcarea' sul retro del corpo. Si nutrono di lombrichi, hanno crescita lenta e vivono quasi sempre sottoterra in suoli argillosi, da cui possono emergere in seguito a forti piogge. ma è molto difficile trovarle, forse più a causa delle loro abitudini che per la 'rarità' oggettiva, credo...

-Poi ci sono molte specie 'tropicali', tra cui la più nota (ma difficile reperirla) è la americana Euglandina rosea, 'wolf-snail', stessa famiglia delle nostrane Poiretia di cui è un po' una 'copia ingrandita'!

-Due amici, non nel forum, stanno ora cimentandosi con una specie chiocciolivora arboricola, forse del genere Edentulina... speriamo riescano a riprodurle!!
view post Posted: 3/11/2010, 23:06     +1rumina decollata - SPECIE NOSTRANE
Grazie Anna :D Dico che è soprattutto Apo a essere bravissimo, considerando quanto è giovane :blink:
-Spero piuttosto che quanto ho scritto io dopo sia abbastanza chiaro e comprensibile.. :unsure:
Comunque elogio anche te per le domande interessanti e per l'attenzione con cui ti stai dedicando a chiocciole e limacce; sono utenti così che fanno "crescere" un forum :)

-Sì le ovette potrebbero essere le sue, senz'altro ;) Sono sferiche, bianco sporco e solide, calcaree, similissime a quelle delle Achatina fulica (con cui Rumina è anche "imparentata", molto più di quanto non lo sia con altre specie nostrane.)

-Il fatto che sia una sola non lo rende impossibile: potrebbe 1) essersi già accoppiata tempo fa (e basta per più deposizioni, almeno in alcune specie), ma anche 2) essersi auto-fecondata, strategia questa che sia pure piuttosto rara, è presente nelle chiocciole terrestri e sembra anzi molto più diffusa di quanto non si pensasse!

-Proprio su Rumina fu scoperta di recente questa possibilità, e c'è chi ipotizza che nella maggior parte dei casi si auto-fecondino anche in natura (però non credo che ciò accada, dove ce ne stanno molte tutte insieme). Sembra che ci siano delle "linee a discendenza unica, mono-genitoriali", che tendono a restare geneticamente isolate tra di loro.

Ma ripeto, questa modalità riproduttiva, utile alla proliferazione rapida e quindi alla pronta colonizzazione di nuove aree (perciò a breve termine), diventerebbe controproducente se fosse sistematica, in quanto rallenterebbe l'Evoluzione: auto-fecondandosi, la prole resta geneticamente più simile al genitore (e fra sé stessa), quindi diminuisce la variabilità e la possibilità di comparsa di nuove caratteristiche, sia morfologiche che fisiologiche. Ed è questa elasticità invece, che consente di adattarsi ad ambienti sempre nuovi e in continua trasformazione...
view post Posted: 13/10/2010, 14:32     +1Cecilioides acicula - SPECIE NOSTRANE
Grazie Schnaggli :D hai fatto bene... sapeva di "strano" e non aveva molto "senso" in effetti (per quanto straniero), nel dubbio ho risposto...e come tu dici ne è valsa la pena, questo topic fu quasi subito dimenticato... :(

-Grazie anche per le ulteriori precisazioni sulla specie e sul Genere :)

Io qui purtroppo non riesco a trovarne (altre) ... :( scempi e devastazioni trogloditiche a parte :angry: , è talmente piccola che dovrebbe comunque sopravvivere, nelle zolle, anche al "trattamento-attila" a cui il comune bifolco sta sottoponendo tutta la zona...
-Io la mia la trovai per caso nel lapillo in un mio contenitore di semina di piante tropicali: uno scatolone plastico da abiti semitrasparenti , scaldato (anche oltre i 40°, che quindi la specie tollera), dal sole sul davanzale. E suppongo che sia arrivata da un vasetto o terriccio che tenevo in giardino (stessa terra argilllosa di fuori), dove dunque "dovrebbe" vivere... :unsure:
-Difficile cercare una cosa tanto minuta (e fragile), immersa in valanghe di pesantissima argilla :(

-Sarebbe molto interessante documentare se/come variano le abitudini della specie, nei diversi habitat che mezioni e che pure essa occupa :)
view post Posted: 12/10/2010, 20:55     +1Rumina decollata - SPECIE NOSTRANE
Ottima questa scheda di Apo che in realtà è "molto più di una scheda"... :) e meriterebbe di essere pubblicata come articolo, dovevamo integrarla con altri dati ancora poi la mia lentezza/pigrizia... :(

-Sì comunqe è vero, a Roma si trovano, anche nei prati... resistono fino a un certo punto anche allo scempio di falciatrici comunali &co :angry: , purché il "passaggio di attila" avvenga quando sono in riposo (periodi asciutti), ché allora sprofondano in verticale nel terreno duro argilloso e sono al sicuro :)

-Ne trovi a volte anche nei vivai, nei cantucci tra i vasi... se esci stasera presso qualche marciapiede / spartitraffico erboso potresti vederne, dato che ha piovigginato (almeno qui , non sono proprioa roma io ora...)

-Ne vedo abbastanza (dipende dai periodi, ora ci sono di sicuro) nelle aree incolte di Monte Mario, ma dovrebbero essercene anche altrove.

-Attenzione sempre a usare palette e non mettere direttamente le mani tra erbe e detriti, e meglio in ogni caso indossare guanti per queste ricerche, non si sa mai cosa può uscir fuori :o:
view post Posted: 1/7/2010, 19:09     +1Numero di tentacoli in eccedenza o difetto - Genetica Gasteropodi Terrestri
Un esempio analogo, nell'ambito dei Vertebrati, ce lo forniscono le Lamprede,
Agnatha (=senza mascelle), in cui i denti sono disposti circolarmente (forse a spirale, se interpreto bene le immagini), al contrario di quanto accade in tutte le altre Classi di Vertebrati, -Gnathostoma- in cui esistono mascelle e la dentatura ha Simmetria Bilaterale (e ci sono in genere molti meno denti)

http://en.wikipedia.org/wiki/Lamprey


Un "passo avanti", sia pure restando a un livello molto primitivo, si ha nei Myxini, in cui esistono due coppie di "denti" cartilaginei ( e due coppie di tentacoli cefalici... anche qui se le mie immagini sono ben onterpretate).
Comunque si passa a una simmetria bilaterale, con "riduzione" di parti multiple.

-Qualcosa di analogo potrebbe essere avvenuto nel passaggio da un antenato "Multi-tentacolato", con tentacoli orali a raggiera, a quello dei primi Gasteropodi.




http://en.wikipedia.org/wiki/Hagfish
view post Posted: 1/7/2010, 18:34     +1Numero di tentacoli in eccedenza o difetto - Genetica Gasteropodi Terrestri
Grazie per l'interessante link!

Anche se là si tende ad attribuire solo a traumi le varie deformità che invece secondo me hanno una fequente base genetica (tanto è vero, che in altre specie rappresentano la "norma").

Mai viste finora dal vivo chiocciole con tentacoli sdoppiati o multipli... :blink:

-Ma mi viene in mente, che potrebbe trattarsi di un "Atavismo", e anche particolarmente antico.

-In pratica, potrebbe addirittura risalire all'origine stessa della Classe Gastropoda, e all'epoca della sua "separazione" dai Cephalopoda (Calamari, seppie, polpi, Nautilus ecc ecc...)
-Ossia, ad almeno 600 milioni di anni fa...

-PREMESSA:

-Su tutti i testi a me noti, si considerano i tentacoli di Polpo, seppie ecc come uno "sfrangiamento" del "piede" di un antichissimo antenato comune: piede, che invece sarebbe rimasto integro nei Gastropoda.


Così, tentacoli di Polpi, da un lato, e piede di chiocciole, dall'altro, sarebbero strutture "omologhe", caratterizzate da una medesima origine onto/filogenetica.

-Ma io ho sempre dubitato di questo...

-iPOTESI:

E così, pur non avendone purtroppo ancora delle prove, tendo a credere invece che i tentacoli di Polpi Calamari Nautilus ecc eccc, siano "omologhi" ai tentacoli cefalici dei Gastropoda.

-Basta iniziare a pensare alla loro collocazione, sul capo e intorno alla bocca...

Oggi nel Polpo in tentacoli sono otto, apparentemente uguali ma in realtà già "differenziati" nelle funzioni (quelli locomotori, ad esempio): nelle seppie sono 10, di cui due molto modificati.
Nei Nautilus (i più arcaici come anatomia), sono molti, circa 90 se ben ricordo, e mancano di ventose (come d'altronde anche in altri generi, più affini al Polpo o di collocazione incerta, come Vampiroteuthis)
Anche nelle estinte Ammoniti si suppone fossero "molti"

-Così, vediamo anzitutto come questo numero abbia avuto la tendenza a ridursi, nel corso dell'evoluzione.

-Poi, consideriamo "dove" sono siti i tentacoli dei Cephalopoda: intorno alla bocca, a raggiera, seguendo una simmetria raggiata nelle forme più arcaiche, che tende perè a divenire "bilaterale" nel Polpo (e nelle seppie), dove i tentacoli si specializzano "a coppie", e possono avere lunghezze diverse.


-Questo mi fa pensare a un remotissimo, ipotetico Antenato Comune, con la bocca circondata da una corona di numerosi sottili tentacoli, con funzione tattile/sensoria e poi prensile, o entrambe.
(Nel Polpo, i tentacoli hanno una funzione anche sensoriale/chimica, esattamente come i tentacoli dei Gasteropodi, nb)


Da questo antentato Comune a Cephalopoda e Gastropoda, si sarebbero evolute linee, in cui la parte ventrale fungeva da organo locomotore, destinando i tentacoli alla funzione sensoria/prensile, poi solo sensoria (antenato dei Gastropoda);

-in un'altra linea, i tentacoli si sarebbero allungati, rinforzati e avrebbero assunto una funzione locomotoria (Polpo), o anche solo prensile (Calamari).

Nell'antenato ipotetico dei Gastropoda, la simmetria si sarebbe presto ridotta a "bilaterale", e alcune coppie di tentacoli (poi solo due, oppure una soltanto, come nei Murici ad es) sarebbero rimaste, le altre via via atrofizzandosi.

-Ma basta pensare alla coppia supplementare di tentacoli (6 in tutto) che possiede Euglandina rosea (la aiutano nel "fiutare" le tracce delle prede), o alla "sfrangiatura" con molti lobi dei tentacoli boccali di Megalobulimus, per rendersi conto che questa "variabilità" esiste ancora, sia pure latente.

-Nel Polpo, la coppia di tentacoli "cefalici" ha gli occhi stuati quasi alla loro base: non è difficile immaginare una "migrazione" degli occhi, lungo i tentacoli stessi, come si osserva negli Stylommatophora (la maggior parte delle chiocciole/limacce terrestri).
In altre linee di Gasteropodi, gli occhi sono rimasti "a metà" tentacolo, o alla base di essi o ancora indietro, similmente a quanto si osserva nei Polpi.

Il loro numero si è ridotto, ed è comprensibile: la riduzione di strutture che si presentano multiple in origine, è un evento comune nei processi evolutivi.


-Così, quale "traccia" di questo passato evolutivo, in cui erano "molti" e all'inizio probabilmente tutti uguali, il numero dei tentacoli dei Gasteropodi può ancora (occasionalmente) variare, in più o in meno.

Edited by fabrizio3 - 2/7/2010, 16:17
view post Posted: 21/6/2010, 13:45     +1Snail watching! - SPECIE NOSTRANE
Grazie per avermi anticipato :) Ce ne sono anche altre... alcune non sono sicurissimo, ma è poco indicativo perché questa mia è una zona particolarmente povera, nel Lazio.... :(
view post Posted: 12/6/2010, 04:22     +1Snail watching! - SPECIE NOSTRANE
io intanto vorrei cerare di associare alle foto del database la provenienza, anche se avrei dovuto farlo prima :unsure: (avevo anche cominciato bene...)
Va benissimo anche quello che tu proproni, Apo :)
2316 replies since 28/9/2007