marino?

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view post Posted on 19/12/2010, 16:40     +1   -1
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non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)
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Grazie Granchiocorridore :)

è un progetto in grande stile quello che suggerisci.. :woot:
Ma sarò soddisfatto se riuscirò a sviluppare anche solo alcuni, dei punti che suggerisci ;)


Converrà anzitutto predisporre delle condizioni 'semplici', cioè eliminare tutti i fattori non necessarii e di possibile interferenza col risultato.

-Poi, penso che dovrò mettere insieme (ormai so che sono acclimatabili) un numero molto più elevato di esemplari, nei limiti in cui il icroambiente li sostiene...
e anzi, sarebbe inteessante valutare anche la 'capacità portante' di questo micro-ecosistema simulato, che in pratica si 'alimenterebbe' solo con la luce delle lampada (che ha un wattaggio, una intensità in lumen e uno spettro di emissione noto, quindi è anch'essa quantificabile).

-Il microscopio che ho da poco acquistato, che permette di prendere immagini discrete anche acquisendole sul pc, sarà di aiuto nell'identificare le diverse specie di alghe , anche micro-alghe e alghe planctoniche (contare su un esperto che già le conosce sarebbe di immenso aiuto.. :unsure: )

-Insomma appena capita una giornata 'climaticamente possibile', vado agli scogli a prelevare qualche altra littorina (approfittandone per valutare ancora, sia pure solo a occhio, un eventuale slittamento demografico delle due specie...)

Vediamo cosa si riesce a fare :)
ciao,
 
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granchiocorridore
view post Posted on 19/12/2010, 20:23     +1   -1




Ciao Fabrizio :rolleyes: ,
ho qualche novità per la tua ricerca.
Oggi sono stato a fare un’escursione al mare, litorale di Ostia, precisamente ho esplorato un piccolo tratto dell’antemurale a sinistra del porto turistico di Ostia.
Le condizioni del tempo :o: sconsigliavano di fare questa passeggiata in quanto il termometro esterno della macchina indicava una temperatura di +5°, che a ½ giorno era passata a +7°, inoltre pioveva leggermente un’acqua notevolmente fredda, forse per le temperature basse degli strati alti dell’atmosfera.
Comunque un’escursione per i motivi suddetti che è durata solo pochi minuti :P .
Sugli scogli citati a circa 2.5 m sul l.d.m., dove arrivavano rari spruzzi delle onde, ho visto molte E. punctata di buone dimensioni circa 11 mm e moltissime neritoides di dimensioni più ridotte. Ne ho raccolte diverse della prima specie e meno dell’altra. Questa escursione mi ha fatto capire diverse cose su queste due specie. Sicuramente visto le basse temperature questi animali rientrano appieno tra quelli chiamati Euritermi, ovvero esseri in grado di resistere a variazioni di temperatura nell’ambiente in cui vivono, ma in più devono corrispondere ad un’ulteriore suddivisione della categoria detta, quindi appartenere alla classe dei Pecilotermi, ovvero esseri la cui temperatura interna tende ad uniformarsi a quella dell’ambiente esterno e a variare con essa.
Inoltre dato l’ubicazione alta sul l.d.m. delle stesse due specie di molluschi, dove si notavano leggere concentrazioni di sale biancastro, dovute alla porosità della roccia ed al vento che asciugava gli spruzzi d’acqua, questi animali devono avere anche la capacità di resistere in ambienti con grado di salinità variabile, ovvere devono rientrare nella categoria degli Eurialini.
A conferma di quanto appena detto, su altro forum ho letto che la specie neritoides ha capacità d’adattarsi a molti metri s.l.m. circa 8/9 ad ambiente con presenza di acqua dolce, piccole vene sorgive d'acqua dolce, quindi variazione totale della salinità dell’acqua, anzi perdita di salinità dell’acqua, quindi una specie pienamente Eurialina!
Quindi già nel loro habitat le specie in questioni dimostrano una grande capacità adattativa.
Penso che il fattore fondamentale per il loro allevamento sia un’ossigenazione costante dell’acqua in cui vivono, visto che molto del loro tempo lo trascorrono fuori da questa, quindi abbisognano d’incamerare scorte d’acqua nel loro nicchio ben ossigenate, poi dovrebbero anche disporre di qualche sistema che gli permetta di riossigenare le dette scorte d’acqua, altrimenti non si spiega questa loro capacitò di vivere a lungo al di fuori dell’ambiente acquatico.
Inoltre ti consiglierei di coprire i tuoi acquarietti con un telo di plastica, per evitare la caduta di polveri sulle rocciaie che sicuramente avrai realizzato in questi, e con le polveri l’apporto magari di qualche batterio o spora dannosi per la loro vita.
Quanto su detto, deve metterti in una condizione mentale :rolleyes: :rolleyes: , tale da diminuire notevolmente la tua preoccupazione :unsure: circa la cura dgli acquari ove già allevi e dove presto implementerai gli esemplari di queste specie.
Gli errori casuali durante l’allevamento, vedrai che le singole specie saranno in grado benissimo di superarli in modo spontaneo :D .
Saluti ed a presto-Granchiocorridore
 
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view post Posted on 19/12/2010, 22:35     +1   -1
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non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)
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Grazie come sempre Granchio, per le tue continue e preziosissime aggiunte!

Oltre ad apprezzare che tu abbia sfidato il clima di oggi, tutt'altro che piacevole e invogliante a escursioni e passeggiate, apprendo con interesse questi nuovi dati, sulla soprendente quota sopralitorale raggiunta da entrambe le specie :woot:

-Hai per caso notato se la distribuzione cambia in relazione al livello, ossia se una specie è frequente più in basso, e l'altra a livelli superiori? O sono omogenee?

-Sorprendente poi il dato degli 8 mt, che leggesti... :blink: Qui non ho finora perlustrato strutture così 'alte' (forse il Castello di Santa Severa potrebbe meritare un sopralluogo), ma mi chiedo, *come* ci arrivino!
Non mi sembrano capaci di slittare su superfici davvero asciutte (altra cosa da accertare, però), e in genere si 'schiudono', e quasi all'istante, solo se immerse in acqua, anche appena bastante a coprirle.

-Forse migrano durante le tempeste, quando l'aerosol bagna di acqua salata le pareti fino a quota elevata...

-Poi c'è il fattore della 'eurialinità', che giustamente chiami in causa.
Apprendo con grande interesse di questo loro adattarsi a microambienti a salinità ridotta, vuoi per vene sorgivel vuoi per effetto di piogge... ma quello che notai, sempre, con quelle da me raccolte, è che esse si rifiutano sistematicamente di aprirsi, restando ben sigillate, se immesse in acqua dolce, o anche salata ma diluita!

-E questo mi portava a concludere che le piogge non avessero alcun effetto sui loro cicli biologici, pur restandovi esse esposte. Mentre per le 'terrestri' in riposo su rocce l'arrivo di acque piovane stimola il risveglio, per loro solo l'arrivo -dovuto a mareggiate e tempeste- di acqua salata dovrebbe essere fattore di 'risveglio'.

-Ora però, questa mia posizione devo come minimo rivederla.. Due le possibilità: esistono popolazioni 'eurialine', e magari anche in alto grado, che hanno questo tratto come caratteristica specifica -non condivisa però da tutte le popolazioni della stessa specie-, oppure sono io che non ho valutato bene le loro reazioni.
-Entrambe le ipotesi potrebbero essere vere, in parte..

Di sicuro, per le mie poche osservazioni so che in acqua dolce non si aprono, mai; appena rimesse in acqua salata lo fanno immediatamente...

-E un altro possibile esperimento, che già pensavo di fare a suo tempo (e adesso a maggior ragione), comporterà l'utilizzo di diverse soluzioni saline, di densità differente, da 5 per mille fino a 30 per mille (la media del Tirreno credo sia 37-38 per mille), frazionati a intervalli di 5 o anche più piccoli... e annoterò:

1)quale soglia di salinità minima è richiesta perché le Littorina immerse si aprano,
2) tempi di apertura (fino ad assunzione della piena postura locomotoria), se questi dovessero variare in funzione delle diverse salinità,
3) differenze in quanto sopra tra le due specie, se ve ne sono (e magari tra popolazioni diverse, della stessa specie, raccolte in habitat differenti)
-Poi dimmi tu, se dell'altro ti venisse in mente :D

-Cercherò di essere anche preciso: se notassi che -mettiamo- al 20 per mille non si aprono, e al 25 per mille sì, allora ripeterei l'esperimento con frazioni più piccole: 21-22-23-24 per mille, per scoprire con maggior precisione dove è la 'soglia'.

-So comunque che -pur passando ora alla Classe 'cugina' dei Bivalvi- la medesima specie Cerastoderma edule si divide in popolazioni totalemente marine (e stenoaline), e altre di estuario, più o meno eurialine, con casi di rinvenimento anche in acque praticamente dolci! -Ma si tratta appunto di una 'peculiarità' che distingue, già a livello genetico, queste popolazioni, per quanto poi strettamente affini e incluse -per quanto ne so- nella stessa 'Specie'.
-Se preleviamo cioè un Cerastoderma edule 'marino' , esso non si adatterà (salvo eccezioni /mutazione latenti) ad acque a tenore salino sensibilente più basso, non avendone la fisiologia necessaria, in mancanza del relativo 'Programma Genetico'.

-Potrebbe esser così anche per le 'Littorina'? ...Di sicuro sì, se dovessimo confermare che
1) in acqua appena meno salata dell'usuale (le mie) non si aprono,, e tuttavia
2) ne sono osservabili popolazioni, attive là dove l'acqua è poco salata.

Quantificare tutto questo, anche senza precisioni estreme sarebbe utile, e posso certamente farlo nel caso dell'esperimento sopra accennato. Appena ci sarà una giornata decente, da poter raggiungere a piedi via spiaggia la Torre o gli scoglietti di Furbara, raccoglierà sufficienti Littorina per questo scopo :)

P S sì, entrambi gli acquarietti sono coperti da vetri :) tranne piccolo bordo per far penetrare il tubo di areazione: la pietra porosa garantisce un forte movimento e ossigenazione, e ho inoltre fin dapprincipio predisposto roccette emergenti (spesso ci vanno in riposo), che si sono anch'esse ricoperte di 'vellutello' verde, grazie alla vicinanza della lampada :)

Edited by fabrizio3 - 20/12/2010, 02:02
 
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granchiocorridore
view post Posted on 20/12/2010, 07:23     +1   -1




Ciao Fabrizio :rolleyes: ,
per ora dai un'occhiata a questo link:
www.naturamediterraneo.com/FORUM/to...D=50791򾻳

Saluti-Granchiocorridore
 
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granchiocorridore
view post Posted on 20/12/2010, 23:10     +1   -1




Ciao Fabri :rolleyes: ,
rispondo ai tuoi quesiti:
"Hai per caso notato se la distribuzione cambia in relazione al livello, ossia se una specie è frequente più in basso, e l'altra a livelli superiori? O sono omogenee?", beh effettivamente ho notato che le neritoides stavano più in alto, le punctata superavano di poco il metro sul l.d.m., inoltre la loro concentrazione diminuiva in riferimento alla loro posizione secondo l'altezza!! Pareva invece che le neritoide qualsiasi posizione occupassero erano presenti in modo consistente!!

A livello del dato relativo alla presenza delle neritoides sui 6 m fuori del l. d. m., stamane ho provveduto ad inserire l'http del relativo link ove si parlava di tale fatto, spero che ora tu l'abbia letto.

Da quel che ho potuto capire dato la scarnezza delle indicazioni lasciate dallo scopritore, non è come da te accennato che tali bestiole vivano su una superficie asciutta anzi il contrario, se non che li il fenomeno della Eurialinità va ai suoi estremi, infatti pare che la parete ove questi ha trovato le neritea fosse tutta umida di acqua dolce e di alghe nerastre.

Dunque, conosco abbastanza bene gli scogli del Circeo, sono pochi i punti ove quel fenomeno può verificarsi, ma a pensarci bene nemmeno poi così pochi, penso che forse visto che il promontorio del circeo in molti suoi punti è a strapiombo sul mare, che forse quando c'è mare grosso qualche spruzzo d'acqua salata arriva fino a quelle altezze, magari il substrato d'alghe è intriso di sale e con l'apporto d'acqua dolce tutto sarebbe più comprensibile, ma li non è che ci sia sempre il mare mosso!!

Gli esperimenti che proponi a riguardo dell'apertura delle littorine di conseguenza a diverse salinità dell'acqua, per me sono interessanti certo anche molto impegnativi, se ne hai l'occorrenza falli e sappimi poi dire quali risultati avrai? Però avrei una curiosità al riguardo, la salinità dell'acqua è una cosa ed il ph è altra cosa, quì penso che i due fattori si implementino o compensino a vicenda, infatti se ricordo bene....., molta salinità alza il ph mentre poca l'abbassa, occorrerebbe valutare anche l'influenza di tale fattore circa l'azione d'apertura e chiusura degli opercoli delle littorine!!

Inoltre un altro fatto da tener presente dovrebbe essere la presenza di calcio nell’acqua, ovvero la sua durezza, oppure la presenza di calcio sui substrati ove le littorine vivono, chissà se per la loro esistenza è importante questo fattore. Certo che il promontorio del Circeo è per la maggior parte formato da roccie a base calcarea, vi sono anche presenze di onici rari, che dovrebbero essere formati da cristalli duri di calcaree con inclusioni di ossidi vari, onici peraltro presenti anche nei giacimenti di travertino di Tivoli, pietra notoriamente composta da caco3, carbonato di calcio.
Comunque Le punctata e le neritoides da me ieri viste ad Ostia si trovavano su roccie miste dove c’erano anche delle roccie a base di calcaree, ma la maggiorparte erano delle trachiti vulcaniche.

Sai Fabrizio, ho la convinzione che molte delle conchiglie del litorale romano scielgano i luoghi in cui vivere in base alla composizione chimica dell’acqua quindi anche in base a quanto le presenze litologiche locali influiscono sulla chimica della stessa acqua!!! P. es. la Tellina incarnata presumo che prediliga acque con alti tenori di zolfo, come possono essere quelle ove sono presenti le poseidonie in disfacimento, che notoriamente producono sali a base di zolfo con effluvi che odorano di uovo fradicio, Tellina peraltro da me trovata anche in prossimità di solfatare a mare dove l’odore dello zolfo è persistente e nasueabondo.

A riguardo invece della possibilità di reperire qualche littorina sulle mura del castello di S. Severa, qui opterei più per una ricerca sui muri che proteggono la necropoli di Pyrgi, che su quelli del castello, troppo distanti dal mare. Tieni conto che su uno smottamento a mare del fronte terroso della su detta necropoli, l’altro anno trovai un agglomerato di varie littorine terrestri, di quelle con opercolo calcareo che avevano ancora in sede, non conosco la vetustà di quei nicchi che conservo da qualche parte, ma certamente non dovevano essere di data recente, erano ubicati a circa 50 cm sotto il piano di campagna, se vai li ne puoi trovare ancora tanti, tutto quel fronte di crollo sulla sottostante battigia ne era invaso…..

Certo che le Littorine terrestri hanno poco a che vedere con quelle marine, ma per quelle che sono le nostre convinzioni questa differenza potrebbe anche essere, non eccessivamente antica.
Saluti Granchicorridore
 
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view post Posted on 21/12/2010, 01:21     +1   -1
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Ciao Granchio :)

Grazie ancora per le ulteriori precisazioni, così sembrerebbe che le neritoides si spingano 'più su' delle punctata... ci farò caso, anche se gli scoglietti dove penso di recarmi nell'immediato sono 'bassi', e la loro massima distanza dall'acqua semmai è più rilevante nella misura orizzontale!

-E infati sarebbero 'neritoides', anche se di forma/dimensioni aberranti, quelle dell'interessante topic che mi hai linkato, reperite oltretutto il quelle condizioni di salinità 'anomala', almeno a un primo giudizio...

-E anzi, il fatto che il substrato sia 'bagnato' mi sembra comprensibile, perché le notai sempre riluttanti a strisciare su subtstrati asciutti (cosa che invece alcune altre specie marine/litoranee sembrano saper fare...)
-Anche se non lo santo da un po', contattai in passato l'Autore, sempre gentile, e potrei chiedergli altre delucidazioni, di carattere ecologico (fisiologico)... se davvero fossero 'adattate' ad acque oligoaline, potrebbe trattarsi si una popolazione, magari piccola, ma che ha già subìto qualche importante 'mutazione': e la 'atipicità' morfo/dimensionale dei nicchi non sarebbe che un aspetto di questa!

-Per riprendere l'esempio sopra riportato, Cerastoderma edule presenta nel Baltico conchiglia sempre più sottile, piccola e allungata, in relazione al progressivo decrescere della salinità delle aree ove lo si reperisce.
Qui invece sarebbe il contrario: e 'giganti' sarebbero emersi da un adattamento (ammesso che tale sia) a un ambiente sopralitorale/oligoalino.
-E la riproduzione..? Sarebbe sorprendente scoprire che hanno qualcosa di 'diverso' anche in quel senso, ed è possibile, dato che non so quanto sia loro agevole raggiungere la linea dei flutti per affidare le capsule ovigere galleggianti alle onde...

-Inoltre, l' 'annerimento' che osserviamo, in ambienti di quel tipo puà dipendere proprio da materiale in putrefazione, fonte di solfuro di idrogeno (H2S) dal tipico odor di uova marce... >E penso tra l'altro, che una delle cause di morte delle chiocciole allevate in teche chiuse sia l'accumulo del medesimo (di poco più pesante dell'aria) sul fondo dei conntenitori, quando restano avanzi di cibo a decomporsi.
-Probabilmente queste Littorina 'giganti' hanno anche la capacià di neutralizzarlo (è una potente neurotossina, responsabile della morte di addetti ai 'pozzi neri' :o: ), e addirittura vi sono specie animali (tra cui anche Gasteropodi, nei pressi delle fumarole sulfuree abissali), che hanno imparato a 'sfruttarlo'!

-Giustamente noti la predilezione per acque con tenore più o meno elevato di questo o di quell'elemento, condizione possibile, in mare, solo negli immediati pressi di substrati a rocce metallifere; che infatti dovrebbero essere sistematicamente 'censiti', ove noti, per quantificare meglio specie e densità di popolazioni!

-è da notare poi che certi metalli pesanti sono essenziali per alcuni Molluschi (ma anche per Taxa molto lontani, come i Tunicati -affini a 'noi' in quanto Protocordati-, che asssimilano il Vanadio per trarne la Emovanadina, pigmento sanguigno con funzione 'ossiforica' (anche se questo dato parrebbe poi esser stato smentito..)-
-Ricordo che in Pinna e Atrina si individuarono pigmenti repsiratorii a base di Manganese, per esempio.
-E una delle ipotesi per spiegare il 'melanismo' delle Cipree (lo lessi in 'La Conchiglia', di non so più quanti anni fa :unsure: ), sarebbe quella di una elevata concentrazione locale di sali di ferro.


-Mi sorprende anche ciò che dici di Tellina incarnata, che conosco 'vivente' anche se solo per occasionali soggetti spiaggiati... :(
-Notevolissimo il colore 'rosso acceso' di questo 'comune', ma leggiadro piccolo Bivalve!

-Ci sono altre specie, negli habitat 'sulfurei' in cui la rinvieni? Chiaro che ha una spiccata tolleranza, in ogni caso...

-Ma mi viene ora anche in mente, che il 'rosso acceso' è colore tipico di comuni Solfobatteri, organismi capaci di trarre energia dalla 'deidrogenazione' dello H2S.
...Può anche essere una immensa sciocchezza quella che dico, ma qualcuno ha mai esaminato i tessuti di Tellina incarnata, in dettaglio? (proverò a farlo al microscopio se ne rinvenirò ancora). Intendo dire, che quel 'rosso acceso' potrebbe tradire la presenza proprio di quei Solfobatteri, divenuti magari 'simbionti/endosimbionti' di tessuti o cellule di questo Bivalve!
-Allora, la loro presenza potrebbe non solo 'detossicare' H2S, ma anche fornire parte della energia alla cellula /tessuto che li ospita, e quindi alla Tellina come macro-organismo...
è solo una fantasia per carità, come tale accettiamola; ma non sarebbe la prima, né tantomeno la più 'strana', delle 'simbiosi' osservabili anche solo tra i Mollusca...

(Resterebbe sempre da spiegare il 'rosso' dei tessuti di altri bivalvi di ambienti -credo- non sulfurei, come Echinocardium, Lima ecc ecc... in altri casi, come Arca, Scapharca ecc, il 'rosso' è dato dalla presenza -eccezionale tra i Mollusca- di Emoglobina come pigmento respiratorio )

-Sì hai ragione, anche il pH sarebbe importante, tra i parametri da misurare... :unsure: ma per ora ne farò a meno, magari limitandomi a valutare la salinità pura e semplice; poi vedremo! So che le acque marine hanno di norma un pH da 8 in su, e l'acqua con cui diluirei ne avrebbe sicuramente uno più basso, anche se non al di sotto di 7 (sarebbe 'acida', altrimenti).

-Non dovrebbe esserci quindi una grandissima variazione, sempre tra 7 e 8 resterebbe, oscillando in un intervallo abbastanza ristretto (pur non dimenticando che si tratta di una misura 'logaritmica', e che al salto di una sola unità corrisponde una concentrazione di idrogenioni 10 volte maggiore -scendendo di valore)
... Ma riserviamoci sempre di compiere analisi più approfondite, se il primo risultato non dovesse convincerci :)

Ti ringrazio per i dati su Pyrgi, e ti domando se, come 'Littorine di terra' tu intenda le Pomatias, che in effetti sono loro (indirette) 'discendenti' terrestri, con tutti gli adattamenti dal caso (anzi in terreni impantanati annegano :o: ) - Gli inglesi chiamano le Pomatias elegans (rare e molto localizzate, da loro), '(Peri)winkles-come-ashore' (= Littorine venute sulla terra emersa, per quanto evidente è la somiglianza, almeno cpn le 'Littorine' locali!!)

-Sarebbe interessante vedere qualche guscio di queste, e magari supporre qualcosa sulla datazione, in base alle variazioni di livello marino note...
ciao :)
fabrizio

Edited by fabrizio3 - 21/12/2010, 01:42
 
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granchiocorridore
view post Posted on 21/12/2010, 16:02     +1   -1




Ciao Fabrizio :rolleyes: ,
cerco di risponderti brevemente.
Riguardo alla domanda "-Ci sono altre specie, negli habitat 'sulfurei' in cui la rinvieni? , si, trovo molto facilmente : Tellina planata, Eastonia rugosa, Tellina pulchella, Macoma tenuis, Lutraria oblonga; inoltre meno facilmente qualche Donax variegatus. C'è da dire riguardo alle specie citate, che Tellina pulchella e M. tenuis, hanno degli accesi colori rossi, mentre le T. planate pur non disponendo di colore rosso hanno delle tonalità di nero e giallo ocra molto forti, mentre E. rugosa presenta il più delle volte un accesa banda centrale color giallo zolfo chiaro. Indubbiamente la loro vita in ambiente con presenza di effluvi di gas di zolfo, a giorni molto forti, viene in qualche modo condizionata dalla presenza di detti gas, ma anche da fuoriuscite di liquidi a base di zolfo, evidenti sulla costa sotto forma di micro colate color zucchero cotto, effiorescenze queste ultime che devono esserci pure sotto al mare, ma non evidenti!

All'atro quesito"ti ringrazio per i dati su Pyrgi, e ti domando se, come 'Littorine di terra' tu intenda le Pomatias, che in effetti sono loro (indirette) 'discendenti' terrestri,"
Si sono loro e a scanso d'equivoci, cercherò nei miei contenitori per mostrarti la foto di qualcheduna di queste.

Comunque mi piacerebbe tanto che in questo nostro a solo, si inserisse pure qualche amico del Forum, per portare nuove idee, opinioni varie e quant'altro.
Un saluto-Granchiocorridore

image

Edited by granchiocorridore - 22/12/2010, 18:37
 
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view post Posted on 26/12/2010, 02:52     +1   -1
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Grazie Granchio e confermo, sono Pomatias elegans, e sembrano nicchi abbastanza recenti.

Da quale profondità nel suolo / distanza dalla (attuale) battigia pensi potessero provenire, dato il sopravvenuto smottamento?

-Qui -meno di 10 km a sud di Santa Severa- Pomatias elegans non l'ho mai veduta, né vivente né come vecchi nicchi... per quanto scempiata sia stata l'area, almeno questi ultimi in parte dovrebbero esser presenti, è strano...

-Interessante la conferma del fatto che almeno alcuni, tra i molluschi 'tiofili' (=amanti dello zolfo) abbiano carni rossicce! è poco probabile, lo so, ma l'idea dei solfobatteri simbionti mi sembra ancora plausibile (fino ad accertamento contrario, ovviamente :) ) C'è comunque da approfondire, ti prego di ricordrtene quando visiterai di nuovo ambienti del genere!

-Spero che aspetti 'tecnici' -peraltro abbastanza informalmente da noi trattati, quindi massima tolleranza- non scoraggino gli altri amici dall'intervenire... :unsure: (ora siamo anche attivi in pochi, in questi giorni, spero poi la cosa cambi) - Ma intanto aggiungere dati, o anche solo 'ipotesi' come stiamo facendo, lascerà comunque un 'substrato' su cui si potrà intervenire, in qualsiasi momento!
 
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granchiocorridore
view post Posted on 26/12/2010, 08:56     +1   -1




Ciao Fabri :D ,
e vada per il substrato su cui altri poi cammineranno, non so se mi stò comportando da egoista o da altruista, ma?
Dunque, a riguardo della lumachina oggetto dell'ultima foto, devo dirti che l'impressione nell'aver visto tutti quei nicchi così concentrati vicino alla battigia, circa
5/6 m lontani da questa e a circa 2.3 m d'altezza dal piano "dell' arenile", che a sua volta era a circa 1.3m s.l.m., ha destato in me un po' di stupore!!
Ora che sono un po' più padrone della materia che riguarda le Littorine in generale, visto che di queste conchiglie terrestri non è che ne abbia incontrate tante durante gli anni della mia vita, forse 3 nell'entroterra laziale, posso ben dire che quella concentrazione fosse veramente un po anomala.
Non penso come dici te che possano essere esemplari recenti, perchè presentano segni di fossilizzazione, gusci cristallini che tendono a polverizzarsi, opercoli forati al centro, quindi segni di una lunga permanenza sotto terra!
Quì nel mio giardino, ne ho trovata solo una tanti anni fa, non ricordo quando, questa era ubicata sotto una lastra di marmo, che isolava il fondo d'un vaso dal terreno, quindi stava in un ambiente buio ed umido ed era viva.
Un'altra la trovai sempre nella stessa situazione, ma nel parco della Caffarella, ed altra sotto ad un sasso sul litorale di Torre Astura.
Quindi queste Pomatis elegans, non sono presenti in quantità nell'entroterra, ma comunque ci sono.
Ora il fatto d'averne trovate così concentrate vicino al mare, suggerisce che quello sia un ambiente a loro più consono, o come noi pensiamo l'ambiente da cui è partita la loro colonizzazione dell'entroterra!
Cercherò di trovarle in altri ambienti simili a quello di Pyrgi, se ne troverò poi te ne darò comunicazione.
Grazie per la conferma ed a presto-Granchiocorridore
 
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38 replies since 10/12/2010, 17:16   978 views
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