ciao, benvenuto nel forum
E' un argomento interessante, e ancora poco compreso; in linea di massima, sono più 'polimorfiche' le specie che, pur restando 'sé stesse' (interfertili, ecc) occupano territorii più vasti e diversificati e, sopratutto, nicchie ecologiche lievemente diverse.
Ma il polimorfismo in sé credo che preesista, poi diventa semmai un fattore predisponente (=preadattamento) alla colonizzazione di varii habitat.
Infatti, il 'polikmorfismo' che ci appare è quello morfolgico, ma la variabilità genetica tocca anche aspetti non immediatamente 'visibili' /struttura organi interni, attitudini alimentari, resistenza maggiore / minore a caldo freddo ecc..)
-Non è un caso se una delle specie credo più 'polimorfiche', Cornu aspersum (o Cantareus aspersus) sia anche la specie forse più diffusa nel mondo; anche se trasportatata dall'uomo è stata infatti capaci di adattarsi a una varietà notevole di habitat.
Altra specie di successo (considerata 'pest' in america per le piantagioni di agrumi -ma allora non dovrebbe esserlo a maggior ragione in Sicilia, dove è abbondantissima??- è
Theba pisana, dove noto dei polimorfismi legati all'habitat (se è duna, entroterra asciutto, entroterra umido...) Le popolazioni dunali sono più uniformi, in genere bianco su tutta la conchiglia,che è più globosa.
anche
Eobania vermiculata è molto polimorfica, ma in questo caso non si notano prevalenze di un dato tipo in un dato habitat, sono in genere 'miste'; semmai, esistono morph / razze locali (anche molto localizzati, come in un singolo campetto incolto urbano)
Polimorfismo, legato ai colori, presentano però anche le Polimyta, esclusive di Cuba; evidentemente è una caratteristica che esiste 'a priori', come dicevo.
Oppure può rivalare altri aattamenti; per es, nelle Cepaea, sembra che lo schema dei colori, a parte esercitare un ruolo nel mimetismo 'somatolitico' (ossia nel rompere l'immagine corporea, presentando al predatore un aspetto diverso da quello che si attende), sia legato a situazioni di maggior / monor esposizione al sole e temperatura, grazie a un sistema neurochimico (recettori oppiodii) che fanno 'preferire' punti più caldi o più freddi ai varii soggetti: e questa differente neurochimica (con le diverse scelte di habitat che ne derivano), è geneticamente correlata al
pattern di colori di fondo e linee / o non-linee.
Tra quelle diffuse in allevamento -e sulle quali si potrebbe davvero 'llavorare' molto, a livello di selezioni, le più variabili credo siano le Achatina fulica (non a caso anch'esse diffusissime, anche se solo nei tropici, dove spesso ogni isolotto colonizzato, in pochi decenni appena ha visto auto-selezionarsi un 'morph/razza' locale tipico; seguono poi le Achatina immaculata, anch'esse molto variabili (forse sono più specie sotto questo nome, in effetti), e le Achatina achatina. Anche le Achatina reticulata presentano variazioni, in genere meno eclatanti.
Tutte le specie sono più o meno 'variabili', e se si scopre una mutazione se ne può fare un punto di partenza (come avvenuto per tante specie anmali)n per selezionarne una nuova razza, anche diversissima.
Le stesse Cepaea, già bellissime come sono, a mettersi d'impegno potrebbero dare una varietà di morph stabilizzati, che non avrebbe molto da invidiare alle Polimyta (oltretutto, la Superfamiglia -
Helicoideae è sempre la stessa).
E' un campo in cui gli allevatori, anche se solo 'amatoriali', potrebbero davvero scoprire/ fare moltisssimo, se solo si impegnassero