specie a rischio, capriccio o aiuto?

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dòmino
view post Posted on 12/4/2012, 15:26     +1   +1   -1




parlando con un altro utente in una discussione a proposito degli Axolotl, ho fatto una ricerca su alcune specie che allevo ed ho scoperto che le Paludomus, che da un po' allevo, sono considerate tra le specie a rischio.
il punto adesso è questo: è giusto continuare a comprare queste specie allevate e cresciute in cattività nel tentativo di preservare la specie oppure è solo un altro delle pretese dell'uomo di porsi come padrone della natura?
penso che sia una riflessione degna di nota, che comprende molte specie, dalle piccole Dendrobatus ai tritoni ad alcune specie di tartaruga terrestre ai gasteropodi che ignaramente compriamo.. è quindi giusto lamentarci della poca varietà del mercato in questo campo? basti pensare che le Achatine sono al primo posto tra le 100 specie aliene più pericolose, cosa succederebbe se fossero comprate per capriccio da qualche incapace allevatore e poi abbandonate o lasciate libere?
con questo non intendo accusare assolutamente nessuno, ed io per prima ne sono coinvolta, e chiedo scusa per l'inappropriatezza della sezione, non sapevo esattamente dove inserirla.
 
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Capsaso
view post Posted on 12/4/2012, 16:48     +1   -1




La riflessione è di certo degna di nota, ma è il classico discorso che non finisce mai.... Molti sono gli allevatori senza cervello, anzi non sono da definirsi nemmeno allevatori... E' lo stesso discorso che si fa con le trachemys, allevate e poi abbandonate quando troppo grandi nei laghetti, dove magari vive una nostrana emys che non sopravvive perchè non trova più cibo....

Da parte nostra possiamo solo allevare bene, e far allevare bene gli esseri di cui ci occupiamo (soprattutto le achatina così prolifiche), accertandoci nei limiti del possibile che vengano rispettati quei minimi criteri ragionevoli dell'ecosistema!!!
 
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view post Posted on 12/4/2012, 23:31     +1   -1
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La tematica è molto articolata, delicata e complessa, ma comunque è fondamentale.

Credo che tu faccia benissimo ad allevare le Paludomus -che io stesso pensavo di allevare- posso solo raccomandarti di cercare di riprodurle, nei limiti del possibile :) Ma credo sia una raccomandazione ovvia e superflua ;)

Dobbiamo pensare che spesso così, e solo così, si sono 'salvate' delle specie... I Rhacodactylus della Nuova Caledonia, in pratica estinti in habitat (non per ''colpa'' di nessuno), sono oggi uno dei Gechi-pet più apprezzati e diffusi al mondo... anzi, gli allevatori, selezionando nuovi morph, ne hanno 'ampliato' la variabilità genetica, oltre quello che era già dato in natura!
Se non fosse stato per dei biologi, che meno di 20 anni fa ne raccolsero 2-3 coppie (e non credo davvero che si sia ''estinto'' per via di quel prelievo ;) ), oggi questo amatissimo (e adattatissimo) Geco sarebbe solo un 'nome sui libri'... cosa che si rischia davvero che sia, per tante altre specie, proprio perché ci si oppone a questa pratica.

Bisognerebbe invece *ampliare* al massimo il numero di specie (complessivamente) in coltura, e con questo intendo dire *riprodotte* (anche se sempre da 'selvatiche' si deve partire, è ovvio - dovrebbe solo esser fatto con cognizione di causa).
Quello che non può contare di fare un singolo, può però farlo una 'Rete organizzata' di singoli appassionati; ciò che può racchiudere potenzialità di gran lunga maggiori di quelle di quasiasi 'istituto', realtà spesso solo di facciata e di assoluta inefficienza e inettitudine.
Una Rete di 'semplici amatori' -purché informati e serii- è 'ridondante' e flessibile, al contrario di qualsiasi struttura singola : quello che perde X, lo sta magari riproducendo Y e si può presto rimediare, curando la riproduzione della specie che è andata 'sotto'.
-Difficoltà tecniche ci sono... ma devono diventare occasione di studio, finalizzato a superarle (come nel caso della 'fantomatica' riproduzione delle Neritina, Clithon ecc., problema di cui dovremmo venire a capo!)

-Scrissi proprio pochi giorni fa. in un forum marino, a proposito della ''impossibilità''(?) -in fondo oggigiorno incomprensibile- di allevare Nudibranchi www.reefitalia.net/forums/showthrea....lo-tengo/page3
(sono fabrizioL )



Le specie 'a rischio' poi, son tali sempre e soltanto per ragioni 'sistemiche': ossia, per alterazioni massicce dell'habitat, inquinamenti, disboscamenti, pratiche agricole dissennate (come il ' taglia e brucia' in Madagascar).... non per la raccolta di pochi esemplari :) -
Esemplari, che comunque è sempre sensato e raccomandabile *riprodurre*, se non altro per non considerarli alla stregua di *oggetti di consumo*, degradandoli e svilendoli.

-Ma a ben pensarci, non ci si scandalizza se si 'continua a pescare' pesci/crostacei/molluschi 'commestibili', che sono per forza oggetto di ''prelievo continuo'' (si mangia oggi, si mangia domani e dopodomani, ecc...) mentre quelli allevati per ''diletto'', *possono* non esserlo -possono essere acquistati 'una tantum', proprio perché non 'si mangiano'...
-Ma anzi, l'allevamento stesso può 'invertire la tendenza', se ben condotto!
-Posso averne 'comprati 2', e -se va bene- ritrovarmi dopo un certo tempo con 20, con 50 ....

-Se qualcuno avesse allevato (a partire già da persone locali) le Rachistia delle isole dell'Oceano Indiano (Aldabra), queste piccole chiocciole arboricole non si sarebbero estinte.... erano anche ''protette'' sulla carta, ma ovviamente questo non le ha salvate dalla imprevista, accidentale siccità di due anni che ha sconvolto il loro già critico ciclo biologico.
L'allevamento, e solo l'allevamento avrebbe potuto 'salvarle'... :angry:


Riguardo poi alle Achatina, per un verso sono estrememente scettico riguardo alla loro sopravvivenza qui (stagionale al massimo -non supererebbero un inverno, persino le robuste fulica ho trovato che muoiono anche in stanza fredda, protette, se scende anche solo sui 10 gradi)
-Però vorrei evitare ugualmente in modo assoluto che qualcuno le rilasci (o rilasci terricci con uova nei vasi, cosa che predico sempre di non fare); ma questo, perché temo che possa fomentare ''isterismi'' sempre latenti, e che non cercano altro che pretesti per uscirsene fuori :angry:
E' pieno di personaggi che possono far più danno che altro poi (anzi son loro a fare i danni maggiori), cavalcando questi 'scoop fasulli', cui quindi eviterei con la massima cura di dar pretesto ;)
-Anche di questo, scrissi per tamponare effetti delle stupidità giornalistica :angry:
www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=luma...E_cpq7RS-R7h8Kg (Commento come dovevo questa ....'notizia' :angry: )

Anche negli Usa, dopo la loro diffusione in Florida (unico stato con clima ''compatibile'' - è tropicale), la ''caccia alle streghe'' le ha viste bandire, contro ogni Logica, da Stati in cui le temperature invernali ucciderebbero anche una Helix!!! :angry:
La prova inconfutabile dell'idiozia è poi nel fatto che, mentre il problema (per quanto fosse) nasceva solo dalle (adattabili) fulica, sono state bandite a ruota anche le altre specie (come le A. achatina o le varie Archachatina, che muoiono davvero con estrema facilità -lo sappiamo bene :( - se le condizioni non sono più che idonee...)

-In realtà, scattano irrazionali meccanismi atavici di (bio)xenofobìa, 'amplificati', nel caso specifico, dalla 'grossa taglia', percepita istintivemente (=irrazionalmente) come una minaccia in sé stessa.
E su tutto poi prevale la tendenza a farci vivere in un mondo (non in astratto il 'pianeta' ma quello che è il nostro effettivo spazio vitale quotidiano, intendo), che sia il più possibile povero, grigio, monotono e soprattutto asettico, privo di vita :angry:
Una tendenza, cui dovremmo sistematicamente opporci, sempre.

...E fin dall'infanzia, il ''programma di plagio di massa'' prevede che si sostituisca la naturale Varietà del Vivente con quella, agghiacciante e squallida, di figurine/pupazzi/pupazzetti di ogni genere, perdipiù fatti di plasticacce dure *non riciclabili* e questi sì, devastanti per l'Ecosistema pur nel loro piccolo (più imballi mionumentali ecc ecc), oltre che per la psiche dei malcapitati piccoli destinatari... :angry:

Edited by fabrizio3 - 13/4/2012, 02:54
 
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ilasickhead
view post Posted on 13/4/2012, 08:56     +2   +1   -1




Nella mia zona ormai ci sono degli alloctoni che hanno ELIMINATO gli autoctoni.
Per esempio, siamo pieni di Procambarus clarkii (Gambero Killer) che hanno quasi estinto gli ululoni dal ventre giallo.

Ne sono rimasti pochissimi ed è un gran peccato.

Non sono i soli alloctoni che dalle nostre parti ormai fanno strage di autoctoni, ma...siamo sempre lì: purtroppo non tutti hanno la testa per comprendere cosa comporti liberare in natura degli animali.
Vi dico soltanto che una mia cliente (ho una toelettatura) ha acquistato e liberato una civetta, pensando di fare una buona cosa.
Civetta nata e cresciuta in cattività, chiaramente.
Risultato: dopo 2 settimane è stata trovata morta in piazza.
C'è chi crede che liberare animali cresciuti da generazione in cattività sia una cosa "intelligente", c'è invece chi proprio se ne frega e si libera di ogni creatura senza pensare minimamente alle conseguenze.
a Marina di Massa siamo stati costretti a RECINTARE un parco dalla quantità spropositata di conigli che sono stati abbandonati in zona e si sono riprodotti mostruosamente. Adesso quel parco è un'attrazione per i bambini e le famiglie ( http://parcodeiconigli.wordpress.com/ ) ma il coniglio NANO non è certo una specie che a Marina di Massa dovrebbe essere libera e riprodursi naturalmente sconvolgendo l'ecosistema locale...

Gira e rigira, purtroppo il cretino che fa dei danni lo trovi sempre...
 
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view post Posted on 13/4/2012, 13:44     +1   -1
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Sì, questo è indubbio... :angry: perè spesso diventa solo un comodo argomento per invocare 'precauzionismi' a sproposito, che vanno a danno di tutti (come sarebbe voler vietare le automobili perché c'è chi guida male, o ubriaco...)

-Anche quello del rilascio/ripopolamento di locali riprodotti in loco è un tema che andrebbe sempre valutato, e ovviamente poi diventa delicato quando si tratta di specie che vivono grazie a comportamenti non del tutto innati (come le tecniche di cacciia, che devono essere apprese)

Ma resta sempre vero che i danni più radicali, sono quelli 'sistemici'; per es., leggevo su un libro di qualche decennio fa, che nella vicina palude di Torre flavia (zona umida protetta, anche se ricorda molto un immondazzaio con plastiche di ogni genere :angry: ) era pieno di Emys orbicularis; io non ve ne ho mai viste, in anni e anni, ma non vi ho mai visto neppure Trachemys (in genere ben evidenti per il basking, dove sono presenti), quindi la scomparsa non è attribuibile a loro, ma -penso- a inquinamnto locale - in effetti sono acque semi sterili, e nelle propaggini accessibili ho invano setacciato il fango per cercarvi chioccioline acquatiche, altrove onnipresenti...

Ma è sempre più ''visibile'', quindi più facilmente additabile all'attenzione, la presenza del ''nuovo/alieno/diverso'', che può avere sì un impatto negativo, almeno all'inizio (su tempi lunghi si instaurano sempre nuovi equilibrii), ma che finisce per essere l'unico 'imputato' (oltre ovviamente a chi ama 'alieni' di ogni genere, che è poi il vero bersaglio...)

Nel fosso qui attiguo (siamo sempre in prossimità di quell'osasi) non ci sono Procambarus; c'erano anni fa moltitudini di Tritoni, Raganelle, rane (arrivavano spesso nei giardini, nelle giornate umide); ora sono del tutto scomparsi... la causa, sembra essere in parte il riversamento di pulitura dei tini del vinifici locali (il fosso è sterile), ma in gran parte la ''pulizia'' comunale, che ha 'livellato' gli incolti qua attorno, dove la irregolarità del terreno dava origine a stagni temporanei, luoghi di riproduzione ideali (anche per Ditischi, LIbellule ecc ecc...)
-Il fatto è, che ''la gente'' vede tutti questi Organismi solo come ''sporcizia/pericolo'' :angry: , e senza stare a chiedersi 'da dove vengano'' o di che specie su tratti (poi, con l'ignoranza che c'è in giro in materia ... e certo, mica sono divi-vip, identificabili anche con un QI pari a 22... :lol: )

-Fossero stati i Procambarus, le popolazioni si sarebbero sì rarefatte, almeno in un primo tempo (effetto inziale); con le ruspe invece, che hanno trasformato un incolto umido in una specie di anonima steppa desolata -per la tranquillitù del ''bravo cittadino'' che finalmente non vede più bisce, biacchi o 'pericolosissime'' raganelle :lol: - si è 'azzerato' tutto.... per non far torto a nessuno, forse!

I Procambarus avrebbero potuto esser 'scoperti' come fonte di cibo da uccelli acquatici (anche questi in nettissima rarefazione, ovviamente), le popolazioni, dopo il picco inziale si sarebbero di sicuro normallizzate...
Ma il fatto, è che mentre un 'alieno' viene riconosciuto e addittato quale 'anomalia', nessuno si sorprende né si scandalizza, -anzi!- per quellla che è ufficialmente un'opera santa e dovuta di 'decoro' e 'pulizia', effettuata d'autorità e col benestare di tutti...
Non si fa caso poi, al fatto che proprio 'opere' di questo genere comportano la scomparsa di specie-
Anche le più piccole: una bellissima chiocciolina piatta, che qui viveva e in un morph bianco forse endemico locale, è scomparsa del tutto: estiva in riposo sugli steli delle graminacee, che i ''ripulitori'' sistematicamente falciano via :angry:

E' sempre così che sono scomparsi Macaoni, Vanesse Io, Libellule ecc ecc ecc....
 
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dòmino
view post Posted on 15/4/2012, 15:34     +1   -1




penso che uno dei casi più ridicoli sia quello sul rospo delle canne, introdotto nel sud dell'Australia per ridurre il numero di cavallette che distruggevano i raccolti, ora sta uccidendo la fauna locale con il suo muco letale e con il suo appetito da mangiatore di uova.
il mio dubbio è: perchè non impongono dei controlli più rigidi sulla vendita di animali? so che le leggi di mercato e quelle ambientaliste sono discordi, ma visto che in questo pianeta dobbiamo viverci tutti..

per quanto riguarda le paludomus, non riesco a riprodurle, e anche cercando online non ho trovato documentazione di qualcuno che sia riuscito :(
 
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view post Posted on 15/4/2012, 22:31     +1   -1
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Continua ancora a tentare, non scoraggiarti!! Se non ci sono informazioni forse è solo perché nessuno ci si è mai voluto cimentare, ''perderci tempo''... e sarebbe bene che invece lo si facesse ;)

Bisognerebbe partire da quel poco che si sa della loro biologia, o quella di specie affini, al limite anche procedendo solo per analogie; e considerare le località di provenienza, eventuali caratteristiche specificeh dell'habitat, se ne ve sono, e cicli climatici stagionali, che potrebbero innescare la riproduzione.
Forse ci sarebbe solo da tenerne di più insieme, magari hanno solo una sex-ratio sbilanciata (come pare sia per le Neritina); per questo è un impegno per chi decide di dedicarvisi (in questo caso già una spesa d'acquisto di svarieti soggetti in una volta singola); ma un impegno che potrebbe dare i suoi risultati, risolvendo così il problema connesso, una volta per tutte.
Per questo ribadisco che chi affronta un impegno del genre debba sempre essere appoggiato, incoraggiato e lodato, non osteggato :)

-Anche se si definiscono 'non riproducibili' i varii 'granchi anfbi' (Cardiosoma, Gecarcinus); in effetti sono solo (per ora) abbondanti, da spingere a dirsi che ''se muoiono, si ricomprano''; quindi, nessuno semplicemente si prende la briga di ripriodurli.
Bisognerebbe predisporre una serretta, con area 'vegetata fitta' e pozza salata, cosa che intendo realizzare per la coppia che ho acquistato di recente, non destinata a 'star là per belllezza' (bellissimi lo sono, ma stanno quasi sempre seppelliti nell'abbbondante corteccia che ho prevveduto - prefersico vederli raramente, chs saperli stressati).
E con calma -sono longevi, tanto- vedrò come allestire questa ambientazione. Riprodurli sarebbe una vera vittoria, una 'soddisfazione' immensamente maggiore, di quella di osservarli come 'soprammobili animati' ;)

Ma la soluzione non è mai nelle 'leggi' (già di divieti ce ne sono troppi, ed è pieno di 'gente' che a dar loro un'unghia si prenderebbero il braccio -integralisti talebanoidi che proibirebbero anche i pesci rossi, per carità)-
Poi, gli errori più clamorosi (come quello del rospo che dici, ma anche delle Euglandina per combattere le fuica alle Hawaii), sono state proprio decisioni 'di legge', volute dalle 'autorità' (e appoggiate da 'biologi' di fiducia...) !!! :blink: :blink: :blink:

Ancora, come dicevo, non sono state leggi e proibizionismi (anzi... <_< ) a far sì che il Geco ciliato sia ancora 'tra noi' (e l'Axolotl, ecc ecc....); è stata la Scienza, e l'impegno umile ma concreto, fattivo, di migliaia di appassionati, dal biologo ai 'semplici' amatori, in tutto il mondo ;)

-La legge', la stessa che probabilmente avrebbe impedito di esportare le Rachistia, di Aldabra quando ancora esistevano, ne ha anche decretato la condanna all'estinzione definitiva (nessuna 'legge' ha infatti il potere di 'sanzionare' maremoti, di 'incarcerare' epidemie naturali né di mettere 'in stato di fermo' terremoti eruzuoni vulcaniche o cataclismi di qualsiasi genere ;) )

-La soluzione, se esiste, è sempre alla fine di un Percorso Costruttivo, non ''normativo''; ci si arriva solo e sempre per via di un approccio Pro-azionario, mai ''precauzionario/proibizionista, ciò che provoca invece solo ulteriori e nuovi danni '' :)

L'esempio paradigmatico che porto sempre è questo :

da millenni, dalla preistoria, la 'legge' è capace di cavare occhi (amputare mani, piedi ecc ecc) a 'colpevoli' o presunti tali).
-La Scienza, è la sola a poter far ricrescere ex novo (staminali) occhi, mani ecc ecc, alla vittima....
-Fra le due 'strategie', preferisco senza indugio la seconda ;) ... anche se purtroppo so bene che prevale (e temo prevarrà sempre) la prima....
-Ma cerchiamo di stare comunque dalla parte della Scienza, della Costruttività (anche tentata, non siamo infallibili ma dobbiamo sempre tentare), della Positività e dell'Impegno, che dà soddisfazione e (spesso) porta a qualcosa di davvero concreto... ;)

-----------------
Non devi asssolutamente colpevolizzarti per le Paludomus, cimento in cui spero anzi di affiancarti (se le trovo qui); né perché ti piacciono (ci mancherebbe!!), né per possibili rischi che corrono in natura, per cause ben diverse dalla passione dei pochi che le allevano e che, se motivati, competenti e responsabili come te, non possono che aumentare la probabilità di ''salvarle'' e diffonderle ancora :)
-Mi dirai che purtroppo molti le prenderanno solo ''per bellezza'' :angry: -una sola 'perché è carina', o con l'incarico di 'spazziono mangia-alghe0 dell'acquario... Ma a maggior ragione, non può che essere un bene che alcune di quelle che circolano, finiscano in mani come le tue ;)

Edited by fabrizio3 - 18/4/2012, 15:58
 
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dòmino
view post Posted on 23/4/2012, 23:10     +1   +1   -1




è un problema che mi sono posta anche con le neritine, che a pensarci bene devono vivere in un ambiente tutt'altro che naturale per loro! e poi sono esemplari di cattura o riescono a riprodurli in cattività?
 
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view post Posted on 28/4/2012, 17:38     +1   -1
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Il problema fai benissimo a portelo (anch'io lo faccio), purché non sia mai per ''castigarsi'' e colpèevolizzarsi, ma per cercare invece di operare nel modo più cotruttivo/ positivo possibile (che poi non a caso è anche quello che dà maggiori soddisfazioni).

Anche se le popolazioni naturali di Neritinae fossero abbondantissime (almeno molte specie localmente crdo lo siano) al punto di rinnovarsi senza avvertire il peso di ''prelievi'' (alla fin fine irrilevanti se paragonati a quelli subìti da specie 'alimentari'), mi porrei comunque il problema, per una questione di ''dare più senso'' al loro mantenimento captivo.

Anche se probabilmente le popolazioni, come dicevo non ne risentono (risentiranno forse di alterazioni massicce di habitat, insediamenti ecc), non mi piacerebbe considerarle come ''oggetti di consumo'', destinati a ''durare un certo tempo'' per poi esser sostituiti.
La riproduzione, come completamenbto del ciclo vitale, è l'aspetto di maggior soddisfazione per l'acquarista, che ha la consapevolezza di aver davvero ricreato una situazione equivalente, seppure non identica, a quella ''naturale''.

Per questo insisto sul fatto che le notizie dovrebbero circolare, non esser taciute per ''gelosie'' o vantaggi individuali a breve termine, come invece purtroppo spesso accade nella ''psicologica dell'allevatore'' :angry:

-Quello che finora sappiamo, è che depongono le uova (capsule ovigere) e anche in abbondanza; ma*sembra* che la sex ratio sia asimmetrica (molte più femmine), cosa comunque risolvibile allevandone un gruppetto -basta qualcuno che ci si dedichi in modo abbastanza specifico;
sappiamo che però epr schiudere (ammesso che siano fertili, potrebbe esser là il problema) hanno bisogno di acqua 'salmastra', ora non so ''quanto'' salmastra, e se deve variare nel tempo (niente di impossibile, ma bisognerebbe saperlo).
-Alcuni dicono che devono essere in acqua salmastra già i riproduttori... anche questo non sarebbe un problema, tornando però al punto precedente.

-Forse hanno larve planctoniche, 'veliger'... da quello che ho sperimentato, non sono afffatto impossibili da mantenere (anzi, si auto-alimentano), purché la vasca sia ricca di micro alghe (e in ambiente salmastro crescono anche meglio), e non ci siano filtri accesi, ma solo un buon arieggiamento.

Detto questo, bisognerebbe solo sperimentare : vasche senza pesci / crostacei, ''brutte'' perché infestate da alghe ecc... ma potrebbe essere la via giusta :)

Sembra che una ditta inglese, che le vendeva anche per corrispondenza, avesse messo a punto una tecnica efficace per riprodurle; ma -così mi dissero- ne erano gelosi e restìi a rivelarla... :angry:

-Ma come ho detto, a parte il piccolo 0investimento' iniziale di un gruppetto di potenziali riproduttori, e un po' d'acqua salmastra (potremmo informarci sui valori trovando documentazioni sugli habitat d'origine), potremmo ri-scoprirlo anche noi stessi :)
 
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8 replies since 12/4/2012, 15:26   186 views
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