Chilostoma planospira macrostoma, (Pomatias96)

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view post Posted on 11/7/2012, 23:56     +2   +1   -1

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CHILOSTOMA PLANOSPIRA MACROSTOMA Rossmassler 1837

Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Mollusca
Subphylum Conchifera
Classe Gastropoda
Sottoclasse Orthogastropoda
Superordine Heterobranchia
Ordine Pulmonata
Sottordine Eupulmonata
Infraordine Stylommatophora
Sottinfraordine Sigmurethra
Superfamiglia Helicoidea
Famiglia Helicidae
Genere Chilostoma
Sottogenere Campylea
Specie C. planospira
Sottospecie C. p. macrostoma

Chiocciola rupicola che popola il complesso montuoso della Sicilia Nord Occidentale della Provincia di Palermo, precisamente nei monti circostanti su habitat aperti, umidi e poco soleggiati o vicino le sponde del Fiume Oreto.
Ho avuto modo di studiare molto bene la varietà di Monte Pellegrino, grazie ai ritrovamenti effettuati durante la mia prima escursione malacologica del 24 settembre 2011, data in cui ho preso tre esemplari adulti. Lo stesso giorno, per informazione, ho preso anche tre esemplari adulti e uno sub-adulto di Helix mazzullii, cinque Marmorana sicana, due Monacha consona adulte scovate tra cespugli sul ciglio della strada per il Santuario di Santa Rosalia, e altre specie di dimensioni più piccole come S. grohmanniana, T. pyramidata, C. paladilhianum, e Hygromiidae species (molto probabilmente una varietà di C. cisalpina). Infine abbiamo trovato anche esemplari che si possono trovare comunemente anche in città. Tornati a casa, dopo aver allestito il secondo terrario (il primo era quello delle Helicidae più comuni, allestito pochi giorni prima, dopo i ritrovamenti di Villa Malfitano Whitaker), ho cominciato il mio studio sulle specie che ho reperito in mattinata. Due bellissime sorprese ci attendevano l'indomani della prima escursione: La prima, e anche la più bella secondo me, è stata la covata di una delle Mazzullii, specie che in quei giorni ero desideroso di scoprire e che ancora non conoscevo bene. Con lo stupore mio e di mio fratello abbiamo potuto quindi assistere a questo evento bellissimo quanto raro e inedito. La seconda sorpresa invece riguardava la covata della Monacha consona, specie che non conoscevo e che non credevo potesse esserci a Monte Pellegrino. Per quanto riguarda le Chilostoma in un primo periodo, oltre a studiare comportamenti, abitudini alimentari e caratteristiche conchiliari non ho potuto assistere a eventi particolari (per essere sinceri mi aspettavo qualche accoppiamento e covata, ma forse per il tipo di terreno e di ambiente che avevo predisposto non hanno trovato gli "stimoli" per eseguire tali comportamenti). Per il primo accoppiamento ho dovuto attendere due mesi: era la mattina del 9 novembre, mi preparavo per andare a scuola, quando controllando il fauna-box delle "Pellegrine", noto qualcosa che attendevo da due mesi: due Chilostoma unite dai due sessi. Speravo in una covata. Ho atteso una settimana, due settimane e la covata ancora non arrivava, nel frattempo passavano i mesi e si accoppiavano ancora, ma delle uova non c'era alcuna traccia... finchè non mi rassegnai! Quando proprio non me l'aspettavo, il 7 maggio, compleanno di Vortex94 (mio fratello) finalmente vidi le UOVA!!! Eravamo estremamente felici perchè dopo tanto tempo finalmente abbiamo avuto ciò che ci aspettavamo dalle Chilostoma, e non importa se in ritardo, l'importante è che siano arrivate. Ora c'era da verificare quanto tempo ci volesse per schiudersi e soprattutto mi dovevo preoccupare della salubrità del piccolo terrario in cui avevo riposto le uova. Il mio obiettivo era ovviamente quello di farle nascere tutte. Dieci giorni dopo infine nacquero le prime Chilostoma, una dopo l'altra. Infine dopo pochi giorni erano già comparse le prime macchioline del mantello interno e allestii il loro primo terrarietto, con tanto cibo e osso di seppia per tutte.
Dopo questa "breve" introduzione comincia la vera e propria analisi della specie.

HABITAT

SpFdE

Le Chilostoma che ho potuto studiare di persona in ambiente naturale, quelle di Monte Pellegrino, amano vivere in zone rupicole aperte, specialmente in alcuni massi che presentano fessure o anfratti in cui rifugiarsi per ripararsi dal freddo in inverno e dal caldo torrido in estate. L'ideale per loro sarebbe un masso che presenta una cavità nel suolo in modo tale da facilitarne la ricerca di cibo e una costante umidità. In questo tipo di habitat sono presenti vari alberi tra cui ulivi e pini vi possiamo trovare varie specie di erbe spontanee o addirittura endemiche di cui possono cibarsi. Non si esclude la presenza del muschio e del lichene che crescono quasi dappertutto nei mesi freddi. La zona raffigurata nella foto è una delle più popolate da fauna malacologica in tutto il monte. Qui abbiamo trovato un'abbondante numero di M. sicana, un discreto numero di H. mazzullii e buon numero di Chilostoma. C'è da aggiungere che in mattinata era piovuto e il clima era rimasto ottimale per permettere alle chiocciole di rimanere attive. E pensare che il giorno prima non avevamo trovato quasi nulla, infatti quel giorno siamo tornati a Monte Pellegrino nella speranza di trovare una cosa che avevamo perduto, senza trovarla, ma abbiamo molto di più di quello che volevamo. E' stata un'esperienza fantastica e indimenticabile per il fatto che dovevi stare attento a dove mettevi i piedi perché rischiavi con molta facilità di fare una strage.

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Ecco un esempio di Chilostoma fotografate nel loro habitat naturale di M. Pellegrino.

Altri tipi di habitat che possono ospitare la Chilostoma, come ho citato all'inizio di questo articolo, possono essere anche le pendici dei monti e le sponde dei torrenti o corsi d'acqua vicino a zone ombrose e calcarofile. Per il primo caso ho una prova vivente rinvenuta in un agrumeto di Ciaculli, una borgata di Palermo sotto Monte Grifone. Ho trovato anche un guscio di recente nella Riserva Naturale di Capo Gallo, ai piedi dell'omonimo monte, una zona popolata per lo più da macchia mediterranea e pinete, ma per la verità povera di fauna malacologica (l'unica specie di medie dimensioni presente nella Riserva era la M. platychela rigata, varietà tipica del monte. Poi abbiamo trovato anche alcuni massi con dei fori di mazzullii (specie di cui ho trovato solo due gusci frammentati che appena ho preso in mano si sono disintegrati), segno che erano molto vecchi, con una frequenza molto più bassa di Monte Pellegrino. Questi massi saranno caduti dalla sommità della montagna, e per finire un solo esemplare vivo di S. septemplicata).

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A sinistra potete osservare l'ambiente dell'agrumeto di Ciaculli in primavera in cui ho reperito il Chilostoma giovane, mentre a destra una zona della Riserva di Capo Gallo nel periodo estivo.

Per quanto riguarda le Chilostoma che vivono sulle sponde dei corsi d'acqua non ho esperienze dirette perchè al momento non ho mai potuto visitare questi luoghi.

CARATTERISTICHE E COMPORTAMENTI

La Chilostoma è una chiocciola di medie-grandi dimensioni che possiede un guscio robusto e molto resistente alle alte e basse temperature. Il guscio ha un diametro massimo di 3-4 cm con 5 verticili a media espansione. Ha una conchiglia superficialmente piatta e concava nella zona inferiore. Ha un labbro molto evidente con estremità taglienti e un peristoma interno decisamente calloso di color biancastro-roseo; l'interno del guscio si presenta con una tonalità madreperlacea e liscia. L'ombelico è molto aperto sin dai primi giorni di vita e continua ad allargarsi e alzarsi durante la crescita del mollusco. Il periostraco si presenta di un colore giallo sabbia scuro o marrone chiaro per poi schiarirsi in biancastro-beije sul lato inferiore, accompagnato da una striscia color marrone scuro che parte dal secondo verticilio; l'intero periostraco è ricoperto da una sottilissima peluria molto evidente negli esemplari giovani sin dal primo giorno della nascita, per poi diminuire graduatamente durante il percorso della loro vita. Il guscio, essendo leggermente opaco, lascia intravedere il mantello che si presenta con una tinta leopardata molto vistosa. Col passare degli anni i primi verticili cominciano a sbiancarsi. Il mollusco di caratteristica serpentina riesce a raggiungere anche i 5-6 cm (le altre chiocciole della stessa famiglia raggiungono all'incirca i 3-4 cm). E' di colore chiaro-scuro che cambia da esemplare a esemplare; l'areale che comprende il "collo" che va da dalla testa fino al mantello esterno è di colore nerastro o grigio fango, mentre l'areale che raggruppa il piede superficiale e il margine della suola è di colore giallo-grigiastro. I tentacoli oculari sono del colore della testa e sono lunghi più meno 15-17 mm, mentre quelli tattili, che si trovano ai lati della bocca sono del colore del margine della suola e raggiungono i 3-4 mm massimi. La suola si presenta estremamente allungabile e di agile movimento con un colore uniforme giallo sabbia. Taluni esemplari presentano piccole chiazze biancastre sulla superficie esterna delle pelle, forse di origini ereditarie. Il colore del mantello è biancastro nella zona centrale con bordi più rosei dall'aspetto poroso.

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Tre esemplari dalla dimensione simile, ma dal colore del mollusco differente; la mano permette di capire quanto siano grandi.

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Ombelico largo e profondo di un Chilostoma adulto.

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In questa foto potete osservare bene il labbro (o peristoma), il mantello e l'ombelico.

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Suola molto lunga.

Il comportamento delle Chilostoma è molto normale dal punto di vista generico, ma se si studia fino in fondo si noteranno comportamenti che altre chiocciole non hanno. La maggior parte della loro vita la passano nascondendosi tra gli anfratti delle rocce e uscendo dopo una pioggia o in una notte umida durante i mesi uggiosi. Escono prevalentemente per nutrirsi, ma nel frattempo devono fronteggiare i nemici naturali come larve di lucciola o altri coleotteri. Nei giorni di pioggia non sono solite a rientrare dentro il guscio e quindi per facilitare la cosa restano anche per due ore di seguito a riposo sotto un riparo, col piede e la testa fuoriuscita dal guscio (come ad esempio le H. aperta). Essendo una chiocciola rupicola, e ciò vuol dire che abita in ambienti assai difficoltosi, talvolta col suo piede estensibile raggiunge delle estremità che altre chiocciole raggiungerebbero solo con l'aiuto "dell'arrampicata". Un insolito comportamento difensivo è quello di spruzzare acqua quando si sentono disturbate da punte affilate rocciose o steli di pianta fastidiosi. Tali spruzzi certe volte sono molto veloci e arrivano a misurare pure i 20-30 cm di distanza. Ciò fa capire che la Chilostoma è una chiocciola che ha la possibilità di idratarsi in diverse occasioni, immagazzinando così dentro la cavità pelleale del mantello una certa quantità d'acqua che le servirà non solo per difendersi, ma anche per superare qualche piccolo riposo giornaliero (di norma riposano per 3 o 4 giorni). Di solito per estivarsi aspetta la fine del mese di maggio, ma talvolta può estivarsi ancora prima, quando le temperature non sono più favorevoli per la sua sopravvivenza all'esterno. Per sopravvivere durante il periodo estivo le Chilostoma chiudono l'apertura del guscio con un possente epifragma cartaceo di colore bianco, a volte inspessito da un certo numero di strati che trattengono l'umidità al suo interno. Ovviamente, la chiocciola per i riposi sceglie dei luoghi molto freschi e ombrosi come anfratti sulle rocce oppure solamente dei ripari sotto grandi massi. Al momento di svegliarsi dall'estivazione, ovvero a settembre (in cima ai monti anche prima, diciamo verso fine agosto), spingono l'epifragma con la parte terminale del piede. Una volta tolto, provano a riprendersi e a percepire la temperatura circostante, e dopodichè cominciano il loro viaggio alla ricerca di cibo e di piccole pozze dove abbeverarsi per la reidratazione. In caso di frattura del guscio riaggiustano la crepa entro pochi giorni.

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Esemplare adulto in letargo, con il suo spesso epifragma.

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Adulto a riposo, attaccato con la mucosa cartacea sul vetro.

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Momenti di relax per una Chilostoma a riposo su una foglia di agrume, mentre coi suoi occhi si guarda intorno.

ALIMENTAZIONE

La Chilostoma è una chiocciola vegetariana che accetta per lo più vegetali marciscenti, secchi o di giovane età, ancora verdi, come germogli. Mangia anche minime quantità di licheni. In cattività mangia di meno che in natura, perciò quando torno a Monte Pellegrino, o vado in luoghi dove posso trovare ciò che mangiano in natura, gli prendo piante che erano abituate a mangiare allo stato brado, soprattutto morte o secche, che una volta nel terrario, inumidite con un nebulizzatore o uno spruzzino, mangiano volentieri. Gustano anche petali di fiori sempre provenienti da M. Pellegrino in stato avanzato di decomposizione. In cattività, accettano diverse verdure come la lattuga, la zucchina lunga d'Estate o la Verde Veronese, pomodorini a ciliegia e pomodori maturi, carote a fettine, foglie di agrumi morti, polpa succosa del mandarino, noci, mandorle secche e degli Chanpignom a fette che accetta senza pensarci due volte (se proviamo a servire dello Chanpignom a delle Helix aspersa o H. aperta, o ancora meglio a delle Helix mazzullii che sono loro "vicini di casa" osserviamo che lo Chanpignom viene rifiutato per scegliere le verdure. Viene rifiutato anche dalle Marmorana sicana, che sono anch'esse "vicine di casa", o per meglio dire che vivono a stretto contatto con loro). Infine come cibo alternativo da razionare saltuariamente, possono andare bene anche croccantini alle verdure per gatti e pasta inumidita. Gradisce anche l'osso di seppia per via della ottima fonte di calcio, soprattutto in età giovanile (come ho pututo constatare), per alimentare la superficie del guscio di consistenza sottile e fragile.

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Esemplare impegnato a ingurgitare la polpa dello Chanpignom, che accetta volentieri.

RIPRODUZIONE

La Chilostoma è una chiocciola ermafrodita (come tantissime altre specie) quindi non è capace di effettuare un auto-fecondazione, perché questa specie ha un Autoermafroditismo insufficiente, quindi non è in grado di autofecondarsi. Proprio per questo motivo la Chilostoma è costretta ad accoppiarsi con un altro esemplare (o partner). Questa pratica è chiamata Fecondazione incrociata. I periodi ideali per la riproduzione vanno da metà novembre a inizio marzo, per poi riprendere scarsamente in primavera intorno alla metà di maggio. Il corteggiamento è decisamente lento: in pratica si assiste ad un vera e propria danza lenta e direi noiosa, rispetto alle attive H. Aperta. Durante il corteggiamento i due esemplari si "guardano" in faccia e sferrano piccoli morsi che allontanano il partner momentaneamente. Quando il secondo partner sembra allontanarsi fa un giro davanti al primo per poi ritornare e continuare il corteggio. Poi uno dei due infilza l'altro con dei dardi calcarei (anche se non sempre e secondo alcuni scientifici, questi dardi servono per aiutare e stimolare i partner durante l'accoppiamento per eseguire con successo il tutto). Una volta unite, si vedranno i due esemplari attaccati frontalmente o lateralmente con la testa e il "collo" raddoppiati di volume. Spesso dopo un accoppiamento, uno dei due partner ha una specie di "ricciolo" che pende giù dalla zona riproduttiva, ricciolo che raggiunge una lunghezza di 6 cm. Per capire se c'è stato un accoppiamento pochi giorni prima di averle controllate si può cercare di vedere se alcuni esemplari hanno un gonfiore tra la testa e il mantello. Se lo hanno, allora c'è stato un accoppiamento di recente e quindi a breve termine potrebbero rilasciare le uova, ma solo se troveranno degli anfratti ben riparati. Quindi se volete avere una florida nidiata di Chilostoma dovrete intanto prendere un masso grande quanto una scarpa e dovrete assicurarvi che ci sia un piccolo spazio in cui istintivamente un Chilostoma potrebbe deporre le uova, spazio che si può ricreare anche tra una pietra e una parete del terrario, come è accaduto nel mio caso. Quando una Chilostoma vuole raggiungere il fondo di un anfratto profondo tra i 7 e i 10 cm esegue un enorme sforzo per raggiungere tale distanza, allungango il proprio corpo anche del doppio della sua lunghezza (per questo motivo il suo mollusco viene definito "serpentino"). Le uova verranno rilasciate entro pochi giorni in un ambiente chiuso e poco arieggiato, ma abbastanza umido da poter assicurare alla prole una nascita sicura. Sono piccole 3 mm di diametro, di forma rotondeggiante, di un colore opaco biancastro e semi viscose all'esterno in modo tale da tenerle attaccate e umide tra loro. A volte prendono la forma del luogo in cui vengono deposte. Giorno dopo giorno, si cominceranno a notare i primi piccoli sotto forma di embrione, ma l'opacità della membrana esterna rende difficile tale osservazione. I piccoli cominceranno a nascere entro una decina di giorni. Dopo questi giorni usciranno i piccoli, con guscio fragilissimo di colore pallido biancastro e con una sottile peluria già evidente. Appena nate si nutriranno delle uova che le ospitavano, le quali contengono la prima fonte nutritiva del piccolo. Dopo circa due giorni le piccole avranno mangiato il loro uovo e sarà allora che potranno essere spostate in un ambiente più adatto alle Chilostoma (cioè avente terra, foglie morte, corteccia e possibilmente una pietra). Giornalmente mangiano la zucchina e l'osso di seppia, quest'ultimo per calcificare il loro fragile guscio.

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Corteggiamento a tre, chi di esse verrà eliminata?

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Accoppiamento eseguito, con particolare globulo di muco sopra il guscio.

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La Chilostoma col suo "ricciolo" pendente.

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Un esempio della descrizione che ho fatto prima. Il corpo come vedete è molto più allungato del normale essendo la sua conchiglia a sinistra dell'immagine e la sua testa quasi a destra. Come vedete ha allungato il suo corpo per arrivare sino a quel punto ben riparato da eventuali intemperie atmosferiche.

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Ecco una foto che mostra le uova nel dettaglio mentre la Chilostoma le depone.

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La covata intera che prende la forma della parete della pietra.

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Le prime nascite. Si nota il piccolo esemplare al centro (e non solo) e le altre uova che ancora devono schiudersi.

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Piccoli esemplari indicati dalle freccie dopo aver eseguito i loro primi movimenti.

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Un esempio di terrario che potete costruire in caso di piccole Chilostoma. Potete osservare tutti i piccoli già formati intenti a mangiare o l'osso di seppia o la zucchina (molte delle quali sono nascoste dietro il legno). Potete anche osservare che il numero di Chilostoma in questa foto è quasi dimezzato rispetto alle uova che c'erano all'inizio. Questo per via della mortalità infantile che non vi deve allarmare in quanto si tratta di un fatto naturale che non si può evitare. E' come dice il detto: che vinca il più forte!

Articolo formulato da Pomatias96 e Vortex94.

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Edited by Pomatias96 - 28/8/2012, 02:19
 
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