dal lago di Castel Gandolfo (RM)

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granchiocorridore
view post Posted on 4/2/2013, 19:36     +1   +1   -1




Ciao ;) ,
espongo questo 1° esemplare di gasteropode dulciacuicolo trovato ieri pom., sulle rive del lago citato in titolo.
E' lungo circa 8 mm, di simili ne ho trovati altri 4, ma tutti nelle stesse condizioni di questo, pertanto con la superficie dei loro nicchi molto corrosa.
Non so proprio di che specie possa trattarsi, chiedo al riguardo l'intervento degli amici del forum.
Voglio aggiungere che rispetto ad altre specie di gasteropodi li presenti in modo invasivo, del tipo corrispondente alla specie di questo esemplare, ne ho visti pochissimi.
Saluti-Granchio
gasteropodec
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Aggiungo la foto di un esemplare simile al precedente, prima non visto, che certamente sta in condizioni migliori dell'altro, questo misura 4 mm .

gastr
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view post Posted on 4/2/2013, 22:47     +1   +1   -1

Snail Lover
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Ciao Granchiocorridore :)
Guardando da questa discussione di NaturaMediterraneo: www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=125027
noto che assomigliano molto al tuo guscio.

Probabilmente appartiene al Genere Hydrobia
 
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view post Posted on 5/2/2013, 02:42     +1   -1
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non ho una vita... ma si dà il caso che mi stia bene così ;)
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Ciao Granchio :) Interessante ritrovamento... ma penso che possa essere una Bythinia sp., per quel poco che si può acquisire dal solo nicchio consunto, e senza opercolo... :unsure: (ma hai fatto lo stesso benissimo a prenderli)

Hydrobia appartiene a una Famiglia affine (l'una e l'altra afferenti ai Littorinimorpha ), ma sono proprie di acque salmastre/salate -per es. Hydrobia ulvae prospera nell'omonima alga, ''lattuga marina'' -dove però non ne ho mai reperite :angry: pur setacciando spesso con retino le rocce coperte di queste alghe... suppongo però che vivanp i saline, estuarii, ambienti salmastri, che sono fra l'altro colonizzabili dalla stessa alga.

Non so al momento se esistano specie integralmente dulciacquicole di Hydrobia, reperibili nelle acque interne...
 
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granchiocorridore
view post Posted on 5/2/2013, 21:49     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio :D ,
quindi a riguardo della specie su esposta, c'è qualche dubbio circa la sua ubicazione in un bacino lacustre con acqua dolce? Comunque nel lago di Albano anni dietro vi pescavano anche i cefali, che notoriamente sono pesci di acqua salata, che occasionalmente si adattano a vivere anche nell'acqua dolce, ma per periodi brevi.
Comunque espongo questo altro nicchio di una specie che è invasiva nel medesimo lago, infatti le rive dello stesso sono cosparse di tali nicchi a formare estese aree biancastre. L'esemplare ha la max dimensione di 14 mm. Anche qui non ho trovato riferimenti utili per la sua identificazione. Mi potete aiutare per riconoscere la specie d'appartenenza?
Un saluto-Granchio
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granchiocorridore
view post Posted on 5/2/2013, 22:16     +1   +1   -1




Ciao :D ,
aggiungo la foto di altro esemplare , trovato sulle rive del lago, unico per questa specie. Lungo 17 mm.
In passato pare d'aver esposto un esemplare simile per riconoscimento in altro forum, ma tale memoria è andata persa, perché tutta quella edizione del Forum è stata alienata...Chiedo anche per questo un intervento di riconoscimento.
Grazie-Granchio
dsc00933q
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Ciao ;) ,
altro esemplare unico del tipo ritrovato sulle rive del medesimo lago. Il max diametro è di 9 mm, con spessore di 6 mm. Esemplare molto fragile. Ricorda il nicchio delle antiche Ammoniti. A quale specie appartiene?
Grazie-Granchio
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view post Posted on 6/2/2013, 15:32     +1   -1
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ciao Granchio :D

La specie in alto è una Radix auricularia ( Lymnaeidae ), bellissima specie, variabile quanto ad altezza del nicchio e ad apertura della fauce, che presumo si accentui in esemplari gerontici o comunque con l'avanzare della maturità (così accade in specie terrestri di simile morfologia conchigliare).

Le altre due sono meno ''facili'... :unsure:
L'ultima, ammonitiforme, è un Planorbidae , propbabilmente Planorbarius corneus, specie nostrana tipica. Le differenze tra specie non sono sempre nette, occorrerebbe anche vedere il contorno della fauce con una foto ''frontale''..

Il primo nicchio è quello che mi lascia più perplesso... :unsure: la conchiglia è robusta, è ''spessa'' così come appare?

è sinistrorsa, così come appare in foto?

Direi anche in questo caso un Planorbidae , che hanno poi di regola nicchi sinistrorsi (anche se non sembra, per via di una ''inversione'' che subiscono durante l'accresciemnto e che li rende alla fine piatti ; ma non tutte le specie della Famiglia hanno nicchio depresso/disciforme, e quelle in cui la spira resta alta mostrano evidente l'avvolgimento sinistrorso).
 
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granchiocorridore
view post Posted on 6/2/2013, 21:07     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio ;) ,
si il primo dei nicchi su fotografati, corrisponde alla realtà della conchiglia, è sinistrorso. Ho raccolto circa una 20° di questi esemplari, i più grandi, che ricoprivano la riva nord del lago, erano migliaia di esemplari tutti della stessa specie, uno vicino all'altro, tanto da formare estese macchie bianche. Mi sono meravigliato anch'io della loro forma, e nel momento che ne ho raccolti alcuni ho pensato che potesse appartenere ad una specie alloctona di mollusco, arrivata li chissà da dove. Non ricordo di aver visto prima una conchiglia simile in nessuno dei laghi in passato visitati, almeno questi intorno Roma. Magari qualche amico saprà dirci qualcosa di più, relativamente alla specie d'appartenenza di quest'esemplare. Se te ne occorre qualcuno per studio, provvederò a farteli avere. Mio nipote che mi accompagnava durante la breve escursione sul lago, mi ha detto che sulla riva opposta dove lui circa 15 anni fa ha fatto dei bagni, a 3 m di profondità ricorda d'aver visto dei gasteropodi più grandi che brucavano sulle alghe del lago. Per ora questi ultimi sono un mistero, forse apparterranno alla specie di cui si parla, ma in uno stadio della crescita maggiore, dovrò approfondire.
Ti ringrazio per l'intervento , se riesci a reperire notizie maggiori sull'identità del primo esemplare spero di leggerle presto a seguito di questo post.
Un saluto-Granchio
p.s. dopo una svelta ricerca forse sono arrivato a riconoscere la specie d'appartenenza del gasteropode in questione, dovrebbe essere una "Helisoma duryi", mi dai una conferma Fabrizio? Se è lei, è una specie autoctona o no?

Edited by granchiocorridore - 6/2/2013, 21:37
 
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view post Posted on 6/2/2013, 22:29     +1   -1
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ciao Granchio :)
Molto interessante questa storia! Andrebbe approfondita, meglio ancora se trovando qualcuno di quesgòi esemplari adulti, viventi.. del resto se è pieno di gusci vuol dire che anche la popolazione vivente deve essere ben

Potrebbe essere un alloctono, sì, anche peeché spesso si manifestano (solo nella fase iniziale per, in genere) con queste esplosioni demografiche.

La Famiglai come ti preannunciavo, è di complessa diagnosi, anche perché esiste confusione sulla nomenclatura... :unsure:

La specie che dici la conosco, e anzi ha due sinonimi, Planorbella/Helisoma duryi... non so se sia questa, comunque si tratterebbe di un alloctone, di origine USA meridionali (Florida ecc). Appare a volte in acquaristica, quindi può essere stata introdottta.
Anche se , per come la conosco, ha contorni più arrotondati,e guscio più sottile.

Quello che volevo domandarti, è se quella carinatura sul nicchio è costante, in tutti gli esemplari.

Una simile carinatura esiste, stabile, in alcune specie di Planorbidae ; ma in particolare trovo qui che esiste una ''forma'' di Helisoma duryi, la ''seminole'', che presenta appunto questa carinatura :

www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=heli...360272266810136
 
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granchiocorridore
view post Posted on 6/2/2013, 23:11     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio :D ,
appena vista la conchiglia di cui discutiamo, ho avuto subito l'impressione che si potesse trattare di una specie alloctona.
Il ragionamento è stato che una specie nostrana vive in equilibrio con le altre forme di vita che si trovano nel medesimo ambiente, pertanto non è mai presente in quantità notevoli, mentre questa visto il gran numero d'esemplari presenti, è sicuro che oltre ad aver trovato alimenti abbondanti, temperature favorevoli dell'acqua, ha trovato anche altri molluschi, nonché altri animali, non ancora specializzati a confrontarsi con lei nella competizione per la vita.
Leggendo il post su N.M., dove c'è il parere dell'esperto Vannozzi, non ho dubbi che possa trattarsi di Helisoma duryi f. seminole.
Gli esemplari che ho raccolto di tale conchiglia, dispongono tutti della stessa carenatura sulla superficie del nicchio, quindi un carattere stabile, però alcuni dispongono di giri più esposti.
Il fatto è che ora piacerebbe avere un'idea circa la possibilità che questa forma possa raggiungere nello stesso habitat delle dimensioni maggiori, dovrò fare ulteriori ricerche.
Un saluto-Granchio
 
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view post Posted on 6/2/2013, 23:26     +1   -1
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ciao Granchio :D
sarebbe ora interessante anche seguire l'evoluzione del fenomeno, che probabilente, così
come oggi appare ''esplosivo'', potrebbe altrettanto repentinamente implodere ed estinguersi,
come in effetti capita di frequente agli alloctoni (di consueto gli allarmismi nascono da osservazioni
compiute nella ''fase ascendente'' del fenomeno, che ha spesso andamento esponenziale - crescita
rapidissima dopo un periodo più o meno lungo di latenza. Ma in genere, sul lungo intervallo si
assiste a un andamento detto 'sigmoide', con la fase esponenziale seguita da un brusco calo,
spesso inatteso e imprevedibile.

Direi quindi che, se ne hai la possbilità, sarebbe anche opportuno raccogliere esemplari viventi di
questa specie, e di questo belllissimo e interessante morph in particolare.

Sarebbe possibile effettuare -data anche la adattabilitù alla vita in acquario, con esigenze davvero minime-,
studii sulla genetica che regola la morfologia di questa Specie.

Con accoppiamenti controllati (è facile riprodurle), i potrebbe studiare la trasmissibilità, sia

1) della ''carenatura'' (che spesso compare come ''allomorfismo / freak''
nelle più disparate specie di Gasteropodi terrestri o acquatici : a volte presente come'
'caratteristica normale'' di una data specie, altre volte invece come ''tratto anomalo / freak'';
sia della
2) ''despirazlizzazione'' carattere questo molto importante, perché nella Famiglia si assiste all'appiattimento progressivo del nicchio, cosicché azzarderei l'ipotesi che la ''despiralizzazione''
(ossia la spira elevata,non appiattita) possa costiituire un atavismo, ossia un carattere
''ancestrale'' proprio della Famiglia Planorbidae, che occasionalmente riemerge.

Edited by fabrizio3 - 7/2/2013, 00:49
 
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Rintrah
view post Posted on 6/2/2013, 23:31     +1   +1   -1




mamma mia...sono magnifiche...
..ma..di dove sei??? (non ho idea dell'ubicazione di Albano...mai sentito nominare...uaaaaaaaaghhh)
 
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view post Posted on 7/2/2013, 00:46     +1   -1
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è un lago vulcanico vicino a Roma :)

http://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Albano
 
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granchiocorridore
view post Posted on 7/2/2013, 22:20     +1   +1   -1




Ciao :D ,
effettivamente sarebbe interessante poter attrezzare un piccolo acquario con acqua dolce, dove locare alcune di queste conchiglie vive. Penso che ci vorrebbero molti anni e diverse divisioni nello stesso acquario, per cimentarsi in incroci tra le forme di questa specie che presentano caratteri da esaltare, p.es. la despiralizzazione. Non è detto poi che si ottenga un risultato stabile, occorrerebbe avere la fortuna di trovare esemplari dove il carattere che si vuol evidenziare, appartenga a quelli di tipo dominante, magari pure per effetto di una qualche mutazione. Non so se con i molluschi le regole del Mendel, abbiano lo stesso effetto, se si in un qualsiasi esemplare frutto degli incroci a distanza di varie generazioni si può ripresentare il carattere recessivo, che darebbe luogo di nuovo ad esemplari simili a quelli che hanno dato inizio all'esperimento. In natura i geni che possiedono i vari caratteri sono ben distribuiti in ambito ad una popolazione di animali, ciò comporta che se una parte della popolazione può avere dei problemi evolutivi, un'altra è sempre pronta a sostituirla nel momento utile, così facendo la specie va avanti. Feci delle osservazioni con le piante di orchidee, notando che quelle molto ibridate, erano più deboli agli attacchi degli agenti patogeni (fungosi, virus, chimica dell'acqua), mentre le botaniche, ovvero quelle prese nell'ambiente, lo erano molto meno, se l'ambiente in cui si tenevano manteneva costanti i parametri di temperatura, luce e tipo d'acqua e fertilizzanti utilizzati durante le annaffiature. Gli ibridi di piante , è pur vero che riassumono diverse caratteristiche degli esemplari da cui provengono, per cui si adattano meglio alle varie temperature ed intensità luminose, ma poi hanno intrinseche delle debolezze, muoiono molto più facilmente rispetto alle specie da cui sono stati originati. Le piante botaniche in ambito alle orchidee, in moltissimi casi sono di dimensioni piccole, dopo l'unione tra specie diverse in ambito a quelle appartenenti allo stesso genere, (tra loro c'è possibilità di ibridazione, anche se specie ben distinte), si ottengono degli ibridi che presentano aree di pseudobulbi e foglie più estesi di quelli delle piante originarie, in un vaso un ibrido di Kattleya ottenuto dopo diversi incroci arriva a pesare tanto, ciò comporta a volte anche la caduta dei vasi dai bancali e principalmente che tali superfici sono più soggette agli attacchi dei patogeni, tipo anche quello del ragnetto rosso. L'evoluzione delle specie che è il frutto dell'unione di tantissimi fattori di cui l'ambiente ne è uno dei principali, penso che sia difficile da riproporre in un ambiente controllato nel giro di poche generazioni di esemplari utilizzati a tal scopo.
Saluti-Granchio
 
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view post Posted on 8/2/2013, 01:48     +1   -1
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Ciao Granchio :D

Si tratta di fenomeni come dici complessi, studii in cui difficilmente potremmo mai dire di aver raggiunto
la ''Verità'' , ma resta sempre interessante e stimolante percorrere un pezzo di strada, lungo o
corto che sia :)

Interessanti i tuoi studii sulle Orchidee, cui mi accennasti anni fa e dei quali spero che tu abbia
coservato una sufficiente documentazione!
Nelle piante (e non solo), esiste la cosiiddetta ''eterosi'', o ''vigore degli ibridi'', che entro certi limiti
dò maggio vigore vegetativo per es, al mais (al contrario, lo 0inbreeding, che porta in omozigosi geni
recessivi e 'dannosi'', causa nanismo e stenti vegetativi).
Avrai osservato dei casi di eterosi, che però. stante la complessità del Genoma e dell'Organismo,
potrebbero aver compromesso altri aspetti della adattabilità.
In natura, si seleziona quel ''punto di equilibrio' tra tutti i parametri che meglio garantisce la
sopravvivenza, e ciò vale poi solo per un dato contesto.

Nel nostro caso, parto dall'ipotesi che le ''antenate'' delle Planorbidae (una Famiglia antica, di 180 milioni
di anni, se non sbaglio), erano verosimilmente ''a cono''. sinistrorsi nell'avvolgimento ma con spira elevata;
un po' come le attuali Physa, cui sono infatti lontane parenti.

Una mutazone radicale che le ha interessate, forse unica tra i Gasteropodi, è la comparsa di Emoglobina;
la avrebbero evoluta grazie a una mutazione, a carico di un gene che sintetizza la Mipglobina della radula,
proteina ossiforica che provvede i potenti muscoli della radula dell'ossigeno da essi richiesto.

Un sangue con Emoglobina (infatti per questo sono spesso rossastri, n.b), ha consentito alle Planorbidae di
colonizzare ambienti asfitticii, sopravvivendo dove altri Gasteropodi, dal sangue con Emocianina (proteina
contenente Rame, e che fissa 1/3 circa dell'ossigemo), morirebbero asfissiati.

A parte questo carattere, ormai radicato, penso che quello che riguarda la morfogenesi del nicchio sia ancora
capace di far affiroare atavismi;.

LA specie è a crescita rapida, e penso che in un paio d'anni potremmo avere tranquilllemente 2-5 generazioni!!

E questo, ci permetterebbe (con una dotazione inziale di esemplari abbastanza diversi), di identificare delle
tendenze in atto, pur senza poter affermare con certezza ''dove'' esse condurrebbero, a lasciar procedere il
fenomeno per millenni o miilioni di anni.
Ma sono sicuro che si potrebbe già osservare davvero molto ;)
 
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granchiocorridore
view post Posted on 8/2/2013, 14:59     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio :D ,
molto interessanti le tue osservazioni e la documentazione che ci proponi, sei veramente preparato, anche se c'è qualcuno che ci critica, ma qui occorre mettere in atto il detto "non ti curar di loro ma guarda e passa", se ricordo bene riferito nella divina commedia alle anime dannate o al meglio in purgatorio. C'è ancora molto da scoprire circa i meccanismi che regolano l'evoluzione della vita sul nostro pianeta. Non riesco a comprendere come il Darwin abbia potuto presentare la sua teoria evoluzionistica, ormai duecento anni fa, basandola su osservazioni limitate a frazioni di tempi storici e su luoghi limitati nello spazio del nostro pianeta. Egli profetizzò, che la sua teoria avrebbe avuto un riscontro definitivo nel momento in cui, la catena che collega i fatti evolutrivi dei vari esseri da lui studiati, si sarebbe completata degli anelli mancanti. Oggi però abbiamo occasione per alcuni degli esseri viventi da lui considerati, di constatare che la loro evoluzione, non ha delle origini nel tempo ben definite. Al riguardo prendo in esame solo l'evoluzione della specie omo, dove fino a qualche anno fa si era a conoscenza di uno scheletro femminile trovato in Etiopia, a cui fu dato il nome di Lucy, che si stabilì risalisse a ben 3,2 milioni di anni fa, a distanza di poco tempo si è fatta un'ulteriore scoperta, il 19 luglio 2001 nel desero di Djurab nel Ciad fu trovato un cranio fossile che risale a ben 7 milioni di anni fa, a cui fu dato il nome di Ahelantropus tchadensis, in entrambi i ritrovamenti su detti si constatò che si trattava di ominidi, che disponevano di discreta intelligenza, infatti costruivano strumenti in pietra. Nel giro di pochi anni si è raddoppiata in tempo l'età dei nostri antenati! Magari tra qualche tempo si scoprirà che le nostre origini forse sono più antiche, ne sono quasi certo. Il nostro pianeta dalle ere più antiche, ha subito tanti traumi, dovuti alla deriva dei continenti a cataclismi naturali, ecc, chi ci dice che ha causa di tali eventi, non siano andate perse delle testimonianze evolutive o involutive dei vari esseri ritrovati e che i due fatti non possano aver subito delle alternanze nelle varie ere. Imbrigliare una teoria evoluzionistica su dei paletti precisi, poi agli effetti può trovare con le future scoperte degli ipedimenti alla sua dimostrazione. Oggi se ricordo bene la teoria puntiforme si stà facendo strada in materia evoluzionistica.
Un saluto-Granchio
p.s. Ciao Fabrizio,
aggiungo una ulteriore riflessione, ma più che altro considerazione. Lo studio dei nicchi delle conchiglie così come oggi viene affrontato per i gruppi di esemplari che appartengono alla medesima specie, è mirato solo ad evidenziare e dimostrare la diversità di una specie rispetto alle altre appartenenti allo stesso genere. Nei vari studi da me letti, sono rare le osservazioni rispetto alla somiglianza di una specie ad altre ad essa collegate in ambito ad un percorso evolutivo. Raggiunto lo scopo del raggiungimento di un nuovo record , tutto finisce li. Quanto sopra dobbiamo considerare che è anche molto limitato, rispetto al fatto che oggi per avere una certezza definitiva sulla diversità effettiva di una specie rispetto all'altra, occorrerebbe anche un approfondito esame genetico dei tessuti molli degli esemplari in esame, cosa che ancora fanno ben pochi. Pertanto si va arricchendo la tassonomia e nomenclatura del phylum dei Molluschi, con l'eventualità certa che a breve tale organizzazione di nomi subirà di nuovo qualche variazione.
Ma a cosa serve avere la certezza della identità delle singole specie, se poi ciò non migliora la conoscenza delle loro origini?
Di nuovo ciao-Granchio

Edited by granchiocorridore - 8/2/2013, 18:35
 
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