conchiglia da Giava

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granchiocorridore
view post Posted on 9/2/2013, 13:41     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio ;) ,
ecco un altro esemplare di conchiglia, non so se terrestre o dulciacquicola, proveniente dall'isola di Giava. La ebbi non ricordo da chi, l'unica informazione che ho trattenuto, è la sua provenienza, aggiungo la sua lunghezza che è di 46 mm.
Sono sicuro che saprai informarci sia del suo nome che dell'ambiente in cui vive.
Grazie-Granchio
p.s. presenta avvolgimento della spira sinistrorso.

dsc01000mq
Uploaded with ImageShack.us

Ho trovato un PDF che forse scioglie ogni dubbio circa l'identità di questo esemplare, che sottopongo alla vostra attenzione, quindi si dovrebbe trattare del genere
Amphidromus
Sottogenere Amphidromus Albers,1850
vedere pagg. 11-12-13-14 di questo PDF

www.pronaturanovara.it/docs/group/bollettino_n._13.pdf

Edited by granchiocorridore - 9/2/2013, 16:23
 
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Vortex94
view post Posted on 9/2/2013, 16:51     +1   +1   -1




Questa è una specie terrestre, se non sbaglio del Genere Amphidromus... sono una varietà arboricola, molto affascinante anche la loro biologia!

Tutte le specie si differenziano per i caratteri notevoli del guscio che cambiano colori e sfumature in ogni specie ;)
 
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view post Posted on 9/2/2013, 21:19     +1   -1
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Confermo, è un Amphidromus sp. ; la specie difficile da stabilire con certezza assoluta perché sono davvero variabilissimi!

Sono arboricole come dice Vortex, e si nutrono pare solo di licheni, anche se accettano specie di licheni nostrani, a quanto pare.

Appartengono allla Famiglia Camenidae , dell'Asia tropicale e -a seconda delle calssificazioni- di parte dell'America tropicale.
Questa famiglia , prettamente tropicale nei suoi adattamenti, sembra che possa essere la ''antenata'' della nordoccidentale (e più recente) famiglia Helicidae, cui è in efffetti geneticamente affine.

Interessante poi in questo septtacolare Genere, il cui nome significa ''Che corre in entrambi i sensi'', il fatto che esistano specie solo destrorse, specie solo sinistrorse, e specie ''miste''.. e sembra che da queste ultime, per segregazione progressiva (= si accoppiano di preferenza gli esemplari orientati nello stesso senso) , abbiano dato origine alla altre, o ''solo destrorse'', o ''solo sinistrorse'' ; studii riguardanti il meccanismo di ''isolamento'' che può condurre alla speciazione, hanno per oggetto proprio questo Genere
 
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granchiocorridore
view post Posted on 9/2/2013, 22:19     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio :D :D ,
ritrovare questa conchiglia per me è stata una bella soddisfazione, conoscere poi il suo sottogenere, anche se il suo nome resta un incognita, mi ha dato altrettanta soddisfazione. E' un esemplare quasi perfetto, ha solo quale lieve difetto di crescita sul suo nicchio, per il resto è una conchiglia stupenda. Sicuramente la devo aver trovata tra diverse che il somalo di cui ho parlato nel post della Arpha, aveva alla rinfusa in una cassetta con tante altre conchiglie. Comunque leggendo bene il PDF su esposto, ultimo periodo li c'è scritto: "nel 2007 sempre Schilthuizen ed altri dimostrano che sono presenti delle selezioni sessuali. In accoppiamento si cercano (quando possibile) chiocciole con chiralità opposta. Ciò significa che le
destrorse cercano esemplari sinistrorsi e viceversa." Quanto sopra ritorna dal punto di vista genetico, lo scambio del patrimonio genetico tra le conchiglie con chiralità diversa sempre per le leggi del Mendel, da luogo ad esemplari di entrambe le due chiralità dette, con delle proporzioni ben precise, poi se tra le due prevale l'una o l'altra questo sarebbe da documentare.
Certamente poter allevare alcune di queste conchiglie, sarebbe un fatto molto interessante, che ci permetterebbe di chiarire alcuni misteri che le riguardano,
ma il nutrimento di cui loro hanno bisogno " , si sa che Amphidromus atricallosus perakensis si nutre probabilmente di microscopici funghi, di licheni o di alghe terrestri.", visto la endemicità di queste ultime forme di vita dette, a noi impedisce un loro eventuale allevamento.
Certo che chi vive in Indonesia, ed ha lo stesso nostro interesse potrebbe tentare in loco qualche esperimento del genere, ma se questi molluschi sono complicati come si dice, forse anche allevamenti locali in appositi contenitori non dovrebbero avere un gran successo. Penso che l'unica cosa che si potrebbe tentare, sempre da chi abita in tali località, è un allevamento proprio nel loro habitat, con tanto di reti contro gli uccelli predatori, chissà forse qualche percentuale, numero, in un allevamento si fatto si potrebbe rilevare .
A risentirci presto,
Granchio
 
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view post Posted on 9/2/2013, 22:48     +1   -1
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ciao Granchio :)
devo leggermi quel PDF da te trovato, infatti per quanto ne sapevo, sono esemplari della stessa chiralità ad accoppiarsi, dando così origine a ceppi ''solo DX'' o ''solo SX'', che poi si isoleranno geneticamente a dare ''nuove specie'''... sapevo che , in generale, nelle chiocciole con nicchio allungato come queste, l'accoppiamento tra SX - DX è *possibile*, mentre molto più difficile in specie a nicchio a spira ''piatta'', ciò con ripercussioni sulla maggior/minor probabilità di speciazione basata su un fattore di isolamento del genere.

Ma vorrei ore laggere quel documento, magari è stata compiuta qualche nuova osservazione...

-Quanto all'allevamento, con la possibilità di studio del fenomeno, questo è sì difficile, ma non impossibile; una nostra amica del forum, senza esperienza preliminare, riuscì a farne vivere a lungo alcuni esemplari acquistati da una ditta estera 8il più longevo per tre anni), nutrendolli con licheni delle boscaglie modenesi, che accettavano senza problemi !!

Purtroppo non si riprodussero.... ma direi che ci siamo vicini, forse avendone di più sarebbe ''scattatoì qualcosa, e poi, dai primi nati in cattività, il perorso sarebbe stato non dico in discesa, ma quasi...!

Occorre considerare che non depongono uova a terra, ma sulle foglie lunghe di piante come Dracena sp, .i ''tronchetti''-, che ripiegano poi e saldano a formare una sorta di nido oendente... estremo esempio di adattamento alla vita arboricola!

Questo il topic in cui ne parlammo, con immagini :

http://google.it/url?sa=t&rct=j&q=amphidro...cP3x7WK_Da8Dhyg


anche qui : http://google.it/url?sa=t&rct=j&q=amphidro...rHzopqij5jGglnw
 
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granchiocorridore
view post Posted on 9/2/2013, 23:38     +1   +1   -1




Ciao Fabrizio :D ,
sempre molto interessante ciò di cui ci fai partecipi.
Non pensavo che potesse tentarsi alle nostre latitudini l'allevamento in terrario di questi stupendi molluschi. Io non penso d'essere la persona più indicata per tentare simile impresa, ma credo che con un po di buona volontà chi ci si dedicasse, potrebbe trarne grandi soddisfazioni.
A riguardo dell'alimentazione di queste bestiole, ho qualche esperienza sull'alimentazione delle orchidee, di cui vi informo. Tali piante sono originarie di climi tropicali o subtropicali, vivono abbarbicate agli alberi con delle radici epifite che traggono il loro nutrimento dagli alberi, i loro semi per svilupparsi necessitano di particolari funghi-micorrize- ogni seme d'orchidea ha il suo fungo ospite. quanto detto fa capire che riprodurre artificialmente tali piante è cosa molto difficile, ma qui è subentrato l'ingegno umano. E' bastato analizzare la composizione chimica dei funghi simbionte, creando un composto a base di agar , il più vicino possibile alla loro composizione chimica, se ricordo bene terreno di Kundson, o qualcosa del genere. Ho fatto varie volte esperimenti di inseminazione in questo terreno da me rifatto( alcuni suoi elementi pesano solo 20 mg), di vari semi di Phalaenopsis e Dendrobium, avendo dei risultati di nascita. Nei casi detti il problema era evitare l'insorgenza di fungosi nel terreno di cultura, cosa non tanto facile, perché nel momento in cui si aprono le capsule seminali delle orchidee e quando si distribuiscono i semi impalpabili sullo strato di tale terreno, il tutto va fatto sotto vetro, per evitare il loro contatto casuale con le spore dei miceti che vagano nell'aria..... Se i licheni sono il nutrimento abituale dei molluschi su detti, occorrerebbe trovare dei composti chimici che più si avvicinano a detti licheni, poi con un po di variazioni , non dovrebbe essere difficile avere dei risultati.
Un saluto-Flavio
 
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view post Posted on 10/2/2013, 00:52     +1   -1
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ciao Granchio :)

Un ottimo suggerimento anche il tuo...! In effetti, se si individuassero i '''principii attivi'' del Licheni, forse sarebbe anche più semplice e sicuro allevarle...

(Io rinunciai a prenderle, a suo tempo, proprio perché qui in zona non ero a conoscenza di fonti di licheni sufficienti, benché per esserci ce ne siano... ma perloppiù su mura assi e pali di legno , quindi strutture perloppiù non asportabili e quindi non utilizzabili).

Potrebbe trattarsi di un semplice problema di ''gusto'' : ossia, insaporendo con lichene (magari con estratto essiccato e conservabile) cibi diversi e ''comuni'', questi sarebbero altrettanto graditi...
-Per esempio, benché selettive nei gusti (solo foglie di Gelso e specie molto affini), le larve di Bombyx mori (baco da seta) sono condizionate solo dal gusto, non da esigenze nutritive oggettive : se si asportano i palpi gustativi, infatti, si riesce a nutrirle con molti tipi di piante, e la crescita è sana e nei tempi canonici...

So che una allevatrice inglese abituò le sue Amphidromus a fiocchi di cibo per pesci, almeno come integrazione alimentare.

Altra cosa fattibile, è la conservazione a secco dei licheni, che si potrebbe perfezionare; in teoria, si seccano e poi ''rivivono'', ma anche a disidratarli in modo irreversibile potrebbero sempre esser poi utilizzati come alimento, una volta preparati in qualche pastone idratato.

-Lessi anche di deposizione e schiusa in cattività (sempre un allevatore inglese), in un terrario non grande e abbastanza sempl ice... pare però che il piccolo non sia sopravvissuto a lungo, forse un caso, forse la mancanza di una varietà sufficiente di licheni... punto questo, su cui ci si può però comunque ancora perfezionare!
 
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granchiocorridore
view post Posted on 10/2/2013, 18:42     +1   -1




Ciao Fabrizio :D ,
oggi torno da un viaggio lunghetto prima verso Gaeta, poi verso Terracina, io le conchiglie me le vado a cercare, raramente le compro. Mi dispiace solo che, consultando le previsioni metereologiche, oggi davano brutto tempo e mare mosso, beh devo dire che è stata invece una bellissima giornata e che il mare era leggermente mosso, ma con acqua limpida, peccato perché se mi fossi portato l'attrezzatura sicuramente avrei fatto qualche ricognizione sugli scogli del promontorio di Gaeta, che dovrebbero disporre di vari molluschi. Comunque a nord del litorale di Gaeta, tra la ghiaia ho trovato un bellissimo Phalium saburun, non tanto lungo ma con i caratteri tipici di questa specie, il secondo che trovo in tanti anni di ricerca. Poi quando lo avrò pulito, lo esporrò nella sezione del forum dedicata ai gasteropodi marini.
A riguardo invece del nutrimento delle conchiglie del genere di questa di Giava, i Licheni, penso che la cosa interessante sarebbe procurarsene un po di quelli dei luoghi i cui vive tale conchiglia, essiccarli anche con mezzi di fortuna e portarli in un laboratorio di analisi per avere rispetto al loro peso l'esatta composizione chimica degli elementi di cui sono costituiti. Non so se i licheni appartengano al mondo dei vegetali, se si il composto principale dovrebbe essere la clorofilla, utile per la sintesi clorofilliana. Comunque senza divagare troppo penso che un composto a base di clorofilla, addizionato della quantità d'elementi chimici , riscontrati nelle analisi dei licheni, potrebbe essere forse un inizio per tentativi di nutrimento dei molluschi in questione, poi si potrebbe migliorare tanto aggiungendo o togliendo alcuni di questi elementi o magari integrandolo con percentuali di altri nuovi.
La fame di questi molluschi poi potrebbe essere il nostro miglior alleato, quindi esperimenti e continue osservazioni.
Un saluto-Granchio
 
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view post Posted on 11/2/2013, 10:33     +1   -1

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Il messaggio di Vortex94 era stato scritto da me... :D
 
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...capisco, dal computer di Arturo allora :D
 
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