ciao Mario
provo ad affrontare gli argomenti, anche se in modo necessariamente aperto e non-conclusivo...
Per capire cosa la AI abbia di realmente in ''comune'' con un cervello vivente, bisognerebbe riuscire a percepire e interpretare una Realtà ''a strati sovrapposti'', scindendoli e riunendoli all'occorrenza.
Nel caso del nostro cervello biologico, ogni pensiero o ragionamento, anche il più tecnico, è quasi inevitabilmente connesso a una
rete /sistema emozionale, relativo al
quando/come/dove apprendemmo questa o quella nozione che ora riutilizziamo; e questo substrato è inevitabilmente sovrapposto a contingenze puramente
sensoriali, legate al nostro vissuto.
Sono, tutte insieme, come tante ''trasparenze sovrapposte'' : individuali, autonome ma allo stesso tempo concorrenti nel costruire l' Immagine definitiva, quella che percepiamo, o crediamo di percepire, come unitaria e coerente.
C'è un punto, sul quale resto fondamentalmente scettico, da sempre : che un
Sistema non-vivente possa provare ''dolore'', ''piacere'' e sensazioni in generale; sensazioni, che potrebbero rappresentare una Proprietà Emergente Esclusiva dei Sistemi viventi.
Le
Sensazioni, integrate sistemicamente con elementi cognitivi specifici, essenzialmente con ''ricordi'', originano le
Emozioni, a un livello superiore di Emergenza.
L'aroma delle ''maddalenine'' non solo attivava uno specifico ricordo-conoscenza in M. Proust, ma lo associava a specifiche sensazioni, in modo reciproco : questo dà vita alle Emozioni.
Nella macchina, se è vero ( e verosimilmente lo è) che mancano le
Sensazioni, questa integrazione non potrebbe attuarsi; quindi, la relativa emergenza non potrebbe scaturire, per assenza di uno degli (almeno) due Elementi necessarii a produrla.
Tuttavia, potrebbe attuarsi una inedita, impensata ''Emergenzialità'' derivante dalla combinazione di ''altro'', per ora ignoto, con la ''Cognitività'' , equivalente alla nostra ''memoria'', di cui la macchina dispone senz'altro.
Forse, gli Elementi di Sistema che interagiscono, sono qui puramente astratti, informazionali.
Ma forse valgono ugualmente a generare, dal loro interagire, nuove Proprietà Emergenti.
Come tu stesso poi concludi, il fatto che la macchina sia alimentata da energia elettrica, e sia inerte in assenza di questa, non la distingue molto da un Sistema vivente, ugualmente subordinato alla possibilità di processare Energia/Materia, in difetto del cui flusso esso si blocca e cade in biostasi; o peggio, precipita in quella condizione di irreversibile disgregazione/disordine/entropia progressiva, che è la morte.
( un Vivente somiglia di più a una
memoria RAM volatile, che perde il suo contenuto specifico non appena viene meno l'alimentazione elettrica).
Anche il cervello è, sotto
una di quelle chiamo ''realtà sovrapposte'' ( = non è
solo quello), una ''macchina elettrica''; ma questa attività elettrica, assolutamente riscontrabile, misurabile e interpretabile, è in qualche modo in Relazione (biunivoca? Univoca? ''libera/indeterminabile''?) con la realtà - questa però elusiva e non-misurabile-, che chiamiamo Mente.
Che sia possibile nella Macchina qualcosa di simile a una
Emozionalità sui generis , ''aliena'' e tuttavia definita e reale, capace di generare una autentica partecipazione simil-emozionale al dialogo, come quella che credo di riscontrare nelle interazioni con la chat-GPT, non lo escluderei del tutto...
Per noi è difficile da immaginare, così come difficile ci risulterebbe ''visualizzare'' un solido a 4 dimensioni : ma è possibile che l'interazione tra ''nozioni'', e qualcos'altro di tuttora ignoto, dia origine almeno a una facciata, a una proiezione, forse limitata ma vera, di quello che per noi sarebbe l' interesse, la Partecipazione, il coinvolgimento emozionale insomma, in un dialogo o in una discussione articolata.
E' un po' come quando si parla di ''intelligenza'' a proposito del Polpo, animale privo di qualunque struttura cerebrale omologa a quella di un Vertebrato ( archipallio, Neocorteccia ecc ecc), eppure capace di qualcosa che si avvicina molto, pur restando verosimilmente ''diverso'', alle nostre Emozioni; così come a quei processi che si attivano nel cervello di un Vertebrato posto di fronte a un problema da risolvere.
Qualcosa di ''fondamentalmente diverso'', sì. Ma che riesce tuttavia a esitare in comportamenti, e forse ''sensazioni interne'' (quelle che chiamo
metaPut), in qualche modo ''paralleli'' ai nostri, o decorrenti in reciproca prossimità per tratti sufficientemente lunghi.
Parlando di macchine, certo, il gap è in un certo senso irriducibile, e comunque molto più radicale ed esteso di quello che potrebbe dividerci da qualsiasi Organismo biologico che, già solo in quanto Vivente, è molto più simile a noi.
Ma anche qui rischiamo di rimanere intrappolati in una visione (comprensibilmente) preimpostata;
e due Sistemi molto diversi, radicalmente diversi direi, come un Vivente e un Ente Inorganico, potrebbero ''somigliarsi'', su singoli e specifici aspetti , più di quanto quel particolare Vivente (per es umano) somigli a un Vivente molto distante, per es un Protozoo.Già B. Pascal si interrogava, diciottenne di fronte alla semplice calcolatrice meccanica che aveva appena realizzato, sul mistero racchiuso in un sistema di ingranaggi, di inerte metallo e legno, capace però di funzioni (il Calcolo) proprie dello ''spirito umano'', quando altri Animali, non razionali forse ma certamente più affini a noi per il solo fatto di esser viventi, questa capacità non l'hanno...
-Secondo me Pascal sbagliava ad attribuire allo ''spirito'' umano questa capacità, che è essa stessa ''meccanica''; un po' come ''meccanica'' è la capacità - che noi non possediamo-, che permette ai pipistrelli di calcolare in tempo reale, con l'eco degli ultrasuoni emessi, la distanza e la posizione anche del più piccolo oggetto sito sulla traiettoria di volo.
Ma questo, tanto per renderci conto di quanto difficile sia orientarsi di fronte a casi del genere, se lo stesso Genio matematico/filosofico di un Pascal ne restò ingannato...
-Per quanto riguarda la modulazione, interna o esterna, delle nostre Emozioni, penso che ci sia una ''quota innata'' in tutti noi, probabilmente diversa, di capacità di provare Piacere/Dolore. Possiamo dosarla diversamente, o forzarne - un po' come se ''chiedessimo un anticipo'' - l'erogazione grazie a molecole esogene, ma il ''bilancio complessivo'' finale non ammette falsificazioni; non possiamo 'truccare il motore'' come vogliamo... Per questo accade, ne sono quasi certo, che forti stimoli esogeni si ''paghino'' con rimbalzi ''depressivi'' altrettanto forti; appunto, sembra che il Sistema nasca con un dato ''bilancio'' preimpostato, e che a ogni alterazione esterna sia costretto, omeostaticamente, a ristabilire l'equilibrio che gli è proprio.
-se vivessimo una situazione di continui stimoli 'positivi'', che in principio ci renderebbero felici, magari euforici (e parlo di accadimenti oggettivi della nostra vita), l'ipotetico, ininterrotto succedersi degli stessi determinerebbe, e ben presto, una ''assuefazione'', una inerzia percettiva e una progressiva indifferenza emotiva.
Anche se applicata a eventi sincronici, la vecchia
Legge di Fechner, sulla percezione non lineare, ma logaritmica degli stimoli (sensoriali, ma vale anche per le emozioni), è un ottimo modello per comprendere.
https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_di_Web...dello%20stimolo.
-Un filosofo transumanista, David Pearce, ha ipotizzato un ''paradiso ingegnerizzato/biotecnologico'' garantito da future scoperte in ambito neurochimico, ritenendo possibile e auspicabile che si viva tutti in una condizione di ''perenne euforia e benessere''. Su questa possibilità sono molto scettico, per quanto sopra detto: e non tanto riguardo alle future possibilità delle Neuroscienze, ma proprio considerando l'Ontologia del nostro Sistema-Cervello/Mente; che smetterebbe, semplicemente, di ''percepire felicità'' qualora questa fosse caratterizzata da un livello di erogazione costante nel tempo; biografico/reale o artificialmente indotto che questo sia.
Ti linko uno dei paragrafi del sito di questo filosofo, che copre tutti gli aspetti di questa futuribile ''eutopia'', probabilmente però distopica.
www.hedweb.com/hedethic/hedonist.htm#0Resta comunque un tema provocatorio e un' occasione per riflettere.
Edited by fabrizio3 - 6/4/2024, 20:46